Cava de’ Tirreni, acquisto ex Cofima: assolti politici e dirigenti #adessonews

La sezione giurisdizionale regionale per la Campania della Corte dei Conti ha assolto, con formula piena, le ventidue persone che erano state citate in giudizio della Procura Regionale della Corte dei Conti con l’accusa di aver cagionato un danno erariale di oltre 1,2 milioni di euro alle finanze del Comune di Cava de’ Tirreni per l’acquisto all’asta fallimentare dell’ex Cofima nell’ottobre 2010.

La procura contabile aveva ascritto in capo ai pubblici amministratori che avallarono e deliberarono l’acquisto del bene un danno alle pubbliche finanze quantificato, sino a dicembre 2022, per una cifra di 1,2 milioni pari agli interessi passivi scaduti e pagati sui ratei di mutuo non ancora prescritti.

Tra i destinatari dell’atto l’allora sindaco Marco Galdi, il suo vice Luigi Napoli, e i sedici consiglieri, cinque dei quali ancora oggi tra i banchi del parlamentino cittadino (Gerardo Baldi, Antonio Barbuti, Roberto Bellizia, Gianpio De Rosa, Giovanni Del Vecchio, Annalisa Della Monica, Massimo Esposito, Clelia Ferrara, Vincenzo Landolfi, Bernardo Mandara, Matteo Monetta, Enrico Polacco, Gaetano Santoriello, Marco Senatore, Pasquale Senatore, Raffaele Senatore) che votarono favorevolmente alla delibera. L’atto venne notificato anche all’allora segretaria generale reggente del Comune, Paola Miranda, e ai dirigenti dell’ente, Assunta Medolla (in quel periodo responsabile ad interim dell’ufficio finanziario), Antonino Attanasio (all’epoca dirigente del 4° settore) e Luca Caselli (nel 2010 dirigente del 5° settore).

Ora, con una sentenza pubblicata nella giornata di ieri, la sezione giurisdizionale regionale per la Campania della Corte dei Conti, composta dai magistrati Paolo Novelli (presidente), Eugenio Musumeci ed Alessandra Molina, è arrivato il proscioglimento da ogni capo di imputazione. Nelle 91 pagine della sentenza, i giudici motivano la decisione affermando che l’intero procedimento d’acquisto fu condotto in modo regolare e legittimo. Inoltre, il Collegio sostiene che l’acquisto dell’area ex Cofima fu “un’occasione irripetibile”, poiché si trattava di un “bene di rilevante valore commerciale” avvenuto “a un prezzo di gran lunga inferiore rispetto a quello determinato in base a una pubblica stima, da destinare a finalità di interesse pubblico per la collettività amministrata, dando peraltro continuità all’intendimento dell’amministrazione precedente” che aveva inserito la riqualificazione dell’area nel Documento di orientamento strategico approvato nel 2008.

La Corte ha condannato il Comune al pagamento delle spese di giudizio, per un importo complessivo superiore a 57mila euro. L’ex Cofima è stata venduta pochi mesi fa per 5,4 milioni.