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Un cedro centenario, letteralmente nel cuore di un isolato completamente privo di verde, che rischia di essere abbattuto e un centinaio di cittadini agguerriti pronti a dare manforte ai proprietari nella loro battaglia per salvarlo. Questo è quello che sta succedendo tra via Recchi e via Masia, dove l’antico albero che si trova nel giardino di casa Gatti, gioiellino di ispirazione razionalista opera dell’ingegner Gabriele Giussani affacciato su viale Rosselli a pochi passi dal benzinaio, è al centro di una accesa diatriba arrivata persino nelle aule del Tribunale.
“Il cedro si trova sul retro della casa ed è un albero quasi centenario, visto che c’era già quando mio nonno ha costruito questa casa, nel 1932 – racconta una dei proprietari, Maria Grazia Carobbio – negli anni Cinquanta, poi, nella proprietà adiacente proprio a confine con la pianta, venne costruito un capannone tuttora esistente che ospitò per molto tempo il concessionario Fiat – autotecnica Franchini per poi rimanere sfitto per oltre vent’anni. Da sempre, però, noi ci siamo presi cura del cedro provvedendo a una manutenzione regolare e alla rimozione degli aghi”.
All’inizio del 2023, però, ecco la sorpresa quando Cisl Servizi, nuovo proprietario del capannone, ha richiesto l’abbattimento della pianta adducendo come ragione la presenza di umidità all’interno della struttura e di aghi nei canali di scolo. “Una situazione che mi pare anche comprensibile, dopo vent’anni senza che quell’edificio ricevesse la benché minima manutenzione, ma che proprio per questo non è sicuramente sufficiente per richiedere di abbattere una pianta quasi centenaria. Altro discorso sarebbe stato, invece, se ci fossero state ragioni legate alla sicurezza che toccherebbero anche noi, visto che viviamo qui – spiega la proprietaria – così abbiamo richiesto la perizia di due agronomi, uno incaricato da noi e uno da Cisl, che hanno fatto le dovute verifiche alla base del cedro dichiarando che le sue condizioni sono buone e non ci sono rischi di questo tipo”.
Tutto bene quel che finisce bene, quindi? No, perché l’accordo non è stato trovato e la vicenda è finita sul tavolo di un giudice.
“Nonostante ci fossimo offerti per garantire, oltre a quanto già facciamo, ulteriori pulizie e verifiche periodiche dello stato di salute dell’albero, non è stato possibile trovare un punto di incontro e, da marzo a oggi, siamo già arrivati alla terza udienza in Tribunale, prevista per ottobre, e a un’ulteriore richiesta di verifiche anche in quota, che effettueremo a breve”.
Nel frattempo, però, è partita anche una petizione indirizzata alla Cisl che, in dieci giorni, ha raccolto un centinaio di firme: “In momento in cui si parla tanto di tutela del verde e della necessità di aumentare la presenza di alberi in città – conclude Carobbio – l’idea che si possa chiedere di abbattere con tanta leggerezza una pianta centenaria, con tutti gli effetti positivi che offre all’ambiente e, soprattutto, a chi vive in questo isolato totalmente cementificato, è incredibile”.
OMOOMO
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