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diCesare Zapperi
Il vicepremier e ministro leghista sulla Commissione von der Leyen: «Casa, la delega al Nordeuropa? Lì hanno le renne»
Da un lato, una chiamata alle armi contro il rischio della condanna nel processo Open Arms, con la soddisfazione nel rilevare che il video di difesa diffuso subito dopo la richiesta dei pm ha avuto oltre 12 milioni di visualizzazioni. Dall’altro, un fuoco di sbarramento contro bersagli europei.
Il primo è il piano presentato nei giorni scorsi da Mario Draghi. La proposta dell’ex premier di un piano di investimenti da 800 miliardi riceve dal leader leghista una solenne bocciatura: «Io sono contrario. Il debito comune, con l’Italia che cresce più di altri, mi sa di “vado a sistemare i problemi degli altri”» (e poco importa se con il principio del debito comune si è finanziato quel Pnrr di cui l’Italia è la maggior beneficiaria). Il capogruppo dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri non a caso fa rilevare al segretario del Carroccio che «o l’Europa trova una sua coesione per avere un futuro: una ricerca comune, una difesa comune, regole fiscali e bancarie comuni. Oppure non riuscirà mai a mantenere il passo».
Ma giusto per rimanere nel contesto europeo, Salvini torna sul recente voto, che definisce «sconcertante», al Parlamento europeo sul sostegno armato all’Ucraina per rimarcare la sua posizione che, dentro la maggioranza che sostiene il governo Meloni, è diversa da quella di FdI e FI. «Armi difensive per l’Ucraina sì, armi per andare a colpire e uccidere in Russia avvicinandoci alla Terza guerra mondiale no. Su questo il governo italiano è assolutamente chiaro e la Lega assolutamente convinta». Ma a chi gli fa notare che sul voto sulla risoluzione in generale c’è stata una spaccatura risponde: «Quando passa il fatto che si può andare ad attaccare in Russia, ci si avvicina alla guerra. Io la guerra non la voglio lasciare ai miei figli».
Per il vicepremier tutti gli sforzi dovrebbero essere tesi solo a ricercare una tregua che porti alla pace: «Se finisse lo stramaledetto conflitto Russia-Ucraina il boom, l’attrazione economica per l’Italia e per tutta l’Europa, sarà notevolissimo». E poi ce n’è anche per la nuova Commissione europea. Bene la nomina di Raffaele Fitto, per il vicepremier, male altre scelte. «Avere un commissario nord europeo ad occuparsi di casa e energia fa sorridere. Diciamo che lì sono più abituati ai laghi e alle renne e ad altri contesti urbanistici che non al centro storico di Bologna, Firenze o le periferie di Milano e Roma». Più condiscendente il giudizio su un altro commissario. «Da ministro dei Trasporti sono contento perché il dossier è finito ad un greco, un popolare, quindi la vicinanza per lo meno culturale fra Italia e Grecia c’è, tra Italia ed Estonia sarebbe un pochino più complicato». Intanto, la Lega prosegue la mobilitazione in vista della sentenza di Palermo. Domenica gazebo in tutta Italia e di nuovo militanti in piazza nel prossimo week end.
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