Sicurezza sul lavoro nella Sanità: i dati INAIL

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Il settore della Sanità e dell’Assistenza sociale si distingue per un contesto lavorativo complesso e sfidante. L’ultimo numero di Dati Inail rileva oltre 55.000 infortuni sul lavoro, registrati nel 2023, e focalizza l’attenzione sui rischi connessi alle aggressioni al personale, nonché su quelli derivanti dall’esposizione a sostanze cancerogene, mutagene e reprotossiche.

I temi al centro dell’analisi

L’analisi, curata dalla Consulenza statistico attuariale dell’Inail, offre un focus dettagliato sull’andamento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, evidenziando tendenze e criticità specifiche del settore.

Tra gli aspetti di maggiore rilevanza, il report dedica spazio al rischio aggressioni, con un’attenzione particolare agli aspetti medico-legali della violenza contro il personale sanitario, un fenomeno purtroppo sempre più diffuso. Inoltre, il documento si sofferma sulle più recenti novità normative introdotte per garantire una maggiore protezione ai lavoratori, in particolare rispetto ai rischi derivanti dall’esposizione a sostanze pericolose come agenti cancerogeni, mutageni e reprotossici.

Una questione di genere e di geografia

Nel settore della Sanità e Assistenza Sociale, le denunce di infortuni sul lavoro confermano una significativa prevalenza femminile: tre casi su quattro coinvolgono donne, riflettendo l’ampia rappresentanza di lavoratrici in questo comparto. Gli incidenti si verificano prevalentemente durante l’attività lavorativa, ma una quota rilevante, pari al 21%, riguarda eventi in itinere, ossia lungo il tragitto casa-lavoro.

Anche le malattie professionali evidenziano una marcata prevalenza femminile.

Un ulteriore elemento distintivo è rappresentato dalla presenza di lavoratori stranieri, che costituiscono il 15% degli infortunati. Tra questi, spiccano le denunce relative a cittadini rumeni (1.465 casi) e peruviani (1.060).

Le professioni più a rischio

Infermieri e ostetriche sono le professioni sanitarie più esposte a rischi di infortunio e risultano coinvolti in tre incidenti su 10. Un quarto delle denunce riguarda poi altre figure qualificate, come operatori sociosanitari, assistenti alla poltrona e puericultrici.

L’età è un’altra variabile di rilievo: la fascia 50-64 anni risulta infatti particolarmente colpita, anche in termini di decessi (quattro casi su cinque tra quelli registrati nel 2023).

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Le lesioni più frequenti

Tra i casi definiti positivi in occasione di lavoro, le lesioni più frequenti interessano la mano e la colonna vertebrale, seguite da ginocchia e caviglie. Le diagnosi più ricorrenti includono contusioni, lussazioni, distorsioni e distrazioni, che complessivamente rappresentano oltre il 70% degli infortuni denunciati.

Aggressioni sul lavoro: un fenomeno preoccupante

Il settore è purtroppo segnato anche dal grave problema delle aggressioni contro il personale sanitario, che ha spinto il legislatore a intervenire con la legge n. 113 del 14 agosto 2020, volta a tutelare gli operatori e a istituire un Osservatorio nazionale sulla sicurezza nelle professioni sanitarie e socio-sanitarie.

Nel 2023, gli infortuni derivanti da aggressioni sono stati circa 2.500, con un incremento del 3% rispetto al 2022 e un aumento ancor più significativo (+15,9%) rispetto al 2021.

Complessivamente, un infortunio su 10 nel settore Sanità e Assistenza sociale è attribuibile a episodi di aggressione e violenza su operatori nell’esercizio delle loro funzioni.

  1. Cosa si intende per violenza sul luogo di lavoro? Definizioni.

    Il NIOSH ha definito la violenza nei luoghi di lavoro come: “l’atto o la minaccia di violenza, che va dall’abuso verbale alle aggressioni fisiche dirette contro le persone al lavoro o in servizio. L’esito della violenza sul posto di lavoro può variare da conseguenze di tipo psicologico a lesioni fisiche, fino al decesso”.
    L’Eu-Osha l’ha successivamente definita come: “ogni atto o minaccia di violenza fisica, molestia, intimidazione, o qualsiasi altro comportamento minaccioso che si verifica sul posto di lavoro, spaziando da minacce, abuso verbale, all’aggressione fisica, fino all’omicidio che può coinvolgere lavoratori, clienti, utenti e visitatori”.

Nuove tutele contro le sostanze reprotossiche

L’adozione della direttiva (Ue) 2022/431, avvenuta con il D.lgs. 135/2024, ha introdotto importanti novità per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Tra i cambiamenti più significativi si segnala l’estensione delle misure di protezione previste per gli agenti cancerogeni e mutageni anche alle sostanze reprotossiche (ossia tossiche per la riproduzione).

Queste ultime comprendono tutte quelle sostanze che possono avere effetti nocivi sulla funzione sessuale, sulla fertilità e sullo sviluppo della progenie.

Le modifiche al D.lgs. 81/2008

L’entrata in vigore del D.lgs. 135/2024 ha comportato diverse modifiche al D.lgs. 81/2008, il Testo Unico di Salute e Sicurezza sul Lavoro, in particolare al Capo II del Titolo IX, introducendo obblighi specifici in materia di sorveglianza sanitaria e informazione.

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Fonti e riferimenti

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