Mai più l’orrore dei lager. Nella giornata che in tutto il mondo ricorda l’Olocausto, Napoli si stringe intorno alla comunità ebraica cittadina e conferma il suo spirito di città aperta che dice no al razzismo e alla violenza.
Nella lunga serie di appuntamenti che hanno scandito nel capoluogo campano la Giornata della Memoria il momento centrale è stato indubbiamente quello del Teatro San Carlo, gremito soprattutto di ragazzi, durante il quale il prefetto Michele di Bari ha consegnato medaglie ai familiari delle vittime delle deportazioni. Perché anche Napoli si macchiò di quella vergogna, tanti furono i delatori e i collaborazionisti dei nazi-fascisti, e troppi quelli che si girarono dall’altra parte fingendo di non vedere.
Giornata della Memoria, Vasco Rossi ricorda il padre: «Non riesco a vedere film sui lager»
Parole forti, che arrivano al cuore, quelle pronunciate dal rabbino della sinagoga di Napoli, Cesare Moscati. «L’antisemitismo – ha detto – è sempre rimasto un po’ nascosto in alcune persone e ha avuto uno sviluppo enorme in questo periodo perché non si fa distinzione fra lo Stato di Israele e gli ebrei ed è tornato fuori nel modo peggiore». Riferendosi all’incontro organizzato dalla Prefettura nel Massimo napoletano, Moscati ha aggiunto che «queste iniziative sono di fondamentale importanza, soprattutto in questo periodo in cui purtroppo vediamo che l’antisemitismo sta rifornendo anche qui a Napoli, oltre che in altre città quali Milano, Bologna, Roma. Fare memoria significa fare capire soprattutto ai giovani quello che è successo perché purtroppo tra gli studenti e nelle Università c’è questo ritorno forte di antisemitismo, forse dovuto alla non conoscenza; ed è con loro che dobbiamo lavorare per fare conoscere quello che è stato affinché non accada più».
Moscati ha rilanciato anche un allarme che si è rinforzato dopo il recente arresto di un marocchino vicino all’Isis che progettava attentati contro i membri della Comunità ebraica locale. «La paura è individuale, ci sono alcune persone che possono avere paura – ha spiegato – ma devo affermare che la cittadinanza, a cominciare dal sindaco, dal prefetto e dalle forze dell’ordine stanno lavorando molto bene e ci danno protezione H24. Ci sentiamo sicuri. La popolazione di Napoli non è razzista o antisemita, purtroppo ci sono alcune frange estremiste che vanno tenute sotto controllo. I napoletani non sono razzisti o antisemiti: purtroppo però ci sono alcune frange estremiste che vanno tenute sotto controllo».
L’appello
Sul palco del San Carlo tocca al prefetto Michele di Bari sottolineare come contro razzismo, odio e violenza sia necessario più che mai, oggi, «ritrovare e ricercare gli anticorpi nelle comunità e soprattutto nella nostra Costituzione dove ci sono principi che dobbiamo attuare ogni giorno. Questi anticorpi devono nascere dalla volontà di essere una comunità nazionale con un’umanità capace di respirare la grande energia dei nostri padri costituenti. Credo che lì, in quelle pagine, noi abbiamo ogni risposta». Nel corso della cerimonia il prefetto ha consegnato medaglie d’oro alla memoria ai familiari di 24 cittadini dell’area metropolitana di Napoli che vennero deportati ed internati nei lager nazisti. Si tratta di una benemerenza speciale prevista dalla legge 296 del 27 dicembre 2006 per rendere omaggio, nel modo più solenne, a quanti pagarono un tragico prezzo nei lager o asserviti al lavoro coatto per l’economia di guerra nell’ultimo conflitto mondiale. Una cerimonia che è stata arricchita dalla performance del coro delle voci bianche del San Carlo, che ha eseguito diversi brani musicali, e da una nutrita partecipazione di una rappresentanza di studenti.
Il prefetto è poi tornato sui punti già espressi al San Carlo quando, nel pomeriggio – accolto dal rav Moscati, dal vicepresidente della Comunità ebraica Sandro Temin e dal consigliere Daniele Coppin e da una delegazione della Federazione delle associazioni Italia-Israele – in sinagoga ha concluso: «Mai come in questo momento c’è bisogno di uno sguardo lungo che ci consenta di comprendere ed evitare che tragici errori possano ripetersi. La memoria non è solo il ricordo ma è quel filo conduttore che lega il ricordo alla mente».
Come avviene da anni, fondamentale in questa giornata dedicata al ricordo delle vittime innocenti del nazi-fascismo è stata la scuola. Tantissimi gli istituti che hanno partecipato agli eventi ufficiali o organizzato autonomamente incontri in cui si è parlato dell’orrore dei lager e sottolineato la’bisso nel quale può sprofondare l’uomo.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link