Pesaro, furti e dispetti ai danni del comitato contro le due torri di Muraglia

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PESARO Riparte la battaglia dei residenti di Muraglia contro il progetto delle “due torri al posto” dell’ex fabbrica Carloni. Questa sera il comitato “Muraglia affoga” tornerà a riunirsi dopo una pausa della costituzione del gruppo civico. L’appuntamento è nella sede, ormai la “casa” del comitato, de La Gaida in Strada Carloni, con inizio alle 21. Il comitato ha diramato l’ordine del giorno dell’incontro, che inizierà con la segnalazione di quanto accaduto di recente, ovvero il furto del cartello del comitato, rubato di notte da un’abitazione. Un gesto che sottende un dispetto e di cui si parlerà con i presenti. 

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La petizione

Poi spazio alla situazione urbanistica che dall’autunno scalda la zona di Muraglia. In particolare verrà presentata la petizione “No torri”, che conterrà le motivazioni per i quali in più occasioni il movimento ha espresso la netta contrarietà alla realizzazione dei due edifici alti quasi 40 metri, con 11 piani e 88 appartamenti. Si parlerà anche del primo consiglio di quartiere di Muraglia, che oltre all’insediamento e all’elezione del nuovo presidente, ha visto una finestra dedicata proprio alla questione delle due torri, con l’intervento del presidente del comitato Tommaso Olmeda, seduto tra il pubblico. Sipario sull’assemblea con varie considerazioni, idee e pensieri per Muraglia.

«Vogliamo impedire che il quartiere venga stravolto dalle nuove edificazioni», è il messaggio del comitato alla vigilia della riunione, che vedrà appunto come tema centrale quello delle torri, già ribattezzate ecomostri. Tutto era nato a inizio novembre, quando il consigliere di quartiere Francesco Ferri, rieletto con l’opposizione a Muraglia, aveva reso pubblica la delibera di giunta con l’istanza di mitigazione ambientale per procedere nella previsione urbanistica delle due torri. 

La viabilità

Sul fronte viario, invece, il Comune è andato in deroga, in quanto era prevista un’arteria di supporto delle nuove edificazioni, non più contemplata dal piano. Questo è un altro punto critico sollevato dai residenti, oltre all’impatto ambientale e urbanistico sulla zona, che vede proprio lì a pochi passo i campi da calcio frequentati dai ragazzini. E, in una zona con il rischio di esondazione R4, per la presenza del vicino torrente Genica. Il nodo viario, appunto, in quanto i quasi 90 appartamenti verranno costruiti in fondo a via Compagni e via Terzi, affluenti di via Guerrini, con un aggravio di traffico stimato in 200 auto al giorno. Proprio ora che il peso del traffico, e in particolare quello dei mezzi pesanti, si era alleggerito su via Guerrini, in seguito alla realizzazione della bretella di Muraglia. 

Il rischio è quello di ritrovarsi in quel comparto, che passa davanti alla Casa del Popolo, di nuovo con lo stesso problema. Il comitato cerca di fare pressione sul Comune, anche con l’intenzione di partecipare alla Consulta Ambientale, in modo da prendere parte ai tavoli nei quali le associazioni e i gruppi costituti su temi specifici possano dire la propria. Non ci sono vie di mezzo: spostare le cubature edificatorie delle due torri altrove, lasciando quella zona alla destinazione di verde attrezzato, piste ciclopedonali, ampliamento degli spazi sportivi già esistenti.

Un minor impatto, magari con cubature dimezzate, sono soluzioni che non vengono prese in considerazione. Si punta a fare leva anche su situazioni già verificatesi in città, vedi l’accordo ex Amga-Miralfiore, per spingere verso una trattativa pubblico-privato che liberi l’area dal peso urbanistico, dopo gli anni dell’ex Carloni (la fabbrica è stata dissequestrata per consentire la bonifica del tetto in amianto). Il 2025 sarà l’anno nel quale verranno messi i primi mattoni per il nuovo ospedale. Sono già state avviate le indagini geologiche e il cantiere dovrebbe partire in primavera, con il pacchetto di spostamenti della cittadella di salute mentale ormai definiti verso la Civitas di Vallefoglia.

La rotatoria

Un altro carico urbanistico su Muraglia, anche se le altezze degli edifici, in base alle prime indiscrezioni che emergono dagli elaborati progettuali della Regione, ancora da rendere pubblici, parlano di edifici non più alti di 20 metri. Sarà importante la partita delle opere di compensazione collegate al nuovo ospedale, non sole quelle viarie, vedi la rotatoria prevista tra via Lombroso e via Barsanti. Ma anche quelle relative al rischio idrogeologico. In primis, una cassa di espansione del Genica a Loreto, dopo il nubifragio della primavera 2023, che ha colpito quella zona, tra allagamenti e danni, mettendo a nudo un problema non più procrastinabile. 

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