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Un evento di speranza per curare la crisi della cultura. Parliamo della libreria Fiorentino e del sit-in organizzato per domani dal deputato di Alleanza Verdi-Sinistra Francesco Borrelli e dallo speaker Gianni Simioli de la Radiazza. La storica attività di Calata Trinità Maggiore, aperta nel 1936 e prediletta da Benedetto Croce, è stata messa in vendita: «Troppe tasse, clienti troppo anziani, competizione insostenibile con le grandi catene libraie, edizioni pirata, zona culturalmente desertificata. Basta?», aveva dichiarato a Il Mattino il proprietario Diego Fiorentino. Un evento simbolico, quello che andrà in scena domani dalle 10.30, intitolato «libro-day»: «La libreria riaprirà in via straordinaria – dichiarano Borrelli e Simioli – portando le persone ad acquistare libri per convincere il proprietario a resistere e a desistere dalla sua decisione di vendere».
La città è piena di visitatori, ma la vita dei librai continua a essere più che difficile. Perciò, dopo la notizia della crisi, della messa in vendita e della chiusura della libreria di piazza del Gesù fondata da Fausto Fiorentino raccontata nei giorni scorsi sulle pagine di questo quotidiano, ieri era sceso in campo a sostegno della libreria Amedeo Manzo, presidente della Banca di Credito Cooperativo di Napoli: «Siamo disponibili a venire incontro alla richiesta di prestito agevolato fatta da Fiorentino – ha dichiarato – Aspettiamo di visionare le documentazioni relative all’attività, e forniremo una risposta dopo una risposta rapidissima.
Il mercato del centro storico vive una delicata fase di assestamento. Il boom turistico, infatti, sta favorendo il business dei fast-food. Per questo, a luglio scorso, Palazzo San Giacomo ha imposto il blocco delle licenze per i pubblici esercizi nelle aree clou tra Decumani e dintorni. Uno stop di tre anni per chi voglia aprire un bar o un ristorante, insomma. Non è stato però risolto il problema: l’e-commerce, la decadenza dei contenuti nell’epoca social e la domanda di food che arriva dai vacanzieri rendono poco remunerative le attività culturali. In quest’ottica arriva il sit-in della speranza. La libreria di piazza del Gesù rialzerà la saracinesca per un giorno: «Pochi metri più sopra rispetto alla stessa libreria Fiorentino, lungo lo stesso marciapiedi, ha chiuso anche l’altro luogo simbolo della Napoli colta, la libreria D’Auria. Non tutto, però, sembra essere perduto e resta un briciolo di speranza affinché il titolare della libreria possa avere un ripensamento. Infatti per il 13 ottobre alle 10.30 è prevista un’iniziativa, il libro-day. Questa libreria è uno dei quei simboli e presidi culturali di Napoli troppo importante perché possa chiudere così. Ad esempio qui fu pubblicata nel 1964 la raccolta di poesie di Totò “A’ livella”. Quindi domani saremo qui, la libreria riaprirà in via straordinaria, portando le persone ad acquistare libri per convincere il proprietario a resistere e a desistere dalla sua decisione di vendere. La cultura non può morire ma per continuare a vivere c’è bisogno di sostenerla anche perché Napoli si regge su di essa e la cultura sarebbe più povera senza il contributo partenopeo. Napoli e cultura sono un binomio inscindibile, un nodo inestricabile che il consumismo esasperato, il degrado, il trash, l’intrattenimento frivolo ed insignificante non possono sciogliere. Le Istituzioni difendano questo connubio».
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