Suona come un “ve lo avevo detto” il commento del ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, affidato alla piattaforma X, sull’inchiesta sui dati rubati alle banche dati nazionali.
“Da quando ho lanciato l’allarme sul caso Dossier (cioè sui poteri affidati dallo Stato per la sicurezza e la giustizia ed utilizzati da alcuni, molti, per scopi illeciti, illegali ed illegittimi) si è aperto un vaso di Pandora. Prima l’inchiesta di Cantone, nata dalla mia denuncia, poi il caso di Bari sull’accesso ai conti bancari di persone note ed oggi questo enorme scandalo milanese di hackeraggio e dossieraggio. All’inizio, ma ancora in questi giorni, in molti ironizzavano e cercavano di sminuire gli “allarmi di Crosetto” o i “complotti evocati da Crosetto”. Ora in tanti stanno capendo ed ammettono, i più tacciono e quelli che continuano a sminuire lo fanno evidentemente in autotutela”, scrive il ministro Crosetto.
“IL GOVERNO DEVE RENDERE IMPOSSIBILE L’UTILIZZO DELLE BANCHE DATI PER SCOPI NON AUTORIZZATI”
Dopodiché, secondo Crosetto “occorre, ed il Governo si sta muovendo in tal senso, rendere impossibile l’utilizzo delle banche dati per scopi che non siano quelli autorizzati dalla legge. Occorre punire chiunque abbia abusato del proprio ruolo o del proprio potere finora, sia dipendente pubblico che privato. Ma occorre punire anche chi ha utilizzato queste informazioni e chi le ha commissionate”.
Inoltre, “la cosa più importante sarebbe sapere però se esiste un filo rosso che lega, magari nell’inconsapevolezza degli attori minori, tutte queste, e molte altre, raccolte informative, intrusioni illegittime, inseguimenti, pedinamenti, filmati, fotografie, registrazioni, non autorizzate e non giustificate da nulla di legale e a tutela dell’interesse pubblico. Penso che le dimensioni ormai raggiunte dai fenomeni che stanno emergendo, che ripeto per me non sono che la punta dell’iceberg di un malcostume diffusissimo, debbano portare anche il Parlamento ad una riflessione su come vada affrontato, normato ed indagato questo tema, che può gravemente minare la convivenza democratica, influenzandone uno svolgimento corretto. In molti, troppi, ne hanno goduto, in questi anni”, ha concluso il ministro della Difesa.
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