Lieve calo dei casi di sindromi simil-influenzali in Italia, attribuibile alla chiusura delle scuole per le festività natalizie. Secondo il bollettino settimanale RespiVirNet dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella settimana dal 23 al 29 dicembre 2024 si sono registrati circa 582.500 nuovi casi, portando il totale stagionale a oltre 5,18 milioni di casi. L’incidenza è di 9,9 casi ogni mille assistiti, in diminuzione rispetto ai 10,5 della settimana precedente. Tuttavia, lo scorso anno nello stesso periodo si era raggiunto il picco stagionale con 18,4 casi ogni mille assistiti. “L’intensità di circolazione di influenza questa stagione è stata bassa. Nell’ultima settimana dell’anno addirittura sembra essere stato superato il picco stagionale”. Lo evidenzia, all’Adnkronos Salute, l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’università del Salento. “Se si mantiene questo andamento, neanche la riapertura delle scuole potrebbe modificare significativamente la circolazione, visto che si parte da livelli comunque bassi. Come al solito, però, la prudenza è da tenere sempre in conto”, conclude.
La riduzione dei casi è particolarmente evidente tra i bambini sotto i 5 anni, che rimangono comunque la fascia più colpita: l’incidenza è scesa da 27,7 a 23,6 casi ogni mille assistiti. Le regioni con i livelli più alti di incidenza sono Liguria, Toscana, Lazio e Campania, con valori superiori agli 11 casi ogni mille assistiti, mentre Basilicata e Calabria non hanno attivato la sorveglianza epidemiologica. Il bollettino sottolinea come il numero di sindromi simil-influenzali sia alimentato non solo dai virus influenzali ma anche da altri agenti respiratori. Durante la settimana monitorata, il 16,8% dei campioni analizzati è risultato positivo all’influenza, con un aumento rispetto al 10,5% della settimana precedente. Tra i campioni influenzali, 111 erano di tipo A (con sottotipi H1N1pdm09 e H3N2) e 25 di tipo B. In parallelo, è emersa una significativa co-circolazione di altri virus respiratori: il 10% dei campioni è risultato positivo al virus respiratorio sinciziale, il 12% a rhinovirus, il 6% ad adenovirus, oltre a coronavirus umani, metapneumovirus, virus parainfluenzali e bocavirus. La contemporanea circolazione di virus influenzali e di altri agenti patogeni rende complessa l’analisi dei dati e contribuisce all’incidenza delle sindromi simil-influenzali. Il lieve calo osservato è attribuibile alle vacanze natalizie, durante le quali la chiusura delle scuole riduce i contatti tra i bambini, principali vettori di contagio. Tuttavia, con la riapertura delle attività scolastiche, il numero di casi potrebbe nuovamente aumentare. L’Iss continua a monitorare l’evoluzione della situazione epidemiologica, raccomandando l’adozione di misure preventive come la vaccinazione e le norme igieniche per limitare la diffusione del virus.
“Dall’inizio della stagione 2024-2025 la curva epidemiologica dell’influenza è più bassa rispetto alla scorsa stagione. Forse abbiamo anche raggiunto il picco, perché si verifica sempre nelle prime due settimane di gennaio quindi la risposta certa potremo averla nelle prossime due settimane ma siamo a gennaio e possiamo dire non c’è stata una circolazione particolarmente rilevante del virus. Siamo quindi di fronte ad una stagione più mite da un punto di vista epidemiologico con una circolazione quasi pigra”, spiega all’Adnkronos Salute Massimo Andreoni, direttore scientifico della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali. “Il livello di vaccinazione della popolazione candidabile, seppur non fallimentare, non giustifica questi dati – precisa Andreoni – l’influenza ha anni con maggior circolazione e altri con dati più bassi. Questa stagione è iniziata con valori non particolarmente alti e continua il trend. Abbiamo una ‘marmellata’ di virus respiratori che circolano e una predominanza dell’influenza, poco virus sinciziale che però emerge a febbraio-marzo. In ospedale – conclude – non vediamo un afflusso di casi gravi, pochi i casi complicati”. “I dati dell’ultimo bollettino settimanale Covid ci dicono che fa parte delle sindromi simil-influenzali. Ci aspettavamo un rialzo dei casi per Natale che non c’è stato, non ha ‘sfondato’. E questo deve farci riflettere sui messaggi allarmistici che qualcuno aveva dato sul Sars-CoV-2 e sull’influenza: anche quest’ultima non ha avuto ancora un’impennata. Ormai l’incidenza del Covid è sul 3%, come lo scorso anno, è una malattia endemica come tante altre e non deve più preoccuparci”, sostiene l’epidemiologo Massimo Ciccozzi.
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