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Confindustria ha presentato alle associazioni e alle aziende del Sistema confederale la misura Energy Release, definita in collaborazione con il MASE e il GSE, per dare alle imprese un meccanismo pluriennale di fornitura di energia pulita a prezzi competitivi.
La platea delle imprese energivore in Italia è di circa 3.800, di cui 400 grandi imprese e 3.400 di dimensione medio-piccola. Con l’Energy release queste possono abbattere i costi energetici fino ad un terzo dei loro consumi annui per i prossimi tre anni e investire in progetti rinnovabili. Sarà fondamentale una grande partecipazione delle aziende per estendere al massimo i benefici della misura.
I costi energetici elevati rappresentano, infatti, una barriera significativa per la competitività e la crescita industriale, in particolare per i settori ad alta intensità energetica europei, che hanno visto una riduzione della produzione del 10-15% dal 2021. Per preservare la resilienza dell’industria nel lungo termine, oltre a promuovere gli investimenti in tecnologie a basse emissioni di carbonio, servono anche e soprattutto prezzi dell’energia confrontabili con quelli degli Stati membri e dei Paesi extra-UE.
L’Energy Release è finalizzata a promuovere e accelerare gli
investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia elettrica, tenuto conto degli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima – PNIEC. Nello specifico, la misura supporta la transizione energetica dei settori industriali esposti alla concorrenza internazionale e, quindi, a maggiore rischio di delocalizzazione, fornendo ai clienti finali energivori una priorità nella concessione di superfici pubbliche per la realizzazione degli impianti in caso gli Enti concedenti ricevessero più richieste per le medesime aree e la facoltà di richiedere per 36 mesi (3 anni) una anticipazione del 50% dell’energia che verrà generata a seguito dei loro investimenti e delle relative Garanzie d’Origine.
“Oggi si sta verificando un preoccupante trend, secondo il quale i differenziali fra l’Italia e le altre borse elettriche europee si stanno allargando: lo scorso mese il prezzo elettrico italiano è stato pari a 128,44 €/MWh, 57% in più della Germania, 41% in più della Spagna e 135% in più della Francia”, ha affermato il Delegato del Presidente di
Confindustria per l’Energia, Aurelio Regina, che ha poi ribadito come l’Energy Release possa alleggerire la pressione competitiva sulle aziende se verranno registrate sufficienti adesioni: “Il lavoro di Confindustria si è concentrato sul dialogo con le Istituzioni per ampliare il più possibile la platea di beneficiari, perché vediamo questo provvedimento come un primo tassello della riforma del mercato elettrico. Procediamo nella direzione del disaccoppiamento del prezzo dell’energia green da quello dell’energia fossile come indicato anche da Draghi nel suo rapporto sulla Competitività Europea”.
Presenti al convegno anche il Ministro
dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e il
Presidente del GSE Paolo Arrigoni, per approfondire tutti gli aspetti della misura e fornire alle aziende il supporto necessario per partecipare al bando, in attesa delle regole operative che sono in via di definizione.
A testimonianza dei consumatori industriali è intervenuto Antonio Gozzi, Special Advisor per l’Autonomia Strategica
Europea, Piano Mattei e Competitività – oltre che Presidente di Federacciai – il quale ha sottolineato l’importanza di rendere strutturale questa misura che “rappresenta una novità di rilievo nella battaglia che il sistema manifatturiero da anni combatte per chiudere il differenziale di prezzo che ne mina la redditività e in prospettiva l’esistenza stessa. Ora chiediamo al governo uno sforzo per renderla strutturale. Oggi parliamo principalmente di fotovoltaico ma stiamo già immaginando come estendere il razionale della misura ad altre fonti come quella idroelettrica, la rinnovabile italiana per eccellenza”.
Per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, grazie anche all’energy release, sarà fondamentale lavorare sui temi del permitting degli impianti green e della disponibilità di superfici dove installarli.
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