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Roma, 6 luglio 2023 – Costo del denaro sempre più alto, con la Bce che si appresta, il prossimo 27 luglio, a rialzare ancora i tassi. Una situazione che sta diventando insostenibile per chi ha un mutuo a tasso variabile. Secondo le stime del Codacons, da quando sono iniziati i primi aumenti dei tassi, a partire da metà 2022 ad oggi, le rate sono aumentate dai 240 ai 320 euro al mese per un finanziamento tipo (mutuo tra i 125 e i 150mila euro e durata 25 anni), che, in un anno, fanno dai 2.880 ai 3.840 euro in più di esborso per le famiglie. Cosa può fare, allora, chi si trova ad affrontare questi aumenti?

Gli aumenti dei mutui

Stessa rata, ma durata più lunga

L’ipotesi proposta dal governo e che ha già ottenuto il via libera da Abi è quella di consentire a chi ha un mutuo a tasso variabile di distribuire gli aumenti dei tassi su un arco temporale più lungo, in modo da avere una rata che resti, anche in questa fase, di importo uguale. Un mutuo da pagare in dieci anni, per esempio, potrebbe essere allungato a 15, in modo da ‘ammortizzare’ gli incrementi. Secondo Codacons, però, in questo modo le famiglie potrebbero trovarsi a pagare più interessi. Secondo la simulazione dell’associazione dei consumatori elaborata sulla base delle offerte presenti attualmente sul mercato, chi ha un mutuo a tasso variabile per un importo di 120mila euro e una durata di 25 anni rischia di pagare quasi 3.500 euro l’anno in più. Considerando infatti il Taeg del 4,38% e un piano di ammortamento che prevede il pagamento di interessi per oltre 74mila euro, allungando il mutuo a 30 anni, la famiglia dovrebbe sborsare alla banca oltre 91.500 euro, con un incremento di quasi 17.400 euro in appena cinque anni, ossia attorno ai 3.480 euro l’anno.

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La surroga

Un modo per tentare di risparmiare sulla rata del mutuo è valutare una surroga per trasferire ad un’altra banca il finanziamento e variare così la sua tipologia, il tasso e la durata. In questo modo si può scegliere di passare a un mutuo a tasso fisso o a uno misto, meglio se con cap, ovvero con soglia massima oltre la quale il tasso di interesse non può andare. La surroga è un’operazione gratuita, ma non sempre conviene. Per esempio, se il mutuo è stato acceso ormai da qualche anno, l’aumento del tasso di interesse incide meno sulla rata e un passaggio ad un nuovo mutuo a tasso fisso potrebbe portare in realtà a spendere di più, anche perché nel 2024 il costo del denaro dovrebbe tornare a scendere.

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Rinegoziare il mutuo con la propria banca

È possibile passare da un mutuo variabile a fisso oppure modificare la sua durata rinegoziando il finanziamento direttamente con la propria banca, anche se per l’istituto di credito non è un obbligo accettare di cambiare le condizioni, a meno che non si tratti della cosiddetta rinegoziazione di Stato. Per tutto il 2023, infatti, la banca ha l’obbligo di accettare il passaggio del mutuo da tasso variabile puro a fisso solo se il finanziamento erogato (nella parte capitale) per l’acquisto o la ristrutturazione di un’abitazione non è superiore a 200mila euro. Inoltre, il mutuatario al momento della richiesta deve avere un Isee non superiore a 35mila euro e non deve aver mai pagato in ritardo le rate.

 

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