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L’offerta sarà retail e digitale. In fase di vendita verrà data priorità ai risparmiatori e ai dipendenti di Poste, anche con incentivi ad hoc come possibili sconti sulle azioni. Il Tesoro sta selezionando gli advisor del processo
Poste Italiane apre le danze alla prima offerta pubblica di vendita digitale. Il ministero dell’Economia e la società sono al lavoro per la cessione della seconda tranche, pari al 15% del capitale, entro un mese. La novità di questa operazione che, oltre a essere la prima privatizzazione (da luglio 2016) che coinvolge anche i piccoli risparmiatori, sarà la prima Offerta pubblica di vendita di una società pubblica in versione digitale. L’operazione, fanno sapere fonti vicine al dossier, avverrà «in tempi molto brevi». Il Dipartimento dell’Economia del Mef ha avviato la selezione per gli advisor, tra banche estere e italiane, che dovranno seguire il collocamento. In fase di vendita verrà data priorità ai risparmiatori e ai dipendenti di Poste, anche con incentivi ad hoc come possibili sconti sulle azioni.
L’operazione da 2,5 miliardi
Il progetto al quale ha lavorato il management della società nei mesi scorsi – dopo che il Dpcm sulla privatizzazione era stato varato dal Consiglio dei ministri – e sul quale c’à già stato un primo confronto con la Consob, prevede la possibilità per i risparmiatori, sia clienti di Poste, ma anche coloro che non lo sono, di prenotare e acquistare i titoli della società che verranno messi in vendita anche attraverso i canali remoti del gruppo dei recapiti, quindi attraverso il sito o l’Internet banking. L’operazione dovrebbe avere un controvalore di circa 2,5 miliardi, che saranno incassati dallo Stato.
Tempi stretti per l’offerta
Ma l’azionista e il management della società devono correre, in quanto l’avvio dell’Opv potrebbe cadere il 14 o il 21 ottobre (più probabile questa seconda data). Un’offerta di vendita ha una durata minima di 3 giorni; nel caso dell’Ipo di Poste, avvenuta 9 anni fa, la durata era stata di 10 giorni. In questa edizione non è da escludere che possa durare qualche giorno di meno. In ogni caso, dovrebbe chiudersi più o meno 10 giorni prima dell’approvazione dei conti dei 9 mesi, prevista il 6 novembre, perché si entra nel periodo di black-out della comunicazione finanziaria di un’azienda prima dell’approvazione dei conti.
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