CINA POPOLARE, balzo tecnologico e confronto con gli Usa. L’egemonia mondiale passa attraverso il controllo dell’AI: il fenomeno DeepSeek

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a cura di Matteo Navacci, Co-Founder Privacy Week – Nell’era dell’intelligenza artificiale la battaglia verso l’ultima frontiera e quella che oggi chiamiamo Intelligenza Artificiale Generale o Super Intelligence Artificiale, non si combatte più nei consigli di amministrazione delle grandi corporazioni, poiché è divenuta una lotta geopolitica tra Stati Uniti d’America e Cina Popolare. In questi giorni si intrecciano tra loro due narrazioni parallele ma convergenti. Con l’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca è stato avviato lo sviluppo dello Stargate Project, Contestualmente, dalla Repubblica Popolare è giunta la notizia del rilascio «open source» senza precedenti di un nuovo modello denominato DeepSeek.

STARGATE PROJECT

Lo Stargate Project, guidato da OpenAI in collaborazione con SoftBank, Oracle, Nvidia e Microsoft, è un’iniziativa ambiziosa dalla cifra fantasmagorica di 500 miliardi di dollari. Per capirci: l’intero bilancio dell’Unione europea ammonta a 203 miliardi di euro, mentre la Legge di Bilancio italiana del 2025 è pari a 30 miliardi di euro e gli investimenti previsti in Europa nel settore dell’intelligenza artificiale raggiungono gli 8 miliardi di euro. Gli Stati Uniti d’America sono intenzionati a consolidare il loro dominio nell’intelligenza artificiale (AI). Il progetto in questione costituisce una pietra angolare non soltanto ai fini dell’innovazione nel campo specifico, bensì per la reindustrializzazione del Paese. Malgrado le paure che diffonde l’AI riguardo alla perdita di posti di lavoro, la promessa americana è invece quella di creare molta occupazione e rivitalizzare l’infrastruttura industriale allineandosi anche agli obiettivi di sicurezza nazionale.

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UNA VASTA INFRASTRUTTURA COMPUTAZIONALE

Attraverso la costruzione di una vasta infrastruttura computazionale e l’adozione di tecnologie all’avanguardia, Stargate è stato creerà un ecosistema che sarà in grado di addestrare e distribuire la prossima generazione di modelli AGI, che a giudicare dalle recenti comunicazioni da parte delle maggiori corporazioni (come OpenAI e Anthropic) non sembra essere così lontana. La collaborazione tra OpenAI, Nvidia e Oracle sottolinea un allineamento strategico tra interessi aziendali e nazionali che fa il paio con quello parallelo delle Big Tech della comunicazione. Trump sembra aver messo davvero d’accordo tutti. Dall’altra parte del globo, DeepSeek, una spin-off del travagliato fondo quantistico High-Flyer, ha sconvolto in questi giorni il panorama dell’Ai con il rilascio di un modello open source che eguaglia le capacità dell’o1 di OpenAI, ma una frazione del costo. Il rilascio del modello di DeepSeek con licenza MIT, insieme a tecniche rivoluzionarie nel reinforcement learning e nella distillazione, rappresenta al tempo stesso un miracolo tecnico e una dichiarazione politica da parte della Cina Popolare.

DEEP SEEK E L’OPEN SOURCE COME ARMA POLITICA

Rendendo accessibili queste capacità avanzate di ragionamento a chiunque disponga di una potenza computazionale sufficiente (alcuni sono riusciti anche a farlo girare in locale), DeepSeek ha forzato la mano e accelerato la corsa globale agli armamenti dell’AI. DeepSeek è apparentemente un trionfo della comunità open source, che ha sfidato il dominio degli ecosistemi chiusi, quale quello di OpenAI. Tuttavia, il tempismo e la sua stessa natura paiono suggerire motivazioni di natura strategica. Rilasciando un modello che rivaleggia con i migliori closed-source americani, Pechino conferma infatti su scala globale la propria capacità tecnologica e al contempo dipinge le aziende americane di AI come opache e non inclusive. Probabilmente questo sviluppo costringerà gli americani ad accelerare l’innovazione e a incrementare il livello di trasparenza. La maggiore trasparenza dei modelli americani potrebbe indubbiamente favorire anche la corsa verso l’AGI della Cina, che non si fa certo scrupoli a usare segreti aziendali altrui.

L’UNIONE EUROPEA RESTA TAGLIATA FUORI DAL DUOPOLIO

Iniziative open source quali il modello di DeepSeek fungono sia da dichiarazione di trasparenza che da strumento di leva geopolitica. Come è stato recentemente dichiarato da un consigliere per la Sicurezza nazionale statunitense, «l’AI è vista come il Manhattan Project 2.0», dunque, ogni suo nuovo rilascio, sia esso open o closed, risulta essere una mossa calcolata con chiari risvolti geopolitici. Gli ultimi eventi riflettono la dualità del panorama attuale dell’AI. Da un lato, gli Stati Uniti d’America puntano sul loro modello guidato dalle imprese, con una collaborazione tra il governo e il settore privato volta a scalare il dominio industriale e tecnologico. Dall’altro, la Repubblica popolare cinese abbraccia una strategia di trasparenza per sfidare apertamente la narrativa del primato occidentale nell’AI e mostrare a tutti che non servono 500 miliardi di dollari per essere i primi della classe. Nel frattempo non si è anncora chiarito un aspetto: quale sarà la strategia dell’Unione europea?

ARTIFICIAL INTELLIGENCE ACT

Al riguardo l’Artificial Intelligence Act è legge, ma di start up competitive nel panorama dell’intelligenza artificiale per ora non se ne vedono. Gli incentivi economici, se comparati a quelli erogati dagli Stati Uniti o dalla Cina, sembrano briciole. Quindi si è di fronte a una sorta di dichiarazione d’intenti alla quale, però, non sta seguendo alcuna azione concreta. Non va inoltre dimenticato che la questione energetica è fondamentale per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Il potere computazionale richiesto da essa sarà sempre maggiore, ma in questo momento il Vecchio continente è stretto in una morsa che non gli consente alcun azzardo. Insomma: a causa di crisi energetica, burocrazia e carenza di investimenti risulta difficile immaginare una partecipazione a questa nuova competizione globale.

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