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L’azienda nata da un’idea di Sabrina Fiorentino vuole rivoluzionare il trattamento dell’infertilità e delle disfunzioni ormonali con i principi attivi della dieta mediterranea
Sestre, startup pugliese specializzata nella produzione di integratori nutraceutici creati dai prodotti tradizionali della dieta mediterranea, ha annunciato la chiusura di un round da 400mila euro. Adesso la startup tutta al femminile proseguirà il progetto di crescita in Italia con espansione all’estero, a partire dalla Spagna.
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L’azienda ha ottenuto un follow-on investment di 400mila euro da parte di Cassa Depositi e Prestiti, grazie al supporto di Terra Next, il programma di accelerazione della Rete Nazionale CDP Venture Capital in cui era stata selezionata nel primo batch, e del Fondo Imprese Femminili del MiMiT. Al round si uniscono nuove figure, come Lifegate Way.
Il round di Sestre
«Con questo nuovo apporto economico, siamo pronte a raggiungere nuovi traguardi, in particolare quello di consolidare il mercato italiano e di espanderci all’estero, partendo subito dalla Spagna – commenta la CEO di Sestre, Sabrina Fiorentino – La nostra mission è quella di rivoluzionare il trattamento dell’infertilità e delle disfunzioni ormonali con i principi attivi della dieta mediterranea, simbolo del Made in Italy». La startup fondata nel 2017 a Trinitapoli da un’idea di Sabrina Fiorentino, condivisa da quattro sorelle unite dalla passione per la ricerca scientifica, la nutraceutica e la tecnologia, ha l’obiettivo di migliorare la qualità della vita delle donne. Attualmente conta 8 dipendenti e nel 2023 ha raggiunto un fatturato di oltre 400mila euro a detta dell’azienda.
Che cosa fa Sestre
Negli ultimi due anni, Sestre ha validato scientificamente i propri integratori nutraceutici tramite studi clinici, ottenendo il brevetto di invenzione Epigenox. Questo grazie anche alla consulenza e all’impegno di più di 250 medici specializzati coinvolti nel progetto, che hanno consentito di aiutare più di 4.000 donne attraverso trattamenti per coadiuvare disfunzioni ormonali e malattie infiammatorie, ma anche per migliorare le difese immunitarie, riequilibrare il microbiota e soprattutto per accompagnare le donne verso il concepimento.
Forte di una rete di oltre dieci tra i maggiori distributori farmaceutici in Italia, nell’ultimo anno Sestre ha iniziato ad affiancare le donne anche tramite un servizio di salute digitale, che permette di personalizzare le terapie, monitorare i miglioramenti sintomatologici e massimizzare i risultati. L’azienda è attualmente impegnata nello sviluppo di una piattaforma tech basata su algoritmi di machine learning, in grado di predire il rischio di infertilità in base allo stato di salute del microbiota. Questa innovazione consentirà a Sestre di identificare delle caratteristiche che miglioreranno ulteriormente l’efficacia dei trattamenti e guideranno lo sviluppo di nuovi prodotti sempre più personalizzati e innovativi. Il progetto mira anche a creare consapevolezza sulle malattie invisibili e sui tabù della medicina.
Le origini di Sestre
“Sestre” in bosniaco significa “Sorelle“: e sorelle non sono solo le fondatrici dell’azienda – Sabrina e Silvia Fiorentino, ideatrici delle formulazioni – e le due socie che ora le affiancano nel board con competenze manageriali e tecnologiche – Sonia e Gloria Elicio – ma anche tutte le donne che la startup intende sostenere. L’obiettivo della startup è, infatti, quello di diventare un punto di riferimento per il benessere mestruale, la fertilità femminile e la cura di malattie invisibili, come la vulvodinia e l’endometriosi (per la quale ha ideato il primo integratore scientificamente dimostrato che ne coadiuva il trattamento), migliorando la qualità della vita delle donne in tutte le sue fasi.
I nutraceutici Sestre – venduti da farmacie, marketplace online e su www.sestre.it – contengono materie prime selezionate da produttori italiani e sono 100% naturali, formulati a partire da ricerche scientifiche, testati attraverso prove in vitro e pre-cliniche e autorizzati all’immissione in commercio dal Ministero della Salute. I packaging sono ecosostenibili e a impatto zero.
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