Abuso spirituale e falso misticismo: è giunto il momento di affrontarli

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Sono sempre esistiti casi di abusi in cui gli atti vengono commessi con il pretesto della spiritualità e del misticismo. Finora il diritto canonico non è stato in grado di affrontare tali atti: ma di recente dal Vaticano è stato comunicato di voler studiare come risolvere il problema legalmente, valutando il modo per introdurre un reato di diritto canonico per abuso spirituale e falso misticismo. Attualmente è possibile tenere conto solo del “falso misticismo” nel valutare la gravità di altri crimini, ma non punire tale comportamento. Il Dicastero vaticano della Fede ha pubblicato, nel suo sito web, un modello generale di discussione.

Sono sempre esistiti casi di abusi in cui gli atti vengono commessi con il pretesto della spiritualità e del misticismo. Finora il diritto canonico non è stato in grado di affrontare tali atti: ma di recente dal Vaticano è stato comunicato di voler studiare come risolvere il problema legalmente, valutando il modo per introdurre un reato di diritto canonico per abuso spirituale e falso misticismo. Attualmente è possibile tenere conto solo del “falso misticismo” nel valutare la gravità di altri crimini, ma non punire tale comportamento. Il Dicastero vaticano della Fede ha pubblicato, nel suo sito web, un modello generale di discussione, che il prefetto, il cardinale Víctor Manuel Fernández, ha presentato a Papa Francesco, mentre il Dicastero per i testi legislativi ha istituito un gruppo di lavoro composto da rappresentanti di entrambi i Dicasteri, presieduto dal Prefetto del Dicastero Giuridico, l’arcivescovo Filippo Iannone O. Carm.: l’impegno è quello di preparare un disegno di legge, ancora non calendarizzato, che dovrà considerare – come spiegato nel documento di discussione – che se si parla di abuso spirituale e falso misticismo si tratta di idee spirituali “che danneggiano l’armonia dell’immagine cattolica di Dio e il nostro rapporto con il Signore”.
Il processo di valutazione e studio dell’Abuso spirituale è ampiamente dibattuto oggi in Austria. Il professor Johannes Panhofer, direttore accademico del corso di pastorale del dipartimento di teologia pratica dell’Università teologica di Innsbruck, offre ad Agensir una analisi storica e teologica del problema: “Da un punto di vista storico, va detto realisticamente che: dove c’è potere, purtroppo c’è sempre un abuso di potere. Questo vale anche per la Chiesa, soprattutto nei tempi in cui era dotata anche di potere politico. Gli abusi clericali hanno quindi una lunga storia – a volte mescolati ad abusi sessuali, come descritto, ad esempio, dallo storico della Chiesa Hubert Wolf nel libro “Le monache di Sant’Ambrogio”. La Chiesa ha ripetutamente tentato di intervenire contro questo fenomeno. Un esempio è il decreto “Horrendum” di Papa Pio V del 1568, che intendeva sanzionare gli abusi sessuali dei sacerdoti. Tuttavia, si trattava di misure isolate e individuali. Gli scandali sugli abusi della seconda metà del XX secolo hanno cambiato radicalmente la situazione negli ultimi decenni, perché la Chiesa sta affrontando il problema in modo sistematico e in molti Paesi è stato avviato un serio lavoro di prevenzione. La dimensione dell’abuso clericale, che è anche molto più difficile da individuare, sta giocando un ruolo sempre più importante in Austria da circa 6 anni”. Ma la necessità di approfondire l’analisi, oltre l’abuso fisico porta alla scoperta di un differente approccio di valutazione del problema: Panhofer ricorda che “per molto tempo, il termine “abuso spirituale” è stato utilizzato solo in relazione ai culti e ai loro leader religiosi o guru autoritari, che mantengono i loro seguaci in rapporti di sfruttamento e dipendenza. Sulla scia degli abusi sessuali, la dimensione dell’abuso spirituale è stata scoperta anche nella Chiesa cattolica. Certo, spesso non è facile distinguere tra l’abuso spirituale in termini concreti e l’incompetenza pastorale o la scarsa qualità della predicazione”. Per l’Austria, la Conferenza episcopale austriaca ha istituito un gruppo di lavoro con esperti di vari settori, presieduto dal vescovo di Feldkirch, mons. Benno Elbs, per esaminare il fenomeno e il concetto di “violenza spirituale”. Panhofer evidenzia i risultati del gruppo di lavoro dai quali emerge che “la violenza spirituale si verifica quando l’autorità personale, spirituale o istituzionale viene usata per limitare in modo irragionevole gli interessi, l’integrità e il diritto all’autodeterminazione religiosa di un’altra persona”. Per il teologo è importante che il gruppo di lavoro abbia evidenziato la necessità che “nella formazione dei sacerdoti, dei diaconi e del personale pastorale, dovrebbero esserci elementi obbligatori sul tema dell’abuso spirituale che trattino l’abuso di potere, le relazioni di dipendenza, i disturbi della personalità e le immagini di Dio. Su questa base anche le linee guida per la confessione dovrebbero essere rivisitate. D’altro canto, sarebbe necessario anche formare la consapevolezza dei modelli comportamentali delle persone che mostrano una tendenza alla “potenziale vittimizzazione”, anche per la loro stessa autoprotezione”. Secondo Panhofer, la riflessione in atto in Austria sta portando frutti ma soprattutto sta creando la consapevolezza che “l’intenso lavoro su questo importante tema, a vari livelli della Chiesa austriaca, sta dando risultati incoraggianti. Nella diocesi di Innsbruck, dove lavoro – aggiunge Panhofer -, non solo tutti i sacerdoti, i diaconi e il personale pastorale si confrontano con questo tema nell’ambito del programma di formazione di base obbligatorio, ma poi, l’argomento è trattato in modo specifico anche in un corso di formazione separato per i leader della Chiesa ed è incluso in vari eventi di formazione pastorale e di aggiornamento”. Anche il Consiglio presbiterale ha affrontato questo tema in modo specifico. È un argomento obbligatorio nel seminario e le comunità religiose lo affrontano in modi diversi. Tuttavia, la consapevolezza dei pericoli dell’abuso spirituale varia notevolmente. Ad esempio, si critica il fatto che i vescovi non richiedano una discussione sufficiente su questo tema da parte di alcuni movimenti spirituali, che sono molto popolari. La trattazione del tema degli “abusi spirituali” si concentra certamente sulla formazione e l’aggiornamento delle singole persone (sacerdoti, diaconi, operatori pastorali”. In qualità di collaboratore della Facoltà di Teologia di Innsbruck, Panhofer vorrebbe che “questo tema fosse più presente nello studio della teologia e della predicazione. Oltre alle disgrazie che l’abuso spirituale comporta per determinati individui, esso oscura in modo permanente il volto filantropico di Dio. Il comportamento autoritario sfigura anche il volto di Gesù. Non voglio quindi limitare questo fenomeno negativo al termine “violenza spirituale”, come ha fatto il gruppo di lavoro della Conferenza episcopale austriaca. Questo può effettivamente essere utile e necessario per registrare il “reato”. Questo perché il fenomeno dell’“abuso spirituale” è difficile da comprendere e, a differenza dell’abuso di autorità, non è ancora stato coperto dal diritto canonico. Gli sforzi compiuti a Roma per affrontare questo “reato” nell’ambito del diritto canonico – conclude – sono quindi estremamente apprezzabili”.





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