InfoCamere compie 30 anni. Potere dei dati a servizio di Pa e aziende

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C’è un’azienda consortile pubblica italiana che ha appena compiuto 30 anni e che ha fatto dell’elaborazione dei dati un tesoro utile per le imprese e la pubblica amministrazione. Alla fine del 1994, infatti, nacque InfoCamere per scissione da Cerved, restando il Consorzio informatico delle Camere di Commercio mentre Cerved è stata ceduta nel 2021 alla Ion del business man Andrea Pignataro e oggi è un gruppo multinazionale da 1,03 miliardi di euro. Nel 1996 InfoCamere mise alla luce il suo primogenito: il registro delle imprese (l’anagrafe delle imprese). In un’epoca in cui il www era ai primi passi, il presidente del Consiglio di allora, Carlo Azeglio Ciampi, firmò la legge che rivoluzionò i registri cartacei d’epoca napoleonica presso i tribunali prevedendo il registro di tutte le imprese italiane (che sono circa sei milioni) in forma completamente digitale, presso le Camere. InfoCamere lo realizzò secondo un paradigma ora più attuale che mai: registrare i dati e le informazioni contenute, lasciando in secondo piano il modello, la scansione ottica del documento. Quindi il registro nacque nativo digitale, non analogico digitale.

La svolta con l’identità digitale

Il superamento definitivo dei faldoni di carta agli sportelli pubblici avvenne quando nel 2003 InfoCamere e altri realizzarono la firma digitale, fiore all’occhiello del ministro Franco Bassanini, grande innovatore della burocrazia italiana. Non a caso oggi oltre 1,5 milioni di imprenditori e professionisti utilizzano l’identità digitale di InfoCamere.

Il successo portò allo spin-off di Infocert (provider di Spid, Pec) e di Trusted Services, oggi azienda leader di settore, nel gruppo quotato Tinexta.

Sette anni dopo InfoCamere entrò in un nuovo fronte della semplificazione per le Imprese: il Suap (Sportello Unico Attività Produttive). La legge prevedeva un punto unico di contatto tra impresa e amministrazioni locali (Comune, Asl, Vigili del Fuoco, ecc.) per tutte le pratiche che ne autorizzano l’attività. Le Camere sono quindi chiamate a supportare i comuni che non hanno una piattaforma digitale propria. I numeri testimoniano il successo dell’impresa: oggi il 51,8% dei comuni utilizza la piattaforma Suap di InfoCamere, tra questi 54 capoluoghi (tra cui Bari, Milano, Napoli, Torino, Venezia).

Nel 2017 nacque l’app impresa.italia.it, piattaforma dedicata al rapporto tra imprenditore e pubblica amministrazione. Il primo obiettivo era di dare accesso ai documenti della propria azienda conservati dalla Pa, per poi offrire servizi d’assistenza, informazioni (bandi, contributi, progetti) e adempimenti semplificati. Oggi l’app è utilizzata da 2,9 milioni di imprenditori, con tassi di crescita di 0,5 milioni di nuovi utenti all’anno. Nel 2023, poi, le Camere di Commercio hanno avviato il registro dei titolari effettivi. La legge comunitaria in tema d’antiriciclaggio prevede infatti l’indicazione della persona fisica che controlla un’azienda o un’organizzazione. E InfoCamere ha realizzato la piattaforma digitale che riguarda oltre un milione di soggetti.

InfoCamere compie trent’anni

Oggi dopo trent’anni di vita InfoCamere, di cui Paolo Ghezzi è dg, è un’azienda con 79 soci del sistema camerale, oltre mille dipendenti e un valore della produzione di quasi 128 milioni di euro con investimenti in tecnologia per 7,5 milioni e 9,7 milioni in ricerca, sviluppo e innovazione. Perché mai come oggi, nell’epoca delle poche piattaforme digitali Big Tech, i dati sono potere.

La diffusione dell’informazione, in questo caso economica, in forma pubblica e certificata, è un pilastro della libertà di mercato, della legalità e della democrazia. Da tre decenni InfoCamere e le Camere di Commercio lavorano per questo obiettivo sapendo che per realizzarlo è essenziale investire in infrastrutture digitali, formazione continua e politiche che favoriscano sperimentazione e adozione di nuove tecnologie come l’AI, secondo un approccio culturale che sappia sfruttare tutte le possibilità del partenariato pubblico-privato. Con l’obiettivo di trasformare la Pa in un partner proattivo e strategico per gli imprenditori, rendendo l’Italia un modello di eccellenza nella gestione intelligente dei dati. (riproduzione riservata)

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