La Regione Basilicata ha partecipato all’evento svoltosi alla Camera dei Deputati “InClasse: radici per il futuro”
La Regione Basilicata ha preso parte all’evento “InClasse: radici per il futuro. Imparare, comprendere e partecipare per crescere cittadini consapevoli”, un progetto realizzato da Fondazione Art. 49 in collaborazione con il Parlamento europeo, per promuovere il ruolo dei progetti educativi nella formazione di cittadini consapevoli. Alla Camera dei Deputati, in rappresentanza della Regione Basilicata, è intervenuta la dottoressa Katia Mancusi dell’Ufficio Stampa e Comunicazione che ha posto l’accento sulla necessità, da parte delle pubbliche amministrazioni, di aprirsi al mondo della scuola per accrescere il senso di consapevolezza e di responsabilità. «Dobbiamo contribuire ad allevare cittadini digitalmente responsabili – ha detto la dottoressa Mancusi – per favorire la crescita di una società sana e ragionevole, ovvero educata all’uso della ragione e del- la critica. Si tratta di per- corsi che vanno attivati fin da subito nelle scuole per sostenere la crescita di cittadini attivi e impegnati in un contesto socio-comuni- tario che necessita di menti allenate al pensiero critico. Dobbiamo tornare al concetto di scuola e di apprendimento come lo intendeva Socrate, quella Scholè che era studio inteso come passione e come amore del sapere, sarà così più semplice, per i giovani, utilizzare il web e gli strumenti di comunicazione con buon senso e ragionevolezza». «Dobbiamo contribuire ad allevare cittadini digitalmente responsabili – ha aggiunto Mancusi – per favorire la crescita di una società sana e ragionevole, ovvero educata all’uso della ragione e della critica. Si tratta di percorsi che vanno attivati fin da subito nelle scuole per sostenere la crescita di cittadini attivi e impegnati in un contesto socio-comunitario che necessita di menti allenate al pensiero critico. Dobbiamo tornare al concetto di scuola e di apprendimento come lo intendeva Socrate, quella Scholè che era studio inteso come passione e come amore del sapere, sarà così più semplice, per i giovani, utilizzare il web e gli strumenti di comunicazione con buon senso e ragionevolezza». L’obiettivo è il rilascio di un “patentino digitale” che sarà consegnato agli studenti dopo un percorso educativo che consentirà di approfondire la conoscenza della tecnologia e del mondo digitale, per formare una cittadinanza digitale sicura e responsabile, in grado di navigare nel mondo virtuale in modo etico e consapevole. All’evento hanno partecipato parlamentari europei, rappresentanti delle Regioni italiane e degli organismi Agcom e Corecom. L’evento “InClasse: radici per il futuro – Imparare, comprendere, partecipare, per crescere cittadini consapevoli”, ha rappresentato l’occasione anche per presentare l’analisi del Centro Studi della Fondazione Art. 49 sull’abbandono scolastico. Secondo la Strategia 2030 dell’Unione Europea, l’abbandono precoce di istruzione o formazione, con al massimo un titolo secondario inferiore, dovrebbe ridursi al 9%. L’Italia, però, è oggi uno dei 10 Paesi che non rispetta questo limite. L’Italia è quinto in negativo nell’Unione europea con un tasso del 10,5% di abbandono scolastico, dietro a Romania, Spagna, Germania e Ungheria. Non solo l’Italia come Paese non rispetta gli obiettivi Ue, come emerso dallo studio presentato a Roma, ma anche al suo interno ci sono grandi divari: secondo la rielaborazione di Fondazione Art.49, 11 regioni italiane su 21, considerando nel conteggio la provincia autonoma di Bolzano e Trento, sono al momento fortemente non in linea con gli obiettivi. In particolare, Sardegna e Sicilia sono le regioni peggiori con rispettivamente una percentuale di abbandono scolastico del 17,3% e 17,1%, seguite dalla provincia autonoma di Bolzano (16,2%). Le due isole sono anche le due regioni tra le 20 peggiori nell’Unione europea: la Sardegna è 14° e la Sicilia 17°. Male anche la Campania con il 16%. Tra le regioni migliori, invece, quelle del centro Italia: l’Umbria ha la performance migliore con il 5,6%, seguita dal 6,1% di Lazio e Marche.
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