L’Italia e la pentola sul fuoco
Cosa penserebbe il marziano di Pif se atterrasse in Italia dalle parti del Parlamento? Più o meno quello che pensa “l’uomo della strada” al bar, o tutti gli altri, quelli che non frequentano il bar e imparano le news dal telegiornale o direttamente sul telefonino? Tutti vediamo che in Italia tira un’aria di guerra senza quartiere e ci viene la domanda più ovvia: dove andremo a finire?
Perchè non si tratta più del naturale scontro fra maggioranza e opposizione che caratterizza ogni democrazia, ma di una guerra che coinvolge direttamente le varie funzioni dello Stato, le istituzioni indipendenti che stanno alla base della nostra democrazia. La protesta, composta ma di massa, dei giudici contro la riforma della separazione delle carriere, segna un punto di non ritorno dello scontro tra Potere esecutivo (il Governo) e la Magistratura. Uno scontro preceduto e seguito da una sfilza di accuse e di insulti contro presunti “giudici comunisti”.
La vicenda del torturatore Generale Almasri, recapitato a casa sua in Libia in tutta fretta con un aereo di stato, senza un doveroso intervento da parte del ministro competente, è una pagina nera dell’Italia che si dichiara un paese democratico e difensore dei diritti umani. Quello invece che è successo dopo, a seguito di una denuncia di un avvocato (un avvocato di destra), rappresenta il normale corso della giustizia. La procura di Roma ha 90 giorni di tempo per esaminare e valutare se ci sono elementi sufficienti per rinviare a giudizio Meloni, Nordio, Piantedosi e Mantovano, diversamente archivierà la pratica.
Cosa c’è di strano in tutto questo? Non è forse la medesima strada che percorre ogni cittadino italiano che viene denunciato per qualche reato? O forse governo e ministri devono godere di una sorta di immunità preventiva? Tutti siamo uguali davanti alla legge. Anche l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, prima rinviato a giudizio per i migranti trattenuti sulla nave Diciotti, quindi prosciolto.
Perchè allora tutto questo clamore, compresa la dichiarazione indignata e vittimista di Giorgia Meloni? Se mettiamo insieme tutti i pezzi di questa battaglia ingaggiata dal Centrodestra e dal Governo contro la magistratura, si intravede una precisa volontà politica di ridurre l’autonomia della Magistratura, uno dei mattoni della nostra Costituzione.
Ma la guerra italiana ha altri fronti aperti. Prima di tutto quella tra Nord e Sud. La legge sull’Autonomia differenziata, oggi in stand by per le modifiche richieste dalla Corte Costituzionale, è avversata da alcune Regioni e nei sondaggi viene bocciata in massa dagli italiani del sud. Poi c’è la campagna, Salvini in testa, contro il diritto di sciopero. Infine il Presidenzialismo/Premierato un’altra bandiera del Centrodestra che sarà presto discusso in parlamento, con l’obiettivo di dare ancora più potere all’esecutivo e ridurre i poteri del Presidente della Repubblica.
Eppure ci sarebbe tanto a cui applicarsi per “cambiare l’Italia”, come promette tutti i giorni Giorgia Meloni. L’evasione fiscale, la diseguaglianza e la povertà che avanzano, il Sud che continua ad arrancare, i laureati che scappano all’estero…
Questo governo, il primo guidato dalla destra, si sente invece investito di un compito storico: cambiare le regole del gioco. Per questo ha messo a bollire la pentola. È una pentola robusta, costruita con cura dai nostri padri costituenti, ma se si continua ad alimentare il fuoco, a gridare al complotto, la pentola può scoppiare. Se si assaltano le istituzioni ci andranno di mezzo tutti gli italiani.
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Nato a Ferrara, è innamorato del Sud (d’Italia e del Mondo) ma a Ferrara gli piace tornare. Giornalista, autore, infinito lettore. E’ stato tra i soci fondatori della cooperativa sociale “le pagine” di cui è stato presidente per tre lustri. Ha collaborato a Rocca, Linus, Cuore, il manifesto e molti altri giornali e riviste. E’ direttore responsabile di “madrugada”, trimestrale di incontri e racconti e del quotidiano online “Periscopio”. Ha tre figli di cui va ingenuamente fiero e di cui mostra le fotografie a chiunque incontra.
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