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Il panorama dell’innovazione italiana non è mai stato così promettente. Lo confermano i dati presentati da InnovUp, Assolombarda e Fondazione Ricerca e Imprenditorialità (R&I) durante l’Italian Tech Week di Torino, evento che ha messo sotto i riflettori l’importante contributo delle startup italiane e dell’intero ecosistema dell’innovazione nel creare posti di lavoro e generare valore economico. Dal 2012 a oggi, infatti, la filiera dell’innovazione ha prodotto oltre 210.000 nuovi posti di lavoro, mobilitando circa 40 miliardi di euro.
Dal 2012 a oggi, la filiera dell’innovazione ha prodotto oltre 210.000 nuovi posti di lavoro, mobilitando circa 40 miliardi di euro.
Il primo studio di mercato mai condotto sull’impatto occupazionale della filiera dell’innovazione in Italia ha rivelato numeri impressionanti: le startup, solo nell’ultimo decennio, hanno creato oltre 63.000 posti di lavoro, un dato che rappresenta il 7,3% dell’incremento occupazionale nazionale nello stesso periodo. Oltre a ciò, queste aziende innovative hanno coinvolto più di 87.000 soci, per un totale di 150.000 persone direttamente coinvolte nel settore.
Uno dei dati più significativi è la crescita delle risorse umane nelle startup italiane: il 62% di esse ha osservato un incremento superiore al 25% nell’ultimo anno. Questo trend positivo è ancora più evidente nei primi cinque anni di vita delle imprese innovative, che hanno registrato una crescita occupazionale del 126%, superiore al tasso di crescita delle nuove imprese in generale, pari al 117%.
Un ruolo centrale per l’economia italiana
Le startup italiane non solo creano posti di lavoro, ma generano anche fatturati consistenti. Nel 2022, il fatturato totale delle startup innovative italiane è stato di 11,7 miliardi di euro, cifra che è salita a 12,8 miliardi nel 2023, con un valore aggiunto prodotto che ha raggiunto i 3 miliardi di euro. Questa crescita è trainata soprattutto dalle cosiddette “Gazzelle”, aziende ad alto tasso di crescita, che nel solo 2022 hanno generato 4.609 nuovi posti di lavoro.
Nel 2022, il fatturato totale delle startup innovative italiane è stato di 11,7 miliardi di euro, cifra che è salita a 12,8 miliardi nel 2023
Le regioni del Nord Italia, come Lombardia, Liguria e Piemonte, giocano un ruolo chiave in questo scenario, ospitando oltre un terzo delle startup italiane e fornendo impiego a 25.237 persone, il 43,4% del totale nazionale. Tuttavia, questo non significa che il resto del Paese sia escluso dalla crescita. L’ecosistema delle startup è diffuso in tutta Italia e continua a espandersi, sostenuto da politiche pubbliche e investimenti privati sempre più mirati.
Gli investimenti come chiave per il futuro
Uno degli elementi critici per il successo delle startup italiane è rappresentato dagli investimenti. Secondo lo studio “Identikit delle Startup Italiane 2024”, condotto da InnovUp, tra giugno e settembre 2024, il 40% delle startup italiane ha ottenuto finanziamenti compresi tra 100.000 e un milione di euro, mentre il 10% ha superato la soglia del milione. Tuttavia, come sottolinea il vicepresidente di Assolombarda, Federico Chiarini, i finanziamenti attuali sono ancora insufficienti rispetto al potenziale di crescita del settore.
Se con solo lo 0,06% del PIL investito in venture capital, le nostre startup e PMI innovative hanno creato 210.000 posti di lavoro e 23,1 miliardi di fatturato, i risultati potrebbero più che raddoppiare se raggiungessimo la media europea di investimenti in questa asset class”, ha dichiarato Chiarini.
Per raggiungere questo obiettivo, è necessario indirizzare parte degli enormi risparmi privati italiani, stimati in oltre 5.000 miliardi di euro, verso l’economia reale. Parallelamente, è cruciale sviluppare politiche ambiziose che favoriscano lo sviluppo delle startup, come l’introduzione di agevolazioni fiscali sugli investimenti e il supporto alla ricerca e sviluppo.
L’importanza dell’ecosistema
Il dinamismo delle startup italiane è reso possibile da un ecosistema che promuove la collaborazione tra imprese, istituzioni e investitori. In questo contesto, l’Open Innovation gioca un ruolo di primo piano. Il mercato dei servizi professionali legati a questo modello di innovazione vale circa 3 miliardi di euro, e si prevede che continuerà a crescere a un tasso annuo del 2%, nonostante le sfide poste dalle tensioni geopolitiche e dal rallentamento dell’economia globale.
Secondo Antonio Perfetti, consigliere delegato della Fondazione R&I, l’Open Innovation e il Technology Transfer rappresentano due pilastri fondamentali per sostenere l’imprenditorialità innovativa in Italia. Le startup italiane, infatti, hanno una probabilità di sopravvivenza del 60% alla fine del quinto anno, un dato superiore alla media delle nuove imprese in generale, che è del 46%.
Sfide e opportunità
Nonostante i risultati positivi, le startup italiane continuano a fronteggiare sfide importanti. L’accesso al capitale rimane una delle barriere principali, così come la burocrazia e il costo del lavoro. Tuttavia, il settore mostra segni di resilienza e capacità di adattamento. Il 50% delle startup ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25% nell’ultimo anno, e il 16% delle aziende ha visto una crescita esponenziale delle proprie risorse umane, con incrementi superiori al 50%.
Il 50% delle startup ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25% nell’ultimo anno, e il 16% delle aziende ha visto una crescita esponenziale delle proprie risorse umane, con incrementi superiori al 50%.
Barbara Graffino, presidente dei Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali di Torino, ha sottolineato l’importanza di investire nell’educazione all’imprenditorialità per sostenere lo sviluppo futuro del settore. “È necessario alimentare un ecosistema che sostenga e valorizzi gli attori del cambiamento, fornendo alle nuove generazioni gli strumenti per dare vita alle proprie idee”, ha affermato.
Un futuro promettente
Guardando al futuro, il 70% delle startup italiane si dichiara soddisfatto del proprio percorso di crescita, un segnale positivo che fa ben sperare per il futuro dell’innovazione in Italia. Tuttavia, come evidenziato da Cristina Angelillo, presidente di InnovUp, è fondamentale che il governo continui a supportare il settore con misure mirate, come il miglioramento delle politiche dedicate alle startup contenute nel cosiddetto DDL Concorrenza e il completamento del Startup Act 2.0.
Con un ecosistema sempre più maturo e la capacità di creare occupazione di qualità, le startup italiane si confermano un motore cruciale per lo sviluppo economico del Paese. Per mantenere questo slancio, sarà essenziale continuare a investire in innovazione, formazione e politiche di sostegno, creando le condizioni per un futuro imprenditoriale solido e competitivo.
La rapidità di risposta delle startup
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