resta solo il paradosso di Schrödinger

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Ha destato una certa attenzione una intervista di Dario Franceschini, sia per il luogo in cui si è svolta che per i contenuti. Infatti il grande giovane vecchio del Pd ha allestito il suo nuovo ufficio in un’officina automobilistica. Forse per simboleggiare le solite e trite officine di pensiero della sinistra, forse per uscire dagli stereotipi dei palazzi di potere, forse per un vezzo poco comprensibile ai più. Comunque l’officina meccanica sta alla modernità come il pane bianco alle proteine (ma non lo si dica a Franceschini, potrebbe rimanerci male). Poi è notevole anche il contenuto. Il più potente tra gli esponenti del Pd, a sentire i soliti giornalisti bene informati, ha elogiato Schlein, ma al contempo ne ha bocciato l’intera impostazione politica e tattica. Ha proposto infatti di smettere di rincorrere una sempre più difficile alleanza per battere la destra e di tornare al proporzionale secco della prima repubblica.

Anche questa strategia, tuttavia, è tutt’altro che semplice da realizzare. Perché infatti il centrodestra, che sulla propria unità e soprattutto sulle divisioni del centrosinistra basa la sua forza, dovrebbe sostenere una legge elettorale proporzionale? Anzi, il governo vorrebbe un presidenzialismo con Rafforzamento del maggioritario. E perché poi i partiti incapaci di unirsi prima del voto, dovrebbero farlo poi più semplicemente dopo? Non si capisce.

Il contributo di Franceschini e la meccanica quantistica

Quando ho visto Franceschini seduto su un divano al centro dell’officina, ho pensato che volesse dare un tributo alla meccanica quantistica. Poi leggendo mi sono disilluso e ho capito che la mia deformazione matematica mi aveva portato fuori strada. La meccanica quantistica è una delle branche più affascinanti e controintuitive della fisica moderna. Introdotta all’inizio del XX secolo, ha rivoluzionato la nostra comprensione della materia e dell’energia, offrendo un quadro teorico per descrivere il comportamento delle particelle subatomiche. Una delle idee chiave della meccanica quantistica è che l’energia non può assumere valori continui, ma è “quantizzata”. Ciò significa che le particelle come gli elettroni possono trovarsi solo in determinati livelli di energia, simili ai gradini di una scala. Questo concetto è stato introdotto da Max Planck nel 1900 e ha portato alla formulazione della teoria dei quanti.

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Il principio di indeterminazione formulato da Werner Heisenberg nel 1927, afferma che non è possibile conoscere simultaneamente con precisione la posizione e la quantità di moto di una particella. Più precisamente cerchiamo di misurare una di queste grandezze, meno possiamo conoscere l’altra. Questo principio ha implicazioni profonde sulla natura della realtà, suggerendo che, a livello quantistico, esistono limiti intrinseci alla nostra capacità di misurare e prevedere il comportamento delle particelle. Altri principi della meccanica quantistica sono la dualità e la funzione d’inda. La meccanica quantistica introduce l’idea che le particelle subatomiche, come elettroni e fotoni, possiedono sia caratteristiche ondulatorie che particellari. Questa dualità è stata dimostrata attraverso esperimenti come quello della doppia fenditura, in cui le particelle manifestano un comportamento di interferenza tipico delle onde quando non vengono osservate, ma si comportano come particelle quando vengono misurate.

Nella meccanica quantistica, lo stato di una particella è descritto da una funzione d’onda, che contiene tutte le informazioni sulla sua posizione e sul suo stato. Prima di una misurazione, la particella esiste in uno stato di sovrapposizione, il che significa che può trovarsi in più stati contemporaneamente. Solo al momento della misurazione, la funzione d’onda “collassa” in uno stato definito. La meccanica quantistica ha portato anche a numerosi paradossi e interrogativi filosofici. Uno dei più noti è il “paradosso del gatto di Schrödinger”, che illustra la sovrapposizione: un gatto in una scatola è sia vivo che morto fino a quando non si apre la scatola e si osserva il gatto. Questo paradosso solleva questioni sulla natura della realtà e sul ruolo dell’osservatore nella meccanica quantistica.

Ecco, il paradosso di Schrödinger sembra essere perfetto per l’intervista di Franceschini. È realizzata in un’officina che non è più un’officina, elogia una segretaria che contraddice radicalmente pur dicendo di sostenerla, rappresenta un partito che, cambiando la sua identità maggioritaria e rinnegando la propria storia, non avrebbe neanche più tanto senso. Parla di un’alleanza che non sarà, nella sua opinione, mai un’alleanza. L’officina di Franceschini della meccanica quantistica riesce a cogliere solo il suo più importante paradosso.





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