Bonus mamme, quanto vale per le lavoratrici autonome e perché c’è il rischio click day

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Microcredito

per le aziende

 


C’è attesa per il decreto che definirà il bonus mamme, l’esonero contributivo previdenziale per le mamme (con almeno due figli) che lavorano. Dovrà essere emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della Manovra. Il testo indicherà l’ammontare dell’esonero che quest’anno sarà parziale e non più al 100%. Inoltre da quest’anno anche le lavoratrici autonome potranno beneficiare di questa misura ma non è ancora chiaro quanto potrebbero ricevere in busta paga. Intanto dalle prime indicazioni emerge che la domanda potrebbe trasformarsi in un «click day» rischiando di lasciare fuori chi non invierà la richiesta per tempo. Ecco cosa sappiamo finora.

Il livello dei contributi

«I contributi previdenziali non saranno versati dalle lavoratrici nella misura prevista dall’esonero, che potrebbe essere parziale – spiega Dimitri Cerioli, consulente del lavoro e partner di Nexus Hrs –. Lo Stato si farà carico della somma che verrà comunque accreditata in misura ordinaria sulla posizione previdenziale. Per le lavoratrici dipendenti, dove l’aliquota complessiva di contribuzione è pari al 33% della retribuzione (di cui il 9,19% a carico della lavoratrice), l’esonero riguarda la quota a carico della lavoratrice. Per le lavoratrici autonome, dove l’aliquota è del 22,65%, l’esonero riguarda una parte di questa percentuale.

Cosa si sa fino ad ora

«La portata effettiva di questa misura non è ancora puntualmente definita, poiché si attende il decreto attuativo che dovrà essere emanato entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge – spiega l’esperto -. Ciò che è già definito nel testo normativo sono i limiti e i requisiti di accesso: per le lavoratrici dipendenti, il beneficio sarà riconosciuto a condizione che la retribuzione o il reddito imponibile ai fini previdenziali non superi i 40.000 euro su base annua; per le lavoratrici autonome, l’esonero sarà parametrato al valore del minimale di reddito che, secondo le stime per il 2025, dovrebbe attestarsi intorno ai 18.562 euro (siamo in attesa delle definizioni degli imponibili relativi al 2025 da parte dell’Inps che saranno disponibili per fine gennaio/primi di febbraio)».

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Un bonus più generoso

Dalle prime indicazioni emerge un bonus più sostanzioso. «L’impatto della misura sembrerebbe più significativo rispetto quanto previsto nel 2024, specialmente per le lavoratrici dipendenti – dice l’esperto -. Infatti, mentre nel 2024 il beneficio si sovrapponeva e sostituiva l’esonero contributivo del 6/7% previsto per la generalità dei dipendenti con un reddito non superiore su base annua di 35.000,00 finendo per essere un vantaggio effettivo di pochi punti percentuali. Si presume che nell’anno 2025, per le lavoratrici fino alla soglia di 40.000,00 euro, sia previsto un cumulo dell’esonero madri con la misura di riduzione della pressione fiscale che è stata introdotta in sostituzione del precedente esonero del 6/7%. Per valutare questi aspetti, tuttavia, sarà necessario conoscere le modalità di calcolo delle misure con precisione».

Le lavoratrici autonome e a tempo determinato

«Allo stato attuale, la normativa presenta alcuni aspetti che necessitano di chiarimenti attraverso il decreto attuativo, in particolare: per le lavoratrici a tempo determinato, la situazione non è ancora definita – dice l’esperto -. Diversamente dall’anno precedente, il testo non prevede un’esplicita esclusione di questa categoria, ma sarà necessario attendere le precisazioni del decreto attuativo per avere conferme definitive».

Relativamente alle modalità di richiesta, considerando che l’Inps dovrà effettuare il monitoraggio delle spese, si dovrebbe passare da una richiesta da effettuare all’Istituto in modalità telematica, essendo la misura soggetta a un limite di spesa complessivo di 300 milioni di euro annui.

«Un elemento di preoccupazione è la possibilità che il sistema di monitoraggio e rispetto del limite di spesa si traduca in un meccanismo di tipo “click-day”» dice l’esperto che poi conclude: «Questa modalità potrebbe creare una situazione critica, dove le risorse potrebbero esaurirsi prima della fine dell’anno, lasciando scoperte le neo-mamme degli ultimi mesi, con un’evidente disparità di trattamento basata sul momento temporale della richiesta».



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Source link