Donald Trump: 30.000 migranti nel buco nero di Guantanamo

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Nel flusso compulsivo di ordini esecutivi che sta firmando Donald Trump, l’ultimo annunciato dal presidente (mentre scriviamo) riguarda la costruzione di un enorme centro di detenzione a Guantanamo Bay che dovrebbe essere utilizzato per trattenere fino a 30.000 immigrati espulsi dagli Stati uniti. Secondo Trump Guantanamo verrebbe usata per «detenere i peggiori criminali clandestini che minacciano il popolo americano», usando la base navale statunitense che nella baia di Guantanamo, nel sud-est di Cuba, adibita già dagli anni Novanta a struttura per ospitare i migranti recuperati in mare, per lo più haitiani, cubani e dominicani, e separata dal carcere di massima sicurezza che ora ospita ancora 15 prigionieri della war on terror, tra cui il presunto ideatore dell’11 settembre Khalid Sheikh Mohammed.
Quella struttura da anni è in gran parte vuota, e Trump ha detto di volerla usare per gli «stranieri criminali ad alta priorità».

IN UN PROMEMORIA la Casa bianca ha ordinato al Pentagono e al Dipartimento per la sicurezza interna di avviare il processo per «fermare l’invasione del confine, smantellare i cartelli criminali e ripristinare la sovranità nazionale». La notizia è stata data mercoledì in prima serata su Fox News, che ha ospitato la segretaria all’Homeland Security Kristi Noem e il capo del Pentagono Pete Hegseth, per condividere in diretta i dettagli del piano. Hegseth ha affermato che i migranti non saranno trattenuti a tempo indeterminato, come avviene nella prigione militare di Guantanamo, dove alcuni detenuti sono stati in carcere per vent’anni senza venire neanche incriminati, ma che per i migranti sarà una «stazione di passaggio», finché l’amministrazione non troverà altri paesi dove mandarli. «Non stiamo mettendo questi criminali nei campi con l’Isis e altri terroristi – ha tenuto a specificare Hegseth – Questo è un transito temporaneo al quale possiamo aggiungere decine di migliaia di persone, se necessario, per spostare in modo umano gli immigrati clandestini fuori dal nostro paese, a cui non appartengono, e riportarli nei paesi da cui provengono con un processo appropriato».

L’AMMINISTRAZIONE Trump, però, non ha definito il lasso di tempo che considera come «transito temporaneo». Altro aspetto non chiaro, almeno al momento, è se l’attuale centro di detenzione per migranti di Guantanamo abbia abbastanza spazio per accogliere 30.000 persone. Quando Trump ha annunciato il suo piano per la prima volta, ha sostenuto di non avere alcun dubbio: «Abbiamo 30.000 posti letto a Guantanamo per trattenere i peggiori criminali clandestini che minacciano il popolo americano. Alcuni di loro sono così cattivi che non ci fidiamo nemmeno che i loro paesi li trattengano. Non vogliamo che tornino, ed è per questo che li manderemo a Guantanamo». In seguito il tycoon ha alzato ulteriormente il tiro affermando di voler «ampliare» la struttura fino a «piena capacità».

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VINCE WARREN, direttore esecutivo del Center for Constitutional Rights, ha smentito questa affermazione, dichiarando di sapere, attraverso i resoconti dei migranti trattenuti nel centro di detenzione di Guantanamo, che «non ci sono 30.000 posti letto da decenni. La struttura è decrepita. Sta cadendo a pezzi» . «Le condizioni che si creerebbero se delle persone venissero portate lì sarebbero così scadenti da offrire ai migranti l’opportunità di presentare una serie di cause legali a causa delle condizioni della loro reclusione». Secondo Warren gli Usa hanno il diritto di espellere delle persone con determinate condanne penali, ma l’amministrazione Trump ha ampliato i tipi di condanne che rendono possibile l’espulsione. In ogni caso, ha aggiunto, questo ampliamento «non dà agli Usa il diritto di mettere delle persone in un buco nero legale come una prigione offshore, solo per toglierle dalla vista e dalla mente».

FRA GLI ASPETTI che l’amministrazione Trump non ha specificato, c’è quando queste operazioni di espulsione e detenzione a Guantanamo potrebbero iniziare, e quanto potrebbe costare un piano che, per essere attuato, richiede la costruzione di strutture, l’approvvigionamento di cibo, degli alloggi per le persone trattenute, gli stipendi per le guardie e per il personale addetto alla supervisione e alla gestione della struttura, e le spese di trasporto per far arrivare i migranti e il personale. In serata arriva la condanna di Human Rights Watch: «Guantanamo è sinonimo di vergogna e infamia». Luogo «di tortura dove i prigionieri sono detenuti da anni senza accuse o processo».



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