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La legge di conversione del decreto Milleproroghe potrebbe introdurre ulteriori ritocchi al Codice Appalti, già aggiornato con il Correttivo 2025. Sotto i riflettori degli emendamenti presentati al Milleproroghe 2025 ci sono tre temi caldi: subappalti, consorzi stabili e revisione prezzi. Questioni che continuano a sollevare dibattiti accesi tra le associazioni dei costruttori, pronte a contestare ogni intervento che rischi di appesantire le procedure o ridurre la trasparenza.

Anche l’ANCI ha presentato alcuni emendamenti su rigenerazione urbana, adeguamento antincendio per scuole e proroga degli investimenti per opere pubbliche, temi centrali per lo sviluppo dei territori.

Qualificazione con lavori in subappalto: tra proroghe e criticità applicative

Il divieto di utilizzare i lavori in subappalto per la qualificazione Soa, introdotto dal Correttivo del Codice Appalti con decorrenza dal 31 dicembre 2024, potrebbe slittare di un anno: questa è la richiesta avanzata attraverso una serie di emendamenti al ddl “Milleproroghe”, presentati sia dalla maggioranza che dall’opposizione. La misura, percepita come un cambiamento strutturale di forte impatto, ha sollevato perplessità tra gli operatori del settore, che lamentano l’assenza di un periodo transitorio necessario per consentire alle imprese di adeguarsi alle nuove disposizioni.

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L’Associazione nazionale costruttori edili (ANCE), intervenuta in audizione parlamentare, ha evidenziato come tale divieto sia in contrasto con i principi europei di concorrenza e subappalto, rappresentando una limitazione ingiustificata per le imprese generaliste. Tuttavia, questa posizione non è condivisa dalle imprese, che vedono nella restrizione uno strumento per preservare la qualità delle opere e garantire una maggiore trasparenza nel settore.

Emendamenti Milleproroghe 2025: la proposta per le regole sui prezzi

Parallelamente, gli emendamenti includono una revisione delle regole sui prezzi, proponendo di estendere agli appalti di servizi e forniture il sistema più favorevole di revisione già previsto per i lavori. Attualmente, per i lavori, le clausole si attivano al superamento del 3% di variazione del costo dell’opera, con un riconoscimento del 90% della parte eccedente, mentre per i servizi e le forniture le soglie rimangono più alte, fissate al 5%, e prevedono un rimborso ridotto all’80%.

Questa disparità di trattamento, che penalizza i professionisti e gli operatori non coinvolti negli appalti di lavori, ha generato richieste di uniformità normativa, ma la complessità delle modifiche rischia di creare ulteriori difficoltà interpretative e applicative.

Le richieste avanzate dell’ANCI

L’ANCI richiede la proroga al 31 dicembre 2027 per completare l’adeguamento antincendio di scuole, asili nido e strutture di formazione, sottolineando che il termine scaduto a fine 2024 è irrealistico. Gli interventi richiesti, come l’adeguamento strutturale al carico e alla resistenza al fuoco, necessitano di risorse economiche significative e competenze tecniche specifiche. La mancata proroga rischia di bloccare i lavori già avviati e compromettere la sicurezza degli edifici.

Per evitare ripercussioni sulle attività didattiche, l’ANCI propone l’emanazione di un decreto interministeriale che definisca misure di mitigazione del rischio e scadenze differenziate per fasi successive. La posizione dell’associazione, condivisa con Ministero dell’Interno, Vigili del Fuoco e Ministero dell’Istruzione, evidenzia l’urgenza di un intervento normativo per garantire un adeguamento efficace, sostenibile e rispettoso del diritto allo studio e alla sicurezza.

Emendamenti e nuovi termine: le proposte ANCI per il Milleproroghe 2025

In merito agli oneri da indebitamento e rinegoziazione mutui, l’ANCI propone un emendamento per estendere al 2025 la possibilità per gli enti locali di rinegoziare i mutui e sospendere il pagamento della quota capitale, già prevista per il 2023 e 2024. Tale misura, introdotta all’articolo 3-ter del decreto Milleproroghe 2022, mira a contrastare le difficoltà derivanti dall’aumento dei costi energetici e dei carburanti, garantendo maggiore flessibilità finanziaria alle amministrazioni.

Parallelamente, l’ANCI richiede la proroga dei termini relativi ai contributi per investimenti in opere pubbliche. In particolare, si propone di salvaguardare i fondi riferiti agli anni 2022 e 2023 per opere con contratti stipulati entro il 15 settembre 2024, evitando così la revoca dei contributi a causa di ritardi minimi.

Infine, è richiesta una proroga per i termini di rigenerazione urbana, posticipando al 15 ottobre 2025 il decreto di revoca dei contributi e al 31 agosto 2025 il limite per stipulare i contratti, rispetto alla scadenza iniziale di marzo. Anche in questo caso, l’obiettivo è scongiurare il rischio di bloccare opere già avviate.

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