Siccità, dal 27 gennaio acqua razionata nel Nuorese. La Sardegna è la seconda regione d’Italia più colpita secondo il report di Legambiente

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La Sardegna è la seconda regione in Italia per siccità. È quanto emerge nel bilancio di fine anno dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente. Gli invasi sardi sono pieni solo per il 40%, con una diminuzione del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sono dati di piena attualità, confermati dal razionamento dell’acqua predisposto pochi giorni fa da Abbanoa per Nuoro e altri 16 Comuni della Provincia, serviti dall’acquedotto di Jann’e Ferru: dal 27 gennaio l’erogazione sarà a giorni alterni. La misura è stata adottata a seguito delle ultime rilevazioni negli invasi di Olai e Govossai, dove ora sono disponibili poco più di 2,229 milioni di metri cubi, il 20% in meno della disponibilità massima autorizzata.

La siccità in Sardegna si inquadra nel preoccupante rapporto diffuso da Legambiente, che fotografa l’Italia sotto la morsa della crisi climatica: nel 2024 sono stati registrati 351 eventi meteo estremi; a pesare l’aumento dei danni da siccità prolungata (+54,5% rispetto al 2023), da esondazioni fluviali (+24%) e allagamenti (+12%).

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Il 2024 è l’anno del record delle temperature globali

Il programma europeo Copernicus ha registrato per la prima volta il superamento della soglia di 1,5° C sopra i livelli pre-industriali. La Sardegna ha visto un aumento medio che ha raggiunto gli 1.8° C non dall’epoca preindustriale, ma nei soli ultimi 45 anni.

La crisi climatica, un costo che lievita nel bilancio nazionale

Infografica – bilancio 2024 Osservatorio Nazionale Città Clima Legambiente

“Nel 2024 l’Italia è stata travolta da una nuova ondata di eventi meteo estremi e ancora una volta si è fatta trovare impreparata – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – Il Governo Meloni, in oltre due anni di attività, non ha messo in campo nessuna strategia di prevenzione con interventi mirati, che permetterebbero di risparmiare il 75% delle risorse spese per riparare i danni post emergenza, e non ha stanziato i finanziamenti necessari per le azioni prioritarie del PNACC, il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici fondi non previsti neanche nella legge di bilancio appena approvata”.

La siccità cambia il volto dell’Isola

E sulla siccità in Sardegna la presidente di Legambiente Sardegna Marta Battaglia sottolinea :“L’anomalia idrica e delle temperature che ha interessato in particolare la fascia orientale della Sardegna negli ultimi due anni ha causato gravi danni all’ecosistema della nostra isola. Gli alberi, a causa della persistente aridità, si sono indeboliti diventando più attaccabili dagli agenti patogeni e hanno messo in atto strategie difensive che hanno cambiato il volto di boschi e foreste alterando i paesaggi consueti. Nel frattempo, nella scorsa estate, ci siamo trovati nell’inaccettabile condizione di dover scegliere verso quali settori ridurre la disponibilità della risorsa idrica per limitare l’impatto sulle economie locali”.

Innovazione e non solo gestione di emergenze nel sistema delle reti idriche sardo

“Il rapporto Città Clima fotografa ancora una volta l’aumento costante degli eventi estremi; oltre alla mitigazione servono quindi azioni efficaci di adattamento – aggiunge Giorgio Querzoli, responsabile scientifico di Legambiente Sardegna – Al 30 novembre, gli invasi sardi erano pieni solo per il 39,35%, con una diminuzione di più del 10% rispetto alla pur grave situazione nello stesso periodo dello scorso anno. Una situazione incompatibile con il 51% di dispersione della nostra rete idrica. Bisogna diminuire drasticamente le perdite lungo la rete e ridurre gli sprechi attraverso il riutilizzo delle acque reflue a scopi irrigui, introducendo l’agricoltura di precisione e sfruttando la sinergia con gli impianti agrivoltaici per ombreggiare e ridurre l’evaporazione di acqua dal suolo. In una fase storica particolarmente siccitosa, non dobbiamo dimenticare quanto la Sardegna abbia pagato – anche in termini di vite umane – per le piogge intense e le alluvioni. E allora sarà fondamentale restituire alla natura il suo spazio, consentendo al sistema fluviale di adattarsi alle portate di piena e abbandonare definitivamente la logica inefficace e dannosa della regimazione forzata delle acque”.

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Immagine di copertina, foto Francesca Mulas



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