di Federica Giusti – venerdì 31 gennaio 2025 ore 07:30
Nella prima metà del ‘900, J. Bowlby, noto psicologo inglese, defin’ l’attaccamento come un legame emotivo duraturo e profondo che si viene a creare tra il bambino e la sua figura di attaccamento principale, generalmente la madre, generalizzabile con i genitori. Da tale legame dipenderanno poi il benessere emotivo e relazionale del bambino con il mondo circostante, anche in età adulta.
Per questo è così importante fare in modo che tale attaccamento sia funzionale e sano, e, altresì, diventa importante indagarlo anche in terapia con gli adulti.
Inizialmente il legame con il bambino è di tipo prettamente fisico e si esplica attraverso la cura e la vicinanza, così da permettere il nascere di un legame sicuro prima con le figure genitoriali e poi con il mondo esterno.
Il bambino deve sentire la prossimità della figura di attaccamento, il suo essere lì per prendersene cura e il poter fungere da riparo in caso di stress o spavento.
Mano a mano che tali stili si consolidano, diventano dei veri e propri modelli operativi interni per il bambino che li utilizza per interfacciarsi al mondo.
La Ainsworth, ripartendo dalle teorie di Bowlby, attraverso la Strange Situation, riuscì ad individuare quattro modelli che vi descriverò brevemente.
Stile di attaccamento sicuro I bambini mostrano sicurezza ed esplorano l’ambiente circostante con la presenza di un genitore. Sentono di potersi allontanare perché sanno che la loro base sicura rimarrà lì. Quando separati, manifestano disagio, ma accolgono con piacere il ritorno del caregiver. I bambini sicuri sono dunque sicuri nell’esplorazione del mondo, capaci di sopportare distacchi prolungati, non hanno timore di essere abbandonati, hanno fiducia nelle proprie capacità e in quelle altrui. Sia il sé che l’altro vengono visti come positivi e affidabili.
Stile ansioso-ambivalente I bambini manifestano ansia eccessiva quando il genitore è presente e non esplorano l’ambiente. La loro reazione alla separazione è di grande angoscia, e possono mostrare comportamenti contraddittori al ritorno del caregiver. I bambini con tale modalità di attaccamento sono insicuri nell’esplorazione del mondo, hanno ansia di abbandono, incapacità di sopportare distacchi prolungati, sfiducia nelle proprie capacità e la convinzione di non essere amabili.
Stile insicuro evitante I bambini evitano il genitore e non cercano consolazione o supporto da lui/lei. Sono abituati a gestire le proprie emozioni e a evitare la dipendenza. I bambini con questo stile sono insicuri nell’esplorazione del mondo, hanno la convinzione di non essere amati, tendono ad evitare la relazione per la convinzione del rifiuto e hanno un’apparente esclusiva fiducia in se stessi. Il sé è visto come positivo e affidabile mentre l’altro come negativo e inaffidabile.
Stile di attaccamento disorganizzato Questo tipo è caratterizzato da un comportamento irregolare e caotico. I bambini possono sembrare confusi e contraddittori nei loro legami con il genitore. Questi bambini appaiono privi di una strategia coerente nella relazione con il genitore. Alcune ricerche hanno messo in relazione questo stile relazionale con la presenza nella storia materna di gravi traumi o lutti verificatisi nel corso dell’infanzia o nei periodi precedenti alla maternità e non ancora rielaborati e risolti.
Tali modalità di relazione con la figura di attaccamento gettano le basi per quello che è il rapporto del bambino con il proprio mondo emotivo e, mano a mano che cresce, con il mondo esterno, fino a poter compromettere il modo in cui si relazionerà al partner o agli eventuali figli.
Federica Giusti
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