Autostrade, Salvini dice sì a Zaia: la Brescia-Padova andrà alla Regione

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di
Martina Zambon

Svolta nel «risiko»: dal 2027 gestione alla Cav. E in futuro si potranno coprire i buchi della Pedemontana

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Primo gennaio 2027, l’autostrada Brescia-Padova passa a Cav, quindi al Veneto, con una gestione in house, cioè con un affidamento diretto a un soggetto in questo caso pubblico. La concessione di A4 Holding (in proroga) scade infatti il 31 dicembre 2026. Con questa operazione Cav, quindi la Regione, avranno accesso dall’A4 a utili netti pari a ottanta milioni l’anno, per (probabilmente) quarant’anni da reinvestire sul territorio. A cui si aggiungono i 25-30 milioni l’anno che arrivano dal Passante di Mestre. Il totale supera i cento milioni di euro, una cifra che cambierà le regole del gioco per chiunque amministrerà la Regione dopo Luca Zaia. Radicalmente.
La Lega, giusto nelle settimane della lotta senza quartiere per conservare la leadership in Regione, centra il bersaglio grosso. Un risultato che fa impallidire le più rosee aspettative del dossier Autonomia derubricate, a questo punto, a mero argent de poche. Gli unici paralleli possibili per questa «autonomia autostradale» sono, non a caso, in Friuli Venezia Giulia con la trasformazione di Autovie in Saaa, Società autostrade dell’Alto Adriatico e in Trentino Alto Adige con l’A22.

Il via libera

Il via libera è arrivato giovedì da Matteo Salvini, titolare delle Infrastrutture, spesso dipinto come «controparte» di Luca Zaia. Eppure proprio dal segretario federale, nelle vesti di ministro, è partito l’ordine alla struttura di piazzale Porta Pia per attivare l’iter che dovrà portare a dama in tempo utile il cambio di concessionario. Si disinnesca, così, il potenziale rischio legato al traffico sulla superstrada Pedemontana. La fase due, una volta portata a casa la concessione dell’A4 veneta, infatti, è di «dosare» i pedaggi su Brescia-Padova, Pedemontana e Passante in modo da renderli più omogenei e bilanciati. Incentivando, così, l’utilizzo di tutti gli asset. L’obiettivo, quindi, è arrivare al cosiddetto «isopedaggio».




















































«Lavoro di squadra»

Ma perché lo sblocco arriva proprio ora? La risposta ufficiale arriva dalla vice presidente Elisa De Berti che giovedì era al ministero con Salvini: «Era un atto dovuto attendere l’approvazione di Autostrade dello Stato, la società in house del ministero. E questo risultato è frutto di anni di lavoro silenzioso. Voglio dirlo chiaramente: la partita su Cav era in cima alla lista delle priorità che il presidente ha presentato a Salvini appena insediato come ministro. Un risultato che è frutto di un lavoro di squadra a cui ha dato un contributo fondamentale anche il nostro segretario regionale Alberto Stefani». Stefani, autore di due emendamenti che hanno preparato la «culla» per quella che in molti hanno chiamato holding autostradale del Nordest (fra cui l’ultimo, cruciale, che consente a Cav di gestire anche altre tratte autostradali oltre al Passante) si limita a un commento stringato: «Questo incontro (fra Salvini e De Berti, ndr) fa il punto su opere strategiche per il nostro territorio. Una sinergia tra Regione, Parlamento e Mit che segna un grande passo in avanti su alcune scelte straordinarie dell’amministrazione Zaia». Poche parole per rimarcare quel solco identitario che è diventato la missione quasi militare della Liga per difendere palazzo Balbi.

La partita

Giovedì dal Mit è uscita una nota molto generica (al punto da far chiedere al vice capogruppo Pd Jonatan Montanariello se ci sarà qualcosa di concreto): «L’incontro al Mit tra il vicepremier e ministro Matteo Salvini e la vicepresidente della Regione del Veneto Elisa De Berti è stata l’occasione per fare il punto della situazione con particolare riferimento a dossier come autostrade, olimpiadi, collegamento con l’aeroporto di Verona, variante alla Romea». Tutto e niente….ma la conferma è arrivata da De Berti: «Il risultato non è ancora raggiunto, lo dico con la mia proverbiale cautela scaramantica, ma il fatto che il ministro abbia preso questa decisione, per noi è fondamentale. I nostri tecnici stanno già lavorando, non c’è un secondo da perdere, voglio la procedura avviata entro la fine della legislatura. È un risultato che lascio in eredità a chi verrà poi. Ma se oggi stiamo festeggiando un ulteriore passo in avanti (Europa permettendo, sempre per la scaramanzia di cui sopra) è perché la Lega ha fatto gioco di squadra: ringrazio Zaia e Stefani che con me hanno creduto fin dall’inizio in questa partita. E l’abbiamo combattuta tutti insieme». 

«Autonomia autostradale»

I passaggi da superare sono articolati: dal via libera Ue a un tavolo da aprire con la Lombardia per regolare il tratto Brescia-Peschiera e i relativi utili, per non parlare del quid richiesto dal ministero per il fondo perequativo nazionale. Ma l’ingranagPrimo gennaio 2027, l’autostrada Brescia-Padova passa a Cav, quindi al Veneto, con una gestione in house, cioè con un affidamento diretto a un soggetto in questo caso pubblico. La concessione di A4 Holding (in proroga) scade infatti il 31 dicembre 2026. Con questa operazione Cav, quindi la Regione, avranno accesso dall’A4 a utili netti pari a ottanta milioni l’anno, per (probabilmente) quarant’anni da reinvestire sul territorio. A cui si aggiungono i 25-30 milioni l’anno che arrivano dal Passante di Mestre. Il totale supera i cento milioni di euro, una cifra che cambierà le regole del gioco per chiunque amministrerà la Regione dopo Luca Zaia. Radicalmente. La Lega, giusto nelle settimane della lotta senza quartiere per conservare la leadership in Regione, centra il bersaglio grosso. Un risultato che fa impallidire le più rosee aspettative del dossier Autonomia derubricate, a questo punto, a mero argent de poche. Gli unici paralleli possibili per questa «autonomia autostradale» sono, non a caso, in Friuli Venezia Giulia con la trasformazione di Autovie in Saaa, Società autostrade dell’Alto Adriatico e in Trentino Alto Adige con l’A22.

I rischi

Il via libera è arrivato da Matteo Salvini, titolare delle Infrastrutture, spesso dipinto come «controparte» di Luca Zaia. Eppure proprio dal segretario federale, nelle vesti di ministro, è partito l’ordine alla struttura di piazzale Porta Pia per attivare l’iter che dovrà portare a dama in tempo utile il cambio di concessionario. Si disinnesca, così, il potenziale rischio legato al traffico sulla superstrada Pedemontana. La fase due, una volta portata a casa la concessione dell’A4 veneta, infatti, è di «dosare» i pedaggi su Brescia-Padova, Pedemontana e Passante in modo da renderli più omogenei e bilanciati. Incentivando, così, l’utilizzo di tutti gli asset. L’obiettivo, quindi, è arrivare al cosiddetto «isopedaggio».

La sinergia

Ma perché lo sblocco arriva proprio ora? La risposta ufficiale arriva dalla vice presidente Elisa De Berti che era al ministero con Salvini: «Era un atto dovuto attendere l’approvazione di Autostrade dello Stato, la società in house del ministero. E questo risultato è frutto di anni di lavoro silenzioso. Voglio dirlo chiaramente: la partita su Cav era in cima alla lista delle priorità che il presidente ha presentato a Salvini appena insediato come ministro. Un risultato che è frutto di un lavoro di squadra a cui ha dato un contributo fondamentale anche il nostro segretario regionale Alberto Stefani».
Stefani, autore di due emendamenti che hanno preparato la «culla» per quella che in molti hanno chiamato holding autostradale del Nordest (fra cui l’ultimo, cruciale, che consente a Cav di gestire anche altre tratte autostradali oltre al Passante) si limita a un commento stringato: «Questo incontro (fra Salvini e De Berti, ndr) fa il punto su opere strategiche per il nostro territorio. Una sinergia tra Regione, Parlamento e Mit che segna un grande passo in avanti su alcune scelte straordinarie dell’amministrazione Zaia». Poche parole per rimarcare quel solco identitario che è diventato la missione quasi militare della Liga per difendere palazzo Balbi.

Cautela scaramantica

Giovedì dal Mit è uscita una nota molto generica (al punto da far chiedere al vice capogruppo Pd Jonatan Montanariello se ci sarà qualcosa di concreto): «L’incontro al Mit tra il vicepremier e ministro Matteo Salvini e la vicepresidente della Regione del Veneto Elisa De Berti è stata l’occasione per fare il punto della situazione con particolare riferimento a dossier come autostrade, olimpiadi, collegamento con l’aeroporto di Verona, variante alla Romea». Tutto e niente….ma la conferma è arrivata da De Berti: «Il risultato non è ancora raggiunto, lo dico con la mia proverbiale cautela scaramantica, ma il fatto che il ministro abbia preso questa decisione, per noi è fondamentale. I nostri tecnici stanno già lavorando, non c’è un secondo da perdere, voglio la procedura avviata entro la fine della legislatura. È un risultato che lascio in eredità a chi verrà poi. Ma se oggi stiamo festeggiando un ulteriore passo in avanti (Europa permettendo, sempre per la scaramanzia di cui sopra) è perché la Lega ha fatto gioco di squadra: ringrazio Zaia e Stefani che con me hanno creduto fin dall’inizio in questa partita. E l’abbiamo combattuta tutti insieme». I passaggi da superare sono articolati: dal via libera Ue a un tavolo da aprire con la Lombardia per regolare il tratto Brescia-Peschiera e i relativi utili, per non parlare del quid richiesto dal ministero per il fondo perequativo nazionale. Ma l’ingranag

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