“Quando esco l’ammazzo di botte”

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Violento, con una indole totalmente incline a infrangere la legge, e soprattutto rancoroso. Così tanto da arrivare a minacciare a distanza di settimane quel vigile che lo aveva fatto arrestare. Minacce di botte. Una vendetta da attuare una volta uscito dal carcere, espresse alla zia da Regina Coeli con un telefono cellulare preso a noleggio per comunicare con l’esterno. Un giovane nato a Roma, di origini rom, residente nella zona del Quadraro ma attivo in una batteria di malviventi che aveva la propria base nella baraccopoli di via dei Gordiani. Ventisei anni, con numerosi precedenti anche da minorenne, nel mirino dell’uomo è finito l’agente della polizia locale di Roma Capitale che aveva provato a investire dopo un inseguimento terminato con una sparatoria avvenuto il 24 ottobre scorso fra il Prenestino e Centocelle. Poi l’arresto un mese dopo a cui hanno fatto seguite le minacce. Trama di vendetta che ha trovato il commento del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che ha poi espresso piena solidarietà all’agente della municipale. Già in carcere il 26enne è stato raggiunto da una successiva ordinanza di custodia cautelare per una serie di furti e rapine violente in abitazione a danno di anziani con la banda sgominata dai carabinieri lo scorso 7 gennaio. 

L’inseguimento fra Gordiani e Centocelle 

Il sentimento di vendetta del 26enne prende corpo lo scorso 24 ottobre quando, a bordo di un’auto che usciva dalla baraccopoli di via dei Gordiani, l’uomo non si fermò all’alt impostogli da una pattuglia della polizia di Roma Capitale. Poi la fuga. Un lungo e pericoloso inseguimento in pieno giorno. A folle velocità fra il traffico sostenuto delle sei il conducente dell’auto, una Fiat Punto, seminò il panico su viale della Primavera prima e viale di Tor de’ Schiavi poi. Tallonato dalle pattuglie della municipale venne raggiunto e fermato all’altezza di via Anagni.

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Spari a Tor de’ Schiavi 

Scesi dalla pattuglia gli agenti si avvicinarono all’auto ma il conducente con una manovra inaspettata provò a investire uno dei vigili che, caduto a terra, premette il grilletto e sparò a distanza ravvicinata contro uno degli pneumatici della Punto che nonostante la ruota bucata ripartì a tutta velocità. Fermata la macchina a Centocelle l’uomo alla guida riuscì a scappare, mentre i passeggeri vennero bloccati e identificati. 

L’arresto un mese dopo 

Attivamente ricercato dalle forze dell’ordine, dopo essere stato riconosciuto quale conducente dell’auto che seminò il panico a Roma sud est, il 26enne è stato arrestato dai carabinieri nel corso di un normale controllo stradale in via di Centocelle. Era lo scorso 20 novembre, con il Gip del tribunale di Roma che a seguito delle risultanze investigative del personale della polizia locale di Roma Capitale (che raccolsero gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato) gli ha notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere per i reati di  tentato omicidio, resistenza a pubblico ufficiale e lesioni personali aggravate. 

La batteria di rapinatori sgominata dai carabinieri

Già in carcere a Regina Coeli per i fatti di via dei Gordiani, il 26enne è finito poi in una indagine dei carabinieri che lo scorso 7 gennaio ha portato all’arresto di cinque persone, quattro uomini e una donna, zia del 26enne. Una batteria con base nel campo nomadi di via dei Gordiani ritenuta responsabile di decine di rapine e furti in appartamento messi a segno – prima dell’arresto dello scorso novembre – tra Grottaferrata e i quartieri romani di Capannelle e Fidene. Una banda che proseguì i suoi lavori anche dopo l’arresto del 26enne, riconosciuto da due delle vittime del gruppo criminale, picchiate nel corso di due colpi messi a segno il 16 novembre scorso a Capannelle e Grottaferrata.

Le minacce dal carcere

Proprio le indagini degli investigatori dell’Arma sulla banda di rapinatori del campo rom di via dei Gordiani hanno permesso di accertare il rancore covato dall’uomo nei confronti del vigile che, a suo avviso, gli aveva aperto le porte del carcere romano di Regina Coeli. Una vendetta che il 26enne ha espresso alla zia nel corso di una telefonata effettuata dalla casa circondariale di Trastevere lo scorso 8 dicembre con un telefono cellulare “noleggiato” per 50 euro e per un utilizzo di 30/40 minuti. Propositi di vendetta nei confronti del vigile responsabile del suo stato di detenzione: “Mo’ che esco fuori lo ammazzo di botte”. 

La solidarietà del presidente Rocca

Minacce che come detto hanno trovato la solidarietà del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca che in un comunicato stampa ha dichiarato: “Desidero esprimere la mia personale solidarietà e quella della giunta regionale del Lazio all’agente della polizia locale di Roma oggetto di gravi e inquietanti minacce da parte del detenuto recluso” in carcere “che aveva contribuito a far arrestare. Episodi come questi impongono che le Istituzioni operino con la massima sinergia per garantire la sicurezza di chi, ogni giorno, lavora per affermare il valore supremo della legalità”.

La nota del presidente del V municipio 

Vicinanza all’agente è arrivata anche dal presidente del V municipio Mauro Caliste: “Esprimiamo piena solidarietà e vicinanza all’agente di polizia locale vittima di gravi minacce di morte da parte di un pregiudicato detenuto nel carcere di Rebibbia, in seguito a un intervento presso il campo nomadi di via dei Gordiani che ha portato all’arresto dello stesso. Questo gravissimo episodio costituisce un attacco inaccettabile al lavoro quotidiano delle forze dell’ordine, impegnate senza sosta per garantire sicurezza e legalità nella nostra città. Nessuna intimidazione può essere tollerata, né deve minare la serenità e la sicurezza di chi serve la comunità con dedizione e coraggio. Deve essere profuso il massimo impegno per proteggere e tutelare l’agente e la sua famiglia, assicurando loro ogni forma di supporto necessario. Allo stesso tempo, confidiamo che le autorità competenti perseguano con determinazione queste minacce, riaffermando il principio che la legge e la giustizia prevalgono sempre su chi tenta di minacciarle. Esprimiamo inoltre la nostra gratitudine a tutti gli operatori delle forze dell’ordine per il prezioso servizio svolto”.



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