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Famiglie a Netanyahu: “Si trovi accordo”

I test condotti sui denti del cadavere di uno dei terroristi uccisi in un raid di Israele nella Striscia di Gaza indicano che il leader di Hamas, Yahya Sinwar, è stato ucciso. Allo stesso tempo è stato precisato che “negli edifici in cui sono stati eliminati” i “tre terroristi non c’erano tracce della presenza di ostaggi nell’area”.

La richiesta delle famiglie degli ostaggi

Alla notizia dell’uccisione di Yahya Sinwar, il Forum delle famiglie degli ostaggi ha chiesto subito al governo di sfruttarla per trovare un accordo immediato. “Oltre all’apprezzamento per il significativo risultato, le famiglie degli ostaggi esprimono grave preoccupazione per la sorte dei 101 ostaggi che sono ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza e chiedono che il governo faccia leva sul risultato militare per garantire un accordo immediato che porti al loro ritorno”, si legge nella dichiarazione del Forum riportata dal Times of Israel.

“L’eliminazione di Sinwar è un’importante pietra miliare sulla strada della vera vittoria, che sarà raggiunta solo con la restituzione dei 101 rapiti”, si legge. “Per oltre un anno, il governo israeliano non è stato in grado di sfruttare i risultati di sicurezza senza precedenti raggiunti nei combattimenti a Gaza per ottenere il rilascio degli ostaggi”, affermano le famiglie, invitando il premier Benjamin Netanyahu a dare istruzioni al suo team di negoziazione al fine di garantire un accordo immediato per la liberazione dei loro cari. “Non c’è e non ci sarà una vittoria totale senza il rilascio di tutti i 101 sequestrati”, aggiungono.

Chi e quanti sono gli ostaggi

Si ritiene siano 63 quelli in vita trattenuti da più di un anno nella Striscia di Gaza, dall’attacco del 7 ottobre 2023 di Hamas in Israele. E’ quanto emerso da dati riportati di recente dal Washington Post, che ha sottolineato come Israele non abbia fornito dati completi su cui basare le proprie stime dopo aver detto di ritenere che nell’attacco di oltre un anno fa siano state fatte prigioniere 251 persone. Oltre a 1.200 morti.

La maggior parte degli ostaggi ancora a Gaza sarebbe in mano a Hamas, mentre altri sarebbero tenuti prigionieri da altri gruppi, compresa la Jihad Islamica. Dall’attacco sono stati liberati 117 ostaggi che erano trattenuti nella Striscia, la maggior parte nell’ambito di un accordo tra Israele e Hamas di novembre 2023. Non è chiaro quanti siano gli ostaggi morti durante la prigionia né c’è chiarezza su coloro che restano a Gaza. Per sabato è stata annunciata una nuova manifestazione a Tel Aviv per chiederne il rilascio.

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Secondo Israele la maggior parte degli ostaggi sono uomini con la cittadinanza israeliana. Non è chiaro neanche quanti siano i militari tenuti prigionieri. Tra le persone che si ritiene siano ancora trattenute e che siano in vita nella Striscia ci sono quattro americani. E i corpi di altri tre restano nell’enclave palestinese. Israele accusa Hamas per la morte di alcuni ostaggi e ammette che almeno tre persone sono morte nelle operazioni militari israeliane contro il gruppo nella Striscia. Hamas accusa Israele di aver ucciso alcuni ostaggi.

Netanyahu ha elencato 97 ostaggi ancora a Gaza e confermato che 34 di loro sono morti. La lista, ha scritto il Post, sembra includere persone uccise nell’attacco del 7 ottobre e i cui corpi senza vita sono stati portati a Gaza. In questo elenco gli unici bambini sono Kfir Bibas, rapito quando aveva solo nove mesi, e il fratello Ariel, che aveva quattro anni il giorno dell’attacco. Sulle loro sorti non ci sono certezze. Stando alle autorità israeliane, tra gli ostaggi ci sono sette stranieri (sei cittadini della Thailandia e uno del Nepal).

Gli ostaggi uccisi sarebbero almeno 71. Oltre ai 34 ostaggi che Israele afferma sono stati uccisi, ma i cui corpi sono nella Striscia di Gaza. Altri 37 corpi, dice Israele, sono stati recuperati e portati via dalla Striscia. Tra gli ostaggi che Israele ritiene siano stati uccisi, ma i cui corpi non sono stati recuperati, c’è quello di una persona uccisa in un tentativo di salvataggio.

Gli ostaggi liberati sono 117. La maggior parte (78) sono stati rilanciati nell’ambito di un accordo tra Israele e Hamas per uno scambio tra ostaggi nella Striscia e prigionieri palestinesi (240, donne e adolescenti) nelle carceri israeliane avviato il 24 novembre dello scorso anno. Altri 3 ostaggi con cittadinanza israeliana e russa sono stati rilasciati nell’ambito di un accordo distinto tra Hamas e il Cremlino. Al di fuori dell’accordo del novembre 2023 sono stati rilasciati anche 23 cittadini della Thailandia e 1 delle Filippine. Altre 4 persone sono state rilasciate da Hamas a prescindere dall’intesa e altre 8 sono state tratte in salvo in operazioni israeliane.

ATTENZIONE – Questo articolo è stato originariamente pubblicato dall’agenzia Adnkronos. Sbircia la Notizia Magazine non è responsabile per i contenuti, le dichiarazioni o le opinioni espresse nell’articolo. Per qualsiasi richiesta o chiarimento, si prega di contattare direttamente Adnkronos.



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