Inps e governo smentiscono l’aumento dell’età per la pensione ma il simulatore viene sospeso “per manutenzione”

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“Il servizio di consultazione de “la mia pensione futura” è al momento in manutenzione. Si prega di riprovare più tardi“. È quanto si è letto per gran parte della giornata sul sito dell’Inps accedendo con lo Spid al servizio che consente di simulare la propria pensione sulla base dell’età e la propria storia contributiva. Nel pomeriggio il ripristino, con contestuale eliminazione del requisito di ulteriori tre mesi per l’accesso alla pensione dal 2027.

L’Inps fa dunque marcia indietro e riporta nelle simulazioni le attuali regole sull’età di accesso alla pensione di vecchiaia e sui contributi necessari per il ritiro anticipato, sottolinea la Cgil che pubblica la simulazione fatta ieri per un utente nato nel 1961 nella quale era stata prevista l’uscita nel 2028 con un’età anagrafica di 67 anni e tre mesi. Per lo stesso utente , spiega la Cgil, la simulazione fatta oggi, dopo la revisione degli applicativi a disposizione dei patronati per il conteggio delle pensioni prevede invece l’uscita a 67 anni.

Il temporaneo stop del servizio è arrivato dopo le polemiche scoppiate giovedì in seguito, appunto, alla denuncia della Cgil sulla modifica degli applicativi. L’Inps ha però smentito la ricostruzione del sindacato spiegando che da tempo le simulazioni sono programmate per tenere conto delle plausibili modifiche legate all’aumento delle aspettative di vita che diventano però operative soltanto con apposito provvedimento legislativo. “L’istituto garantisce che le certificazioni saranno redatte in base alle tabelle attualmente pubblicate”, ha spiegato l’istituto di previdenza.

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L’incremento dell’età per accedere alle pensioni di vecchiaia ed anzianità è stato smentito anche dal sottosegretario al lavoro Claudio Durigon: “L’aumento dei requisiti per andare in pensione fatto trapelare in maniera impropria e avventata dall’Inps non ci sarà”, ha detto. “Nel momento in cui si registrasse un aumento effettivo dell’aspettativa di vita, come Lega faremo di tutto per scongiurare questa ipotesi, esattamente come facemmo con la norma che bloccò l’aumento per l’aspettativa di vita nella riforma Quota 100″ ha aggiunto. Ipotesi che era però già incorporata nelle simulazioni dell’Inps. “Le scelte non le fanno i tecnici e i tecnicismi, le fa le politica”, ha commentato il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi. “Se ne parlerà all’interno della maggioranza e faremo come sempre la scelta migliore”.

L’Istat dovrebbe pubblicare questa primavera il dato sulla speranza di vita a 65 anni, base per decidere l’eventuale l’adeguamento dell’età di pensionamento nel 2027. L’adeguamento dovrà comunque tenere conto della riduzione della speranza di vita che si è avuta negli anni scorsi a causa della pandemia (quattro mesi nel complesso negli ultimi due bienni considerati) che andrà recuperata. Quindi nel caso di un aumento di sette mesi dell’aspettativa di vita si potrà applicare nel 2027 un aumento di tre mesi. Secondo l’ultimo rapporto della Ragioneria generale dello Stato sulle tendenze del sistema previdenziale l’età di pensionamento dovrebbe restare a 67 anni anche nel 2027 e 2028, ma questo andamento potrebbe essere rivisto alla luce dei cambiamenti demografici. Un aumento della speranza di vita era stato annunciato nei mesi scorsi dal presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, durante un’audizione: “Le ipotesi sulle prospettive della speranza di vita a 65 anni contemplate nello scenario mediano presagiscono una crescita importante, a legislazione vigente, dell’età al pensionamento. Rispetto agli attuali 67 anni, si passerebbe a 67 anni e 3 mesi dal 2027, a 67 anni e 6 mesi dal 2029 e a 67 anni e 9 mesi a decorrere dal 2031, per arrivare a 69 e 6 mesi dal 2051”.

Il punto sul quale insiste la Cgil è la scarsa trasparenza. Sul 2027 non ci sono ancora dati certi e quindi, sottolinea il sindacato, non si possono fare simulazioni sulla pensione che non tengano conto delle regole attuali. Dopo ore di blocco degli applicativi Inps i sistemi hanno ripreso a funzionare con le tabelle sulla base delle regole attuali. “Gli strumenti – spiega il responsabile delle politiche previdenziali Ezio Cigna – sono tornati a funzionare e, come evidenziato dalle nostre simulazioni effettuate l’Inps ha effettivamente modificato nuovamente le tabelle, eliminando gli aumenti ingiustificati sull’aspettativa di vita”. E’ un episodio quanto meno increscioso”.



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