Cremona Sera – Parma per il trasporto pubblico sceglie i filobus, ecologici ed efficienti: investimento di 70 milioni di euro. Noi li avevamo e li abbiamo rottamati quasi 25 anni fa

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Parma investe sul trasporto cittadino: tutto sui filobus. Una nuova linea di 8 chilometri per i filobus collegherà infatti il Campus al parcheggio scambiatore Sud. Nasce il progetto Trasporto Rapido di Massa: mezzi da 18 metri con frequenza ogni 5 minuti, costo complessivo è di 70 milioni di euro. Migliore velocità. Frequenza ed efficienza senza inquinamento. Il progetto TRM mira a creare una linea filoviaria che collegherà i principali punti strategici della città lungo l’asse nord-sud. Il percorso si estenderà per circa 8 km, dalla stazione al Campus universitario, passando per il parcheggio scambiatore sud. Oltre il 70% della tratta sarà in sede riservata, garantendo un servizio rapido e sicuro. La linea sarà servita da filobus articolati da 18 metri, con una frequenza di corse ogni 5 minuti e una velocità commerciale di 24 km/h, simile a quella di una metropolitana. La capacità prevista è di 1.000 passeggeri all’ora, grazie anche a un sistema di priorità semaforica che assicurerà viaggi fluidi e senza interruzioni.

La presentazione è avvenuta questa settimana. Michele Guerra, Sindaco di Parma, ha dichiarato in quella occasione: “Presentiamo oggi un progetto molto innovativo legato alla possibilità di usufruire di fondi previsti da un importante bando ministeriale. Si tratta di un progetto da 70 milioni di euro che ci ha impegnato in questi mesi e si fonda su analisi molto raffinate sul traffico urbano nella direttrice nord – sud che, dalla stazione al Campus, permetterà di utilizzare una filovia con mezzi nuovi, completamente sostenibili. Questi consentiranno di movimentare, ogni cinque minuti, su quell’asse, un numero molto alto di persone. Tutto questo avrà effetti molto benefici sul traffico della città, rendendo efficace quel trasporto pubblico che oggi gioca la sua partita più importante sul tema dei tempi, ma non impedirà al traffico privato di potersi muovere con una certa comodità sugli stessi itinerari di oggi. L’obiettivo è quello di riuscire a portare un Trasporto Rapido di Massa che su una corsia privilegiata su cui viaggerà possa vedere aumentare, gradualmente, il numero di passeggeri il che porterà ad una riduzione del traffico di auto private”

Dunque Parma, come altre città europee punta tutto sul filobus, mezzo altamente ecologico. Cremona era all’avanguardia ma con una scelta scellerata, quasi 25 anni fa, il Comune decise di smantellare tutte le linee. Così Antonio Leoni ricordava sul suo giornale telematico www.vascellocr.it  quella scelta: “Uno dei sistemi più efficaci per combattere l’inquinamento delle polveri cancerogene che riduce in questa città l’aspettativa di vita, è il maggior utilizzo del trasporto urbano. Ma quale trasporto urbano? Quello di oggi, con linee, frequenze e orari assurdi, con mezzi non del tutto ecologici, o quello pensato nel tempo dai nostri ben più saggi vecchi? 

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Parliamo ovviamente del trasporto elettrico. La sua è una storia di saggezza, trionfale anche per un certo periodo, che si apre il 17 maggio del 1916 e si chiude, ufficialmente, il 1 giugno del 2002 quando la giunta Bodini prende la incredibile decisione, per motivi contingenti (soprattutto la completa pedonalizzazione di Corso Campi) di eliminare l’uso dei filobus, con gran spreco, oltretutto, di materiale rotabile anche recentissimo. Questi mezzi, questo materiale, queste conoscenze tecniche e umane hanno finito per impolverarsi nei depositi dell’AEM, suscitando persino l’indignazione di un sito svizzero e il reclamo, da Marsiglia, del museo del trasporto urbano europeo, che più e più volte richiesto – anche attraverso il nostro sito – i bus dimenticati all’AEM senza mai ricevere alcuna risposta.

La vicenda dolorosa – una delle tante della storia di una città in declino e per molti aspetti indifferente di una storia che comincia nel 1916 e della quale hanno dato preziosa testimonianza due illustri cremonesi, Mario Albertini e Claudio Cerioli, in un volume pubblicato dalla benemerita casa editrice Turris. Oggi che siamo alla fine e che le ferrovie locali, comprese quelle di Trenitalia, sono al disastro – come la politica cremonese e non abbia in questo settore (e forse in molti altri) inseguito sciaguratamente l’illusione di un progresso che ormai fa a pugni con la saggezza. La prova è sulla nostra pelle. Prima i tram poi dal 1940 i fiobus. Farinacci, nel 1939, quando la SEB propose di sostituire i tram con gli autobus, si oppose fieramente. E pretese i filobus perché, scrisse profeticamente sul “Regime Fascista” paventando gli scarichi,” Cremona merita l’aria migliore della pianura padana”. Gli autobus li ha previlegiati le Giunta Bodini che forse tenne conto della farinacciana piazza Littoria per trasformare piazza Stradivari, ma dimenticò dell’ammonimento del “ras” il 12 giugno 2002″





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