Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in Basilicata

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Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile: Basilicata esempio mondiale della cura del creato e della cultura della sostenibilità e della solidarietà con “Progetto Ricas Italia” 

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Nel mese di marzo dai 27 comuni dell’ Area Sud della Basilicata muoverà i suoi primi passi l’Associazione “Progetto Ricas Italia”, la Rete delle Istituzioni e dei Cittadini per la Cooperazione, la Cultura, l’Ambiente e la Solidarietà, contro la povertà e l’inquinamento del pianeta

 

Il giornalista di Maratea Biagio Maimone: “La Regione Basilicata motore trainante dell’economia italiana e modello mondiale della cura del creato”

MARATEA – Al centro dell’attenzione dell’Unione Europea e dell’intero universo si colloca la crisi climatica e le sue devastanti conseguenze.  

In adesione all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, come più volte accennato, dall’Italia o meglio dalla Basilicata prende l’avvio il primo progetto che si prefigge di promuovere la cultura della sostenibilità in Italia e in Europa mediante l’Associazione “Progetto Ricas Italia”, la Rete delle Istituzioni e dei Cittadini per la Cooperazione, la Cultura, l’Ambiente e la Solidarietà, contro la povertà e l’inquinamento del pianeta, ideato dal Gal “La Cittadella del Sapere“, dal Festival del Cinema “Marateale“, la cui Presidente è Antonella Caramia e il Direttore artistico è Nicola Timpone da sempre attento ai temi della sostenibilità e della cura del creato

e dal giornalista Biagio Maimone, fondatore del sito Progetto di Vita per il Sud www.progettodivitasud.it per il rilancio economico e sociale del Mezzogiorno.

Il progetto, che parte dai 27 Comuni dell ‘Area Sud della Basilicata, il Parco Nazionale del Pollino, il Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e Maratea impegnati in un progetto

finalizzato al contrasto della crisi climatica e ambientale, si prefigge di  dare ulteriore forza alla richiesta formulata all’Unesco di candidare l’Area Sud della Basilicata a Patrimonio Mondiale

dell’Umanità, che ha ottenuto il sostegno del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, del Ministro per le Riforme Istituzionali Alberta Casellati, dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè, dal Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal Presidente della Regione Liguria.

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Dall’Italia, o meglio dal Sud Italia, inizia a muovere i suoi primi passi un progetto eco-ambientale e solidale, il cui intento è quello di affermarsi in Europa.

La Basilicata vedrà la nascita dell’ Associazione “Progetto Ricas Italia“, la cui finalità è, attraverso la Rete dei 27  Comuni dell’ Area Sud della Basilicata, che dovrà poi estendersi a tutti i Comuni d’Italia ed europei, promuovere la cultura della sostenibilità, della solidarietà e della cooperazione.

Il progetto eco-sociale “Ricas Italia,”  rientra tra le iniziative che si prefiggono l’intento di dare impulso ad un nuovo modo di diffondere la  cultura dei territori e la cultura della sostenibilità, contro il

degrado e la povertà. Il progetto parte dalla Basilicata, da un territorio del Sud Italia, qualificandosi come un’ iniziativa che guarda al futuro, la cui finalità è quella di preservare la cultura dei territori.

L’intento primario del progetto è la costituzione della Rete dei Comuni e delle Regioni per la tutela ambientale, la cultura, la cooperazione e la solidarietà tra i cittadini, contro la povertà el’inquinamento del pianeta. 

Il suddetto progetto è stato attualizzato recentemente, in quanto si è avuto modo di constatare come esso  possiede i requisiti per essere  proposto all’Unione Europea al fine di dare impulso ad un nuovo modo di fare cultura a favore della sostenibilità, contro il degrado e la povertà.

La Rete dovrà aggregare, partendo dalla Basilicata, il maggior numero di Comuni italiani ed europei e di Regioni affinché si impegnino attivamente per la tutela ambientale e contro l’inquinamento, nonché per la salvaguardia dell’intero ecosistema, attraverso azioni concrete che coinvolgano, nel contempo, i cittadini e le Istituzioni.

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Strategica sarà la cultura che si esprime nella cura dei territori, che conduce a quella cultura che può definirsi la cultura della bellezza che genera progresso sociale e morale.

E’ ben evidente come la povertà culturale e morale genera povertà economica e miseria, nonché il proliferare della violenza e della malavita.

Ai Comuni, alle Regioni e ai cittadini spetterà il compito di monitorare i singoli territori.

Ne consegue, pertanto, che ad essi è affidata anche la responsabilità di controllare privati e industrie affinché rispettino l’ambiente e utilizzino tutti i mezzi necessari per evitare l’inquinamento, al fine

della salvaguardia del benessere dei territori. 

Grande rilievo avranno le amministrazioni comunali e regionali in quanto dovranno interfacciarsi con il governo italiano e i governi degli altri Paesi Europei, considerato che il tema dell’inquinamento del pianeta è un tema che coinvolge tutte le nazioni.

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“La povertà culturale e morale è la conseguenza del degrado ambientale” ha dichiarato Nicola Timpone, Direttore Generale del “Gal – La Cittadella del Sapere”, il quale ha aggiunto: “L’acuirsi della

crisi dei valori della nostra società ha prodotto, oltre ad un impoverimento economico complessivo, anche la decadenza del valore della cultura umana”.

L’ideatore del progetto Biagio Maimone ha affermato: “Per noi porre al centro l’uomo e la sua dimensione sociale ed ambientale significa creare una nuova forma di relazione umana e di comunicazione, che si avvalga della creatività quale forza propulsiva per  incamminarsi in un nuovo processo socio-economico che possa realmente  favorire il progresso umano. Riteniamo che ‘Fare Rete‘ sia, in tale contesto, fondamentale per far vivere un tessuto sociale che includa tutti, nessuno escluso. Dovrà essere coinvolta l’intera Europa, a cui chiederemo lo stanziamento di fondi da destinare alla salvaguardia del patrimonio ambientale. La Rete si prefigge di interfacciarsi con tutti gli organismi nazionali ed  internazionali per monitorare ciò che accade ed il tasso di inquinamento prodotto, per poi segnalare ai vari organismi competenti le anormalità riscontrate perché vi pongano rimedio. Non si deve eludere la considerazione che il clima rappresenta il fattore principale per la salvaguardia del pianeta e degli esseri umani e che, pertanto, non si possa assolutamente prescindere dal difenderlo sia da parte dei singoli Comuni, sia da parte di tutti i cittadini”.

Maimone ha concluso sottolineando:”Educare al rispetto dei criteri che salvaguardano il clima e, conseguentemente, l’ambiente e l’intero ciclo della vita degli esseri  viventi  è l’obiettivo che ogni singolo Stato e ogni singolo cittadino  deve prefiggersi. Nondimeno rilevante consideriamo essere il tema dell’alimentazione, letto in termini di capacità di produrre cibo attraverso l’utilizzo di risorse naturali e tecnologie non inquinanti, sempre più attente alla salvaguardia della natura e alla creazione di nuove opportunità di lavoro. E’, in tal modo, possibile creare un nuovo welfare che generi ricchezza attraverso la natura e la salvaguardia dell’ambiente, nonché la sana nutrizione dell’uomo, affinché  si garantisca, nel contempo, il suo benessere e il progresso umano.

Urge l’esigenza, perciò, di creare un connubio tra sostenibilità, cultura e solidarietà, fonte di opportunità per il futuro dell’umanità.

Mai più terre depresse e mai più uomini ai bordi della strada! La cultura del bello ha il potere di condurre al vero progresso umano.

E’ tale consapevolezza che può avviare un reale processo di umanizzazione e di cooperazione sociale continua contro le varie forme di povertà: ambientali economiche, civili e sociali, nonché morali”.

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