Truffe agli anziani, arrestato anche Marco Macor: recitò in «Gomorra»

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di
Gennaro Scala

Nel 2008 aveva interpretato la parte di Marco nel film di Matteo Garrone ispirato al libro di Roberto Saviano

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C’è anche un attore o, meglio, un ex attore tra le persone arrestate dai carabinieri di Genova nell’ambito dell’inchiesta che ha sgominato una banda di truffatori di anziani. Si chiama Marco Macor, 39 anni, e nel 2008 aveva interpretato la parte di Marco, l’amico di Ciro, nel film di Matteo Garrone «Gomorra», ispirato al libro di Roberto Saviano.

Secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, insieme al fratello Alberto, al vertice insieme alla compagna Marica Mastroianni dell’organizzazione criminale, avrebbe raggirato una cinquantina di anziani in tutta Italia facendo sparire dalle loro case soldi e gioielli per oltre 700 mila euro. L’attore, che nelle intercettazioni telefoniche veniva chiamato con il soprannome di «Caff», era uno dei cosiddetti trasfertisti che da Napoli raggiungevano il Nord Italia per sottrarre i soldi alle persone anziane. Si sarebbe anche occupato di alcune operazioni di logistica per la banda. Per il giudice Milena Catalano, Marco Macor «ha aderito appieno all’associazione e ancora ne fa parte». Un triste epilogo per quel ragazzo che dopo «Gomorra» calcò i tappeti rossi al festival del cinema e si fece ritrarre abbracciato con Saviano. L’attore era persino sulla locandina del film  immortalato nella scena iconica in cui, sulla spiaggia, spara con il mitra insieme all’amico Ciro Petrone.




















































Dopo che si sono spente le luci della ribalta, Macor è passato al lato oscuro. I precedenti sono una sfilza, quasi tutti specifici. Truffa agli anziani nel 2020. Diciotto gli furono contestate tra il 2016 ed il 2017; nel 2021 è stato indagato per truffa telematica. E ancora, resistenza a pubblico ufficiale nel 2022, rapina, associazione per delinquere finalizzata a reati contro il patrimonio. Non lavora e per il giudice «appare vivere con i proventi del reato».

L’organizzazione agiva ovunque e colpiva le persone più indifese: gli anziani. Non a caso l’indagine è stata battezzata «2 Ottobre», in onore della Festa dei Nonni ed in considerazione dell’età avanzata delle vittime. Sono state contestati agli indagati 54 episodi di truffe pluriaggravate (45 consumate, 9 tentate) eseguite sull’intero territorio nazionale nel periodo compreso tra aprile 2022 e marzo 2024. I colpi avrebbero fruttato oltre 700.000 euro.

Le truffe

Il modus operandi seguiva sempre lo stesso schema: le vittime venivano contattate telefonicamente da sedicenti marescialli dei carabinieri o avvocati che riferivano che un prossimo congiunto dell’anziano (generalmente figlio o nipote) aveva provocato un incidente stradale in cui era rimasta gravemente ferita la controparte. Per aumentare la pressione psicologica, i truffatori riferivano alla vittima che, per evitare l’arresto del parente, era necessario pagare immediatamente una cauzione per risarcire il ferito. Acquisita l’intenzione di aiutare il familiare in grave difficoltà, il truffatore spingeva la vittima a mettere a disposizione il denaro e i gioielli presenti in casa. Il falso maresciallo/avvocato comunicava quindi al truffato che, entro un breve lasso di tempo, una persona l’avrebbe raggiunta a casa per ritirare i soldi o i gioielli. Il telefonista, fino a quando il “corriere” non aveva ritirato il denaro, restava al telefono la vittima, rimarcando la gravità dei fatti e il poco tempo disponibile per risolvere la situazione. In questo modo riusciva ad avere un controllo totale del truffato dal punto di vista psicologico e delle azioni da lui compiute, evitando così che la vittima potesse avere contatti telefonici con amici o parenti che, se informati della situazione, avrebbero fatto sfumare il ritiro della refurtiva e informare i veri carabinieri.

Le chat

Alberto Macor e compagna Marica Mastroianni decidevano la zona da colpire, individuavano B&B dove far soggiornare i «trasfertisti», che partivano da Napoli già nel pomeriggio/sera della domenica per poi rimanere fuori città generalmente fino al sabato.

I carabinieri hanno verificato che per gli spostamenti, oltre a treni e taxi, i trasfertisti hanno spesso utilizzato autovetture prese a noleggio da agenzie compiacenti dislocate nel napoletano. Il collegamento tra i “telefonisti” che chiamavano da Napoli ed i “trasfertisti”, avveniva attraverso telefoni cellulari dedicati di vecchia generazione, con utenze intestate a cittadini extracomunitari irreperibili, oppure utilizzando smartphone in abbinamento ad utenze intestate a «teste di legno», comunicando solo mediante social network e chat varie.

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1 febbraio 2025 ( modifica il 1 febbraio 2025 | 20:24)

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