In questi anni di inflazione e di crisi economica, gli italiani hanno imparato che quello che avviene a livello finanziario, alla fine poi impatta sulla vita quotidiana di tutti. E hanno imparato, quindi, che quando la guida della BCE Christine Lagarde annuncia la frase “abbiamo attuato un nuovo taglio dei tassi di interesse”, la notizia è molto positiva non solo per i mercati, ma per tutti i cittadini e i loro budget sempre troppo striminziti. La ragione di tutto questo, va ricercata nell’inflazione, da cui tutto inizia.
Il taglio dei tassi riguarda tutti
Partendo dalle nozioni base, quando l’inflazione che colpisce le nostre economie sale, in automatico cresce il prezzo di beni e servizi e per i cittadini questo significa che, il cosiddetto carrello della spesa, si pagherà ben di più. Il rincaro, però, non è solo per i consumatori, anche se sono loro a perderci maggiormente, ma vale anche per le aziende che producono le merci, che si ritrovano anch’esse a spendere di più per materie prime e trasporti.
Dai mutui alle spese bancarie cosa cambia
La conseguenza di questa catena è un rallentamento dei consumi che provoca a lungo andare la cosiddetta stagnazione, molto pericolosa per l’economia di un Paese. Per tornare alla buona notizia, però, in questi mesi l’inflazione sta scendendo e le previsioni dicono che continuerà a farlo. E, quando l’inflazione cala, succede che le banche centrali abbassano il costo del denaro e questo si ripercuote su diversi ambiti della vita dei cittadini. Dalle rate dei mutui variabili ai tassi per i finanziamenti e prestiti, il taglio dei tassi cambia in positivo spese e costi per gli utenti. Vediamo in che modo.
Rate più leggere
Coloro che avevano stipulato un mutuo a tasso variabile, con la crescita dell’inflazione hanno visto lievitare la propria rata mensile a cifre esorbitanti. Per chi ha ancora un finanziamento del genere, la decisione della Bce alleggerisce la rata cresciuta fino al 78% nei mesi scorsi. Come sottolinea un’analisi Fabi per un prestito da 150.000 euro della durata di 20 anni la rata mensile è di 1.180 euro, ben 515 euro in più rispetto a quella che si sarebbe ottenuta due anni fa ovvero 665 euro. Ora il risparmio sarà di circa 20 euro al mese, che seppure non tantissimo, è destinato ad aumentare nel caso vengano decisi ulteriori tagli.
Prestiti più convenienti
I tassi più bassi servono anche a ottenere prestiti personali e al consumo più vantaggiosi. Per Mutuionline.it, come riporta l’Ansa, il variabile è offerto oggi a un Tan medio del 4,33% con punte fino al 3,86%. La media potrebbe abbassarsi al 4,08% nei prossimi giorni e ancora più nel corso del 2025. Se la Bce dovesse proseguire in queste scelte, il variabile potrebbe raggiungere il fisso, che in media ora viaggia al 3,06% con punte anche fino al 2,7%. Va precisato, che non tutte le banche ridurranno immediatamente i tassi sui prestiti. Quindi bisognerà valutare bene le offerte. La diminuzione nei costi di finanziamento, è una leva per incentivare la spesa e il consumo, fattori fondamentali per stimolare l’economia in un periodo di bassa inflazione o stagnazione.
Le bad news: meno rendimento per il conto deposito
Purtroppo, ci sono anche dei lati meno buoni del taglio BCE e questi si manifestano nel risparmio gestito. Con tassi più bassi, anche i rendimenti offerti dai conti deposito e dai conti di risparmio tendono a diminuire. Per il risparmiatore medio, questo significa che lasciare denaro su un conto deposito frutterà meno rispetto al passato.
Effetto (negativo) sui costi bancari
Quando il tasso sui depositi scende, le banche per mantenere la propria redditività cercano nuove fonti di reddito, che trovano troppo spesso aumentando le commissioni sui servizi bancari. Per il risparmiatore, questo potrebbe significare un aumento dei costi per servizi come bonifici, prelievi o gestione del conto corrente. Questo effetto non è immediato né garantito, ma resta una possibilità concreta, soprattutto in un contesto di tagli dei tassi prolungato.
Il potere d’acquisto potrebbe non migliorare
Il taglio dei tassi BCE quando il contesto è un rallentamento dell’economia, come quello attuale, i tagli dei tassi potrebbero non avere l’effetto desiderato sul potere d’acquisto del consumatore medio, lasciandolo invariato o, in alcuni casi, riducendolo. Infatti, se i tassi di interesse sui risparmi scendono, ma l’inflazione rimane stabile o aumenta, il valore reale dei risparmi diminuisce.
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