Circa un mese dopo la presentazione del nuovo studentato da 167 posti letto che verrà realizzato all’ex Istituto Marchiondi di Baggio, tra via Noale e via Mosca, due domande sono ancora senza una precisa risposta: i soldi pubblici (del Ministero dell’Università ) saranno davvero stanziati? E per gli studenti quanto costeranno le stanze e i posti letto? Per la prima domanda, c’è un ‘giallo’ relativo al fatto che, al momento, il finanziamento (da 36,5 milioni) del Ministero è condizionato alla disponibilità di ulteriori risorse. Per la seconda domanda, la soluzione definitiva arriverà soltanto con la lettura della convenzione tra il Comune di Milano, proprietario della struttura, e la Fondazione Collegio delle Università milanesi, che se ne assumerà la gestione quarantennale dopo averlo ristrutturato.Â
Partiamo dalle tariffe. Per il momento si sa quanto annunciato dalla Fondazione il 20 settembre, durante la presentazione del progetto di riqualificazione: la retta massima mensile sarà di 1.500 euro compresa la ristorazione, di 1.100 euro senza vitto. Le rette medie, rispettivamente, saranno di 900 e 500 euro, quelle minime rispettivamente di 100 e 50 euro.Â
Le tariffe del Collegio di Milano
Tariffe non dissimili da quelle applicate nel Collegio di Milano, la struttura che la Fondazione gestisce attualmente in periferia sud. Negli ultimi tre anni, la retta media è stata di 836 euro al mese. Nel 2023, quella massima è stata di 1.500 euro al mese, destinata agli studenti che non chiedono una borsa di studio o hanno un Isee superiore a 60mila euro; quella minima ammontava a 63 euro al mese. Circa il 90% degli studenti ha pagato cifre inferiori al massimo. Il 2023, per il Collegio di Milano, è stato anche un anno ‘record’: la retta massima si è ‘impennata’ da circa 1.200 a 1.500 euro, quella media ha superato per la prima volta quota 800 euro. In compenso, la retta minima è inferiore a 100 euro fin dal 2016, mentre negli anni precedenti era arrivata a sfiorare 200 euro.
L’intervento del Comune: 6 mln per la bonifica
Come detto sopra, il Comune di Milano si sobbarcherà 6 milioni di euro per la bonifica e altre opere preliminari alla ristrutturazione. Un impegno finanziario espressamente chiesto dalla Fondazione e accolto dalla giunta milanese, che lo ha inserito e approvato nella delibera di giunta con cui viene dato il via libera alla concessione dell’ex Marchiondi alla Fondazione stessa, precisando però che l’impegno di spesa sarebbe stato formalmente assunto in un momento successivo. L’investimento complessivo è di 44,5 milioni di euro, da fondi principalmente propri della Fondazione, grazie anche al finanziamento del quinto bando del Mur. “Se non fossero arrivati questi fondi saremmo ancora al palo”, aveva commentato il sindaco di Milano Beppe Sala in occasione della presentazione del progetto.
Il ‘giallo’ dei fondi del Ministero
Sul finanziamento, però, c’è un ‘giallo’. Marco Bestetti, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, ha scoperto che il finanziamento relativo al quinto bando del Mur, che ammonterebbe a 36,7 milioni di euro, è “con riserva, subordinatamente alla disponibilitaÌ€ di ulteriori risorse”. In pratica, non ci sarebbe certezza che i soldi ministeriali ci saranno davvero. Fonti ministeriali precisano che, molto probabilmente, le risorse saranno trovate, anche perché sono tanti i progetti rimasti fuori dal bando: ce ne sono ben 17 con un punteggio più alto della riqualificazione dell’ex Marchiondi. “Ma siamo nel campo della probabilità ”, commenta Bestetti: “Di gare senza soldi certi, Baggio ne ha viste abbastanza, come per il prolungamento del metrò. Il Comune ha presentato in pompa magna il progetto, ma prima di fare conferenze stampa autocelebrative sarebbe meglio accertarsi che i soldi ci fossero davvero”, ha detto in aula a Palazzo Marino lunedì 14 ottobre.
Il caro affitti per gli studentati
Il tema del caro affitti, anche per gli studentati, ha “infiammato” il dibattito nei mesi scorsi. Infatti Samuele Piscina, consigliere comunale della Lega, mette le mani avanti sottolineando che i prezzi annunciati delle stanze e dei posti letto, simili, come si diceva, a quelli applicati per il Collegio di Milano, sarebbero “folli”, e servirebbe “una vera rivoluzione politica con risorse prioritarie per le case popolari, un nuovo Pgt che consenta l’abbassamento dei prezzi degli alloggi e una vera rivoluzione su housing sociale e studentati”.
Sta a guardare con occhio critico anche Francesca Cucchiara, consigliera comunale di Europa Verde, autrice (insieme al collega di partito Tommaso Gorini) di un dossier sui prezzi degli studentati a Milano, reso pubblico a settembre, ribadendo che “una camera da 900 euro non è una camera sociale. Abbiamo visto l’esito delle convenzioni precedenti e non possiamo lasciare che si ripetano gli stessi errori: servono parametri e vincoli chiari per mantenere i canoni d’affitto realmente abbordabili”.
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