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Mutui più leggeri dopo il taglio dei tassi operato dalla Banca centrale europea. La decisione di limare il costo del denaro di 25 punti base ha fatto sentire i suoi effetti sulle rate dei mutui a tasso variabile, scese nell’immediato solo di una manciata di euro a seconda dell’importo del finanziamento. Ma la strada verso l’azzeramento del divario tra un mutuo a tasso fisso e un corrispondente a tasso variabile è ancora molto lunga. Come confermato dagli esperti dell’ufficio studi di TeleMutuo.it che, partendo dall’attuale livello dei costi, hanno simulato come potrebbe evolvere la situazione nei mesi a venire. A tutto vantaggio dei mutuatari, che potranno beneficiare di un livello di spese ben più contenuto rispetto a quelli di oggi. Almeno sul fronte del tasso variabile. Per il fisso, infatti, le dinamiche non sono le stesse.

I trend dei costi e qualche simulazione

«Se confrontato con gli anni passati, il costo di un mutuo a tasso fisso appare sicuramente elevato ma ci troviamo su livelli ancora molto convenienti in una analisi storica», ha spiegato Andrea Pennato, amministratore delegato di TeleMutuo.it. «Nonostante l’arretramento registrato dall’euribor, sceso dal 4% di circa un anno fa al 3,47% di oggi, il tasso fisso non teme rivali con un livello di costi talvolta inferiore al 3%». Una situazione confermata dall’analisi dei dati elaborati dagli esperti di TeleMutuo.it. Dopo l’ultimo taglio del costo del denaro, infatti, la rata mensile associata a un mutuo variabile di 150.000 euro e durata di 20 anni è scesa da 932 a 912 euro con un risparmio mensile di 20 euro. Che dovrebbe salire a 40 euro nel caso di un nuovo taglio dei saggi europei di 25 punti base di qui a fine anno.

Valori ben distanti rispetto a quelli associati a un mutuo a tasso fisso della stessa durata e stesso importo che oggi prevede un costo mensile di 798 euro, 114 euro in meno rispetto al corrispettivo variabile. Per allineare le rate dei due finanziamenti, alle condizioni attuali, l’euribor dovrebbe infatti calare dell’1,5%. Un’entità di taglio ben lontana dalle più rosee aspettative dei mercati. La maggior convenienza del mutuo a tasso fisso rispetto al variabile e della distanza esistente ancora tra i due finanziamenti emerge in modo ancora più evidente dall’analisi sulle durate trentennali. In questo caso, per lo stesso importo di mutuo (150.000 euro), la rata attuale del variabile si attesta oggi a 719 euro (dai 741 euro precedenti all’ultimo taglio dei tassi). Importo che dovrebbe scendere a 697 euro se la Bce dovesse ridurre il costo del denaro di altri 25 punti base nel 2024. Il corrispettivo costo associato a un mutuo a tasso fisso si attesta oggi a 600,5 euro al mese con una differenza di ben 118,5 euro rispetto al variabile. Questo vuol dire che, per allineare le due rate, la Bce dovrebbe intervenire sull’euribor con un taglio di 145 punti base.

«Non credo che il parametro euribor possa tornare sui livelli di settembre 2022 quando l’indice a un mese registrava una media sotto l’1% contro l’attuale 3,5%. Allora ci si poneva ancora il quesito se fare un mutuo a tasso fisso o variabile, memori dei tassi ai minimi storici del periodo precedente», ha continuato Pennato. «Allo stato attuale l’eccezione, quindi il più conveniente, rimane ancora il tasso fisso con offerte che arrivano addirittura a posizionarsi talvolta al di sotto del 3%. Un livello davvero molto basso che difficilmente potremo rivedere in futuro».

Nessun riflesso ancora sull’offerta delle banche

La view di TeleMutuo si discosta di poco dalla visione molto simile evidenziata da Facile.it secondo cui il calo dei costi associati ai mutui variabili non sembrerebbe ancora tale da incidere significativamente sull’offerta delle banche per i nuovi mutuatari con i finanziamenti a tasso fisso che continuano a risultare più vantaggiosi. «Guardando alle migliori offerte disponibili online per un mutuo standard, i tassi fissi partono da un Tan pari al 2,63%, vale a dire una rata mensile di 574 euro (che scende a 563 euro in caso di mutuo green)», hanno spiegato gli esperti di Facile.it. «Tassi fissi così bassi rappresentano un’opportunità anche per chi vuole surrogare il mutuo con indici Tan che, guardando alle migliori offerte online, partono dal 2,79%, vale a dire una rata di 584 euro. Non sorprende quindi vedere come molti mutuatari hanno scelto di cambiare banca, passando dal variabile al fisso».

Secondo l’osservatorio di Facile.it nei primi 8 mesi del 2024 le surroghe hanno rappresentato il 28% della richiesta totale, valore in aumento di 8 punti percentuali rispetto al 2023. «Il ribasso è una buona notizia per l’abbassamento degli oneri sul debito pubblico, per le imprese e le famiglie che devono chiedere un prestito. Ma anche per quelle che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile», ha sottolineato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori. «L’inflazione deve però continuare a scendere e restare il faro che guiderà le prossime decisioni della Bce». Secondo l’associazione, infatti, la riduzione dei tassi di 25 punti base, considerando l’ultimo Taeg comunicato dalla Banca d’Italia pari al 3,94%, e l’importo e la durata media di un mutuo, corrisponde a un calo annuo del costo del finanziamento di 216 euro. Un risparmio che, considerato i piani di ammortamento alla francese tipici dell’Italia, andrà riducendosi man mano che il mutuo si avvicinerà a scadenza.

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