A Bologna corso sulla nuova deontologia con il presidente nazionale dell’OdG Carlo Bartoli

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È stato approvato all’unanimità dal CNOG l’11 dicembre 2024 il nuovo “Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti”, che entrerà in vigore il primo giugno 2025 in sostituzione dell’attuale “Testo Unico dei doveri del giornalista”. Nell’ambito del seminario di formazione Da carta a codice: la nuova deontologia dei giornalisti (che si è svolto a Bologna sabato 1 febbraio 2025) il presidente nazionale dell’OdG Carlo Bartoli ha descritto il quadro della nuova normativa deontologica mettendo in evidenza gli aspetti più rilevanti del documento e la filosofia di fondo che ha determinato il passaggio da Carta a Codice.
Prima di tutto ha voluto rimarcare che c’è una distinzione fondamentale tra deontologia ed etica. “La deontologia ha una sua cornice giuridica che abilita gli Ordini a esercitare la disciplina: sono i doveri inderogabili che, in ogni professione, chi appartiene a un Ordine deve seguire. L’etica invece riguarda le nostre coscienze, il modo in cui svolgiamo la nostra professione e le regole interne che ci diamo. Quindi, c’è un ambito che è legge, un ambito più esteso che è deontologia e un ambito ancora più esteso che è etica. Nei momenti specifici del nostro lavoro diamo applicazione a questi principi generali, che sono il cuore della attività giornalistica”.
“Questo Codice – ha sottolineato – nasce dall’esigenza di portare a compimento un processo che era già stato avviato. Si è passati dalle numerose Carte al Testo Unico, che ha cercato di fare pulizia ma è rimasto molto ampio (compresi gli allegati è lungo quanto un capitolo e mezzo dei “Promessi sposi”). Il nuovo Codice ha una lunghezza quasi dimezzata. È un testo snello, chiaro, che non serve solo ai giornalisti, ma anche ai cittadini, che hanno il diritto di sapere se il giornalista svolge in maniera corretta o meno la propria professione. Il Codice riporta, riscrive, ricondensa tutti i principi fondamentali delle varie Carte, quindi tutti gli obblighi, i doveri che sono fissati nell’articolo 2 della legge istitutiva dell’Ordine (n.69 del 3 febbraio 1963)”.
Il presidente Bartoli ha inoltre puntualizzato: “Abbiamo cercato di fare un testo essenziale, che però non è un bignamino perché ci sono anche corpose innovazioni relative a una serie di ambiti che per ragioni cronologiche prima non erano compresi, come l’intelligenza artificiale e l’approfondimento sulle comunicazioni social. Quindi, è stata data una sistemazione rispetto alle mutate condizioni generali professionali ma anche alle mutate condizioni sociali. La scelta fatta rispecchia ciò che sta accadendo nella società: il linguaggio si evolve, la società si evolve e noi giornalisti non possiamo pensare di non essere parte di questo cambiamento”.
Ha poi analizzato le principali novità: “La prima riguarda l’intelligenza artificiale, non quella generativa, perché la IA non può in alcun modo sostituire l’attività giornalistica. Un altro ambito inserito è quello dei suicidi e tentati suicidi: se, come, quando, in quale forma darne conto. Si deve fare attenzione alla essenzialità della notizia, che vuol dire fare una valutazione dei particolari dettagli, perché non tutti si possono dare. Quindi, partire dall’interesse pubblico, dalla rilevanza sociale e giudiziaria, assicurando una narrazione rispettosa, evitare sensazionalismi nei titoli e nelle immagini, perché possono scatenare effetti emulativi. Un’altra innovazione riguarda le immagini, l’obbligo di non alterarle e di contestualizzarle perché non siano fuorvianti: bisogna evitare stereotipi e forme di spettacolarizzazione della violenza. Inoltre, abbiamo specificato in maniera più forte quanto riguarda i social e in generale tutta la comunicazione pubblica: il giornalista è obbligato a ricordarsi che è giornalista sempre, in qualsiasi momento della sua attività, deve offrire un’immagine coerente con la professione che svolge. C’è un capitolo sui sondaggi: non si può spacciare per sondaggio una ricerca fatta senza criteri scientifici. Un elemento molto innovativo e molto impattante riguarda le gerarchie redazionali. Ci sono puntualizzazioni importanti sull’equo compenso e sui procedimenti disciplinari”.
Infine una precisazione fondamentale, che il CNOG ha assunto come filosofia: “queste non sono le tavole scolpite nella pietra che varranno da qui ai prossimi cento anni. Immaginiamo il Codice come uno strumento suscettibile di aggiornamenti, miglioramenti, modifiche, perché viviamo in una realtà che è molto dinamica e quindi non ci possiamo permettere di fissare leggi immutabili, ma dobbiamo essere pronti e disponibili ad adeguare le nostre norme alle mutazioni, non solo delle condizioni professionali ma anche della sensibilità sociale”.

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“Le Carte citate nel Preambolo del nuovo Codice valgono?” è stato il quesito conclusivo di Silvestro Ramunno, (presidente Ordine dei Giornalisti Emilia-Romagna, che ha coordinato l’incontro). “No – ha risposto Carlo Bartoli – le Carte sono citate perché rappresentano un patrimonio storico della nostra professione, se volete anche etico, ma non valgono a livello sanzionatorio. Rimangono nel nostro cuore, nella nostra testa, ma non sono funzionali alla identificazione di un comportamento che può essere giusto o sbagliato. Abbiamo voluto metterle nel Preambolo per non cancellarle, per ricordare questo patrimonio, ricco e importante, che la professione ha sviluppato in decine di anni. Inoltre, il Codice può essere accompagnato da altri documenti o elaborazioni che completano dal punto di vista etico la strumentazione del bagaglio professionale del giornalista. Quindi, lo sforzo è di avere norme snelle e chiare, intellegibili a chiunque, e poi un ambito di riflessione etica importante”.

Il seminario ha proposto anche altri significativi contributi:
Saluto introduttivo con riferimento agli articoli 34-38 del nuovo Codice deontologico relativi a procedimenti disciplinari, funzione giudicante, sanzioni di Claudio Santini (presidente Consiglio di disciplina territoriale Emilia-Romagna); La nuova deontologia e la tutela dei soggetti fragili di Lorenzo Sani (consigliere nazionale Ordine dei Giornalisti); La nuova deontologia e l’intelligenza artificiale di Roberta Invidia (giornalista esperta di intelligenza artificiale); La nuova deontologia e la corretta informazione di genere di Mara Pedrabissi (presidente Commissione Pari Opportunità Fnsi); La nuova deontologia e il lavoro: la corretta gestione di contratti e collaboratori di Matteo Naccari (segretario generale aggiunto Fnsi).

Qui il link al nuovo Codice deontologico delle giornaliste e dei giornalisti.

F.S.
ph Gabriele Fiolo
(2 febbraio 2025)





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