Il sabotaggio dell’Eastlink 2 –

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Nella regione baltica il clima natalizio è stato scosso: interrotto un collegamento fra Estonia e Finlandia e danneggiati diversi cavi di telecomunicazione. Non sono fenomeni isolati.

I fatti

Le tensioni fra Russia e NATO nel Mar Baltico derivano dalla crescente militarizzazione occidentale vicino ai confini russi. L’ingresso dei paesi baltici nell’Alleanza Atlantica è percepito dal Cremlino come una minaccia diretta alla sua sicurezza, alimentando la “sindrome di accerchiamento” storicamente vissuta dal paese. Le tensioni si sono intensificate negli ultimi anni, con incidenti e sabotaggi simili già registrati nel 2022 e 2023.

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Negli ultimi mesi infatti, attività all’apparenza isolate hanno messo in luce le vulnerabilità delle infrastrutture critiche nel Mar Baltico. Eastlink 2, interconnettore essenziale per la trasmissione di energia fra Finlandia ed Estonia inaugurato nel 2014, ha subìto un’interruzione prolungata delle comunicazioni e dell’approvvigionamento energetico nella notte fra il 25 e il 26 dicembre 2024.

L’evento ha interessato anche i cavi sottomarini, portando il gestore della rete elettrica nazionale finlandese – Fingrid – ad ottenere il sequestro ufficiale della petroliera EagleS, ritenuta responsabile dei danni provocati e richiederne le relative riparazioni.

Tali incidenti non sono isolati e, sebbene la possibilità di un errore umano non sia stata mai esclusa, le autorità hanno indagato sulla possibile natura dolosa di questi eventi, alimentando timori su potenziali atti di sabotaggio e sollevando forti preoccupazioni internazionali circa la vulnerabilità delle infrastrutture critiche europee.

Le indagini, i risultati, le contromisure

Traficom, l’agenzia finlandese per i trasporti e le comunicazioni, il 2 gennaio ha avviato un’indagine sul cargo straniero –  EagleS –  al fine di rilevare eventuali irregolarità durante l’ispezione. I controlli hanno evidenziato ben 32 carenze a bordo della nave.

Questa infatti, partita da S. Pietroburgo e diretta presumibilmente in India, avrebbe rallentato notevolmente la propria velocità nel momento stesso in cui si è rilevata l’interruzione nel cavo di alimentazione elettrica, per poi ripartire. Un’ora e mezza dopo che la nave ha attraversato il collegamento Eastlink2, questa ha eseguito un movimento circolare arretrando di mezzo chilometro e ritornando successivamente sulla propria rotta. I motivi dell’anomalia della traiettoria sono ancora ignoti.

Fonte Immagine: YLE – Finnish Public Service Media Company | https://yle.fi/
Fonte Immagine: Suomen alus vartioi tankkeria Porkkalan edustalla  | YLE- Finnish Public Service Media Company | https://yle.fi/a/74-20133534

Gli  investigatori hanno trovato sul fondale marino una traccia lunga decine di chilometri, la cui evidenza indica che la nave avrebbe trascinato l’àncora lungo questo percorso. Quando i funzionari sono saliti a bordo per l’ispezione, la catena dell’àncora era ancora immersa in acqua, mentre una su due risultava assente dall’imbarcazione.

EagleS, potrebbe appartenere alla cosiddetta “flotta fantasma” su cui fa leva la Russia per poter aggirare le sanzioni economiche dell’UE a seguito dell’invasione dell’Ucraina. Si tratta di circa un’ottantina di navi utilizzate da Mosca al fine di raggirare i provvedimenti comunitari. L’ultimo, risalente al 16 dicembre, prevede il divieto di transito per 52 unità navali “fantasma”, sospettate di trasportare merci strategiche per conto della Russia. Questi vettori, vietati nei porti europei, battono bandiere di paesi terzi ma operano de facto per conto di un altro Stato.

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Il caso di EagleS, battente bandiera delle Isole Cook, è stato oggetto di indagine delle stesse autorità neozelandesi in collaborazione con i loro omologhi finlandesi ed estoni. L’equipaggio in stato di fermo,  a maggioranza indiana, è impiegato per la Caravella LLC FZ, società proprietaria della nave con sede negli Emirati Arabi Uniti

Non si tratta di un caso isolato: in circostanze analoghe lo scorso novembre sono stati danneggiati due cavisottomarini che collegano Finlandia e Germania, Lituania e Svezia. Sono ancora in corso invece le indagini della polizia finlandese sui danni dello scorso anno al gasdotto Balticconnector, i cui cavi sono stati probabilmente guastati anch’essi da una nave che trascinava l’àncora. 

L’indagine ha confermato che l’EagleS trasportava del combustibile, ma l’elemento a destare maggiore preoccupazione è stato il ritrovamento a bordo di dispositivi spia avanzati con tastiere in lingua russa.

Gli atti di sabotaggio nel Mar Baltico rappresentano una strategia coordinata di Mosca o sono episodi isolati?

La Russia emerge come uno degli attori chiave in questa vicenda. Avvalersi delle flotte fantasma rappresenta per il Cremlino un piano coerente con la sua strategia ibrida ed asimmetrica. Il caso di EagleS, è emblematico: i dispositivi spia trovati a bordo potrebbero suggerire l’intento di voler monitorare le operazioni NATO nella regione. Questi tentativi dimostrerebbero la capacità russa di colpire le infrastrutture critiche europee, pur rimanendo sotto la pressione delle sanzioni internazionali. 

Al contrario, la NATO e gli Stati dell’UE rafforzano la sicurezza regionale incrementando la presenza militare. LaCommissione Europea e l’Alto Rappresentante hanno annunciato nuove misure contro la flotta fantasma ed il potenziamento della cooperazione in ambito informatico e tecnologico. Il 30 dicembre 2024, la NATO ha ufficializzato il rafforzamento della sua presenza nell’area Baltica. La Finlandia e gli altri Stati della regione aumentano i pattugliamenti per garantire una maggior sicurezza delle infrastrutture. 

Una reazione diametralmente opposta, può essere presa dalla Russia e dai suoi sostenitori. Il Cremlino potrebbe dissociarsi pubblicamente da questi avvenimenti e i suoi alleati potrebbero sminuire l’accaduto, subendo però le pressioni diplomatiche per ridurre le attività sospette correlate alla flotta fantasma. Altri attori globali, come la Cina, sembrano adottare posizioni ambigue e, allo stesso tempo, trarre vantaggio dall’instabilità energetica europea rafforzando le proprie esportazioni. 

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Sotto il profilo regionale invece, sono emerse vulnerabilità nella catena di approvvigionamento energetico che, specialmente in questi mesi freddi, rappresentano una grande falla. Alcuni danni richiedono diversi mesi di lavori di manutenzione, con un significativo sforzo economico. Ciò potrebbe generare un malcontento fra l’opinione pubblica, spingendo i vari governi ad irrobustire gli investimenti nella difesa e nella sicurezza. 

Sebbene parte della popolazione russa potrebbe rapportarsi a questi atti come una dimostrazione della propria forza, le conseguenze economiche delle sanzioni rischiano di incrementare il malcontento interno, soprattutto se il coinvolgimento russo venisse confermato e ciò portasse ad un ulteriore isolamento internazionale.

A livello globale, gli attacchi alle infrastrutture critiche e la percezione di incertezza energetica causerebbero fluttuazioni sui mercati energetici, accrescendo le preoccupazioni riguardo le forniture e la loro diversificazione. Paesi esportatori come Stati Uniti e paesi dell’OPEC potrebbero beneficiare dell’aumento della domanda europea, gli importatori subirebbero un incremento dei costi energetici.

Gli ipotetici sviluppi e le relative conseguenze

  1. Best Case Scenario: l’incidente della petroliera e gli attacchi precedenti sono chiariti come eventi sconnessi e non collegati ad un sabotaggio russo, ulteriori indagini portano alla scoperta di errori tecnico-meccanici non dolosi e la diplomazia prevale.
  2. Obiettivi di lungo termine: la NATO e l’UE rafforzano la resilienza alle minacce ibride migliorandone la cooperazione senza escalation militare; la Russia, pur mantenendo la propria autonomia strategica,  evita una escalation concentrandosi su soluzioni diplomatiche.
  3. Strategia di attuazione: maggior monitoraggio delle infrastrutture critiche, rafforzamento della difesa e della resilienza tecnica in un’ottica preventiva e non difensiva, sforzi diplomatici e di dialogo da parte di entrambi i fronti per evitare conflitti aperti.
  4. Tempistiche: indagini più approfondite si concludono in breve tempo, le misure preventive vengono implementate entro 6-10 mesi e i paesi coinvolti consolidano la propria sicurezza infrastrutturale entro un anno.
  5. Impatto politico: la NATO e l’UE si rafforzano al proprio interno lavorando sinergicamente per ridurre al proprio interno le divergenze di vedute, come nel caso dell’Ungheria o del Visegrad Group, attraverso la mediazione.
  6. Impatto economico: l’UE velocizza la decarbonizzazione delle proprie economie, le risorse alternative vengono concretizzate in maniera tempestiva determinando il contenimento dei costi energetici e limitate fluttuazioni di mercato, riduzione dell’impatto delle sanzioni, i risultati saranno visibili entro 2-3 anni.
  7. Impatto securitario: rafforzamento della cooperazione tecnologica ed informatica per prevenire danni futuri, come nel caso dell’iniziativa Science for Peace and Security della NATO che rafforza la resilienza delle reti.
  • Worst Case Scenario: gli attacchi sono confermati come azioni di sabotaggio coordinati dalla Russia e sostenute dalla flotta fantasma, i dispositivi spia a bordo della EagleS confermano il tentativo di raccolta informativa sulle operazioni NATO e di destabilizzazione regionale da parte del Cremlino. L’UE e la NATO reagiscono con sanzioni più severe ed una maggior presenza militare.
  • Obiettivi di lungo termine: da un lato, la NATO e l’UE riducono le proprie vulnerabilità concentrandosi sull’indipendenza energetica dalla Russia; dall’altro, il Cremlino continua con il suo modus operandi ibrido per indebolire l’Europa cercando di non provocare un conflitto diretto e di mantenere al contempo, una certa influenza sulla regione sfruttando le divisioni comunitarie.
  • Strategie di attuazione: NATO ed UE aumentano le operazioni antisabotaggio, rafforzano l’intelligence europea cedendo parte di sovranità nazionale, la Russia espande il numero della flotta fantasma e l’uso delle tecnologie spia, la tensione aumenta.
  • Tempistiche: le contromisure si intensificano nei primi mesi 3-6 mesi, la situazione di incertezza economico-politica persiste per anni, la stabilizzazione dell’area è rallentata dai contrasti interni all’UE.
  • Impatto politico: le tensioni raggiungono un livello critico, la diversificazione energetica viene ostacolata da divisioni interne, il Visegrad Group intralcia risposte unitarie; la Russia sfrutta queste divisioni, rinforza l’attività di disinformazione per destabilizzare l’UE in misura maggiore ed intensifica i legami con Stati antioccidentali.
  • Impatto economico: il mercato energetico subisce fluttuazioni imponenti, i costi aumentano considerevolmente e ciò spinge alcuni Stati più soggetti alla dipendenza energetica, come Malta, Cipro e Belgio, a cercare alleanze alternative causando conflitti economici interni.
  • Impatto securitario: ad una maggior presenza militare NATO nella regione consegue una risposta più aggressiva da parte russa, si assiste ad una rapida escalation della guerra ibrida con sabotaggi mirati a nuove infrastrutture, causando ulteriori conflitti ed instabilità che persiste per anni.



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