Nuovi OGM: l’Italia accelera con le sperimentazioni in pieno campo

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«L’Italia è tra i paesi che più stanno tentando di accelerare lo sviluppo dei nuovi OGM / TEA, con sperimentazioni in pieno campo portate avanti da enti con interessi sovrapponibili a quelli dell’agricoltura industriale e delle multinazionali agrochimiche e sementiere»: lo denuncia il Centro Internazionale Crocevia. 

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«L’Italia è tra i paesi che più stanno tentando di accelerare lo sviluppo dei nuovi OGM / TEA, con sperimentazioni in pieno campo portate avanti da enti con interessi sovrapponibili a quelli dell’agricoltura industriale e delle multinazionali agrochimiche e sementiere»: lo denuncia il Centro Internazionale Crocevia. 

Cosa sono i nuovi OGM, ribattezzati NGT o TEA

«I nuovi OGM, ottenuti dalle New Genomic Techniques (NGT), sono organismi geneticamente modificati con biotecnologie utilizzate a partire dai primi anni Duemila – spiegano da Crocevia – Le industrie sementiere e dalle multinazionali agrochimiche e farmaceutiche, insieme a ricercatori pubblici e privati, raccontano la bugia che sarebbero diversi dagli OGM di prima generazione. La differenza starebbe nel fatto che con queste biotecnologie non si inserisce “volontariamente” DNA esterno nell’organismo manipolato in laboratorio. Ciò basterebbe, per i promotori, non solo a definire “sicure” queste tecnologie, ma anche a caricarle di una missione salvatrice dell’agricoltura travolta dalla crisi climatica. A queste promesse si aggiungono quelle sempreverdi di riduzione della chimica in agricoltura e di argine alla fame nel mondo. Addirittura, in Italia le lobby utilizzano una “neolingua” per definire questi OGM con l’acronimo di TEA, cioè Tecniche di Evoluzione Assistita».

«Secondo i movimenti contadini, le associazioni ambientaliste, della società civile e dei consumatori, la storia è differente – proseguono da Crocevia – Invece di sostenere un radicale cambiamento necessario verso l’agroecologia e la (vera) sovranità alimentare, i nuovi OGM avrebbero l’effetto di allungare la vita ai modelli agroindustriali devastanti per la biodiversità, la salute e gli ecosistemi. Aumenterebbero inoltre l’appropriazione delle sementi e di altri organismi viventi tramite i brevetti. Come prodotti di laboratorio, gli OGM vecchi e nuovi sono infatti brevettabili, al contrario delle forme di vita non geneticamente modificate che si sviluppano nella natura e negli ecosistemi abitati dai contadini».

Il rischio di deregolamentazione in Europa

Crocevia denuncia come sia «in atto in Europa una crociata ideologica per spingere l’UE ad abolire gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio per questi nuovi OGM, con il presupposto che si tratti di prodotti equivalenti a quelli della natura o dell’agricoltura. Oggi la direttiva 2001/18 impone questi vincoli a chi vuol vendere OGM nell’Unione, così come lascia liberi i paesi di vietare la coltivazione di OGM sul proprio territorio (l’Italia e altri 16 paesi esercitano questo diritto). Se i nuovi OGM verranno trattati diversamente dagli altri, nessuno potrà più evitarli quando acquista il proprio cibo o quando lo coltiva, l’agricoltura biologica verrà cancellata dalle contaminazioni del polline OGM e i contadini rischieranno cause legali da parte delle multinazionali per appropriazione indebita di varietà brevettate, anche se saranno entrate nei loro campi migrando accidentalmente da quelli dei vicini. Il cibo geneticamente modificato, inoltre, presenta rischi per la salute che non saranno più valutati se vincerà la visione dell’equivalenza».

Qui puoi consultare la mappa realizzata da Crocevia che raccoglie le posizioni dei campi sperimentali già approvati (viola) o ancora oggetto di istruttoria (arancione), dove i test di nuovi OGM dovrebbero svolgersi.

QUI chi ha sottoscritto il manifesto pro-nuovi OGM

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La deregolamentazione di un’ondata di nuovi Ogm in Europa può cambiare per sempre l’agricoltura e il cibo che mangiamo.
Finora gli obblighi di tracciabilità, etichettatura e valutazione del rischio secondo il principio di precauzione avevano evitato a Italia ed Europa l’invasione di coltivazioni figlie dell’ingegneria genetica e del cibo creato in laboratorio. Ora però la Commissione Europea sta cancellando ogni vincolo per le cosiddette New Genomic Techniques (NGT), ribattezzate in Italia Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA), compresa la possibilità per gli Stati di vietarle sul loro territorio. In questo libro si intrecciano storia della biologia, inchiesta giornalistica e testimonianze dai movimenti, per raccontare gli enormi interessi e le relazioni pericolose tra multinazionali, politica e scienziati che rischiano di compromettere la vera transizione agroecologica, i diritti dei contadini sui semi e quelli dei consumatori a una scelta informata.

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IN DIFESA DEI CONTADINI

L’agricoltura che non è industriale non è facile, ma c’è, esiste e i contadini che la praticano sono ancora tanti e vogliono far sentire la loro voce. Ce lo spiega bene Antonio Onorati in questo libro, che ci fa capire:
• come le politiche agricole favoriscano i grandi gruppi e le multinazionali, ma anche come sia possibile cambiare rotta;
• come la pressione su brevetti e OGM rappresenti un enorme pericolo per la biodiversità e i piccoli coltivatori;
• come ci sia da fare un grande lavoro per ripensare le rappresentanze agricole;
• come sia sempre più necessaria e improcrastinabile una svolta agroecologica;

L’agricoltura contadina, e l’economia che le corrisponde, ha gli elementi necessari per garantire la produzione di cibo in armonia con la natura e non contro di essa.

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