Capodanno Lunare, giro di boa per il trasporto marittimo

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Il Capodanno lunare, una delle festività più importanti in Cina, ha un impatto significativo sul trasporto marittimo globale e sulla produzione industriale. Durante questa festività, le attività di produzione e logistica in Cina – nota anche come ‘la fabbrica del mondo’ – rallentano drasticamente, influenzando in maniera diretta i volumi di traffico marittimo e le tariffe dei noli container

Quest’anno, il Capodanno cinese – che, iniziato il 29 gennaio, si protrarrà per 16 giorni di festeggiamenti – coincide con un momento cruciale per la navigazione merci di linea da vari punti di vista; gli effetti materiali delle festività nella nazione più popolosa del mondo si sono già avvertite, con tariffe oceaniche ex-Cina che hanno prima aumentato, durante la corsa pre-festiva all’accumulo di scorte, e poi sono diminuite.

L’anno che inizia nel segno del Serpente, però, si innesta anche su una ulteriore congiuntura molto particolare per il mondo dello Shipping, in quanto febbraio segna anche l’inizio operativo dei rimpasti alll’interno delle alleanze tra le compagnie di navigazione, che, a loro volta, arrivano in un momento di forte discussione dovuto alle politiche commerciali tra Asia, Nord America ed Europa.

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Capodanno cinese e trasporto marittimo globale

Dal punto di vista delle dinamiche tipicamente legate al Capodanno lunare cinese, la principale differenza con gli anni passati è rappresentata dal forte anticipo degli aumenti dei prezzi sulle rotte Asia-Europa, ossia di una traslazione temporale all’indietro, nell’ultimo trimestre del 2024, dell’ondata di ordini che serve a compensare le settimane di inattività in Cina.

La causa è imputabile alla necessità di pianificare rotte più lunghe intorno all’Africa per evitare il Mar Rosso, ma anche di schivare, giocando d’anticipo, i paventati dazi della nuova amministrazione USA.

Ciò malgrado, le tariffe transpacifiche verso la costa occidentale degli Stati Uniti sono diminuite del 17% a partire da metà gennaio: è possibile, secondo le analisi di Transporeon, che le compagnie navali stiano tagliando i noli dei passaggi a bordo per mantenere una certa competitività su queste rotte e non perdere quote di mercato. Tuttavia, molti analisti si aspettano una ripresa delle tariffe intorno a metà febbraio.

I prezzi dei transiti  container Asia-Europa, invece, sono calati del 25% rispetto a poche settimane fa, intorno ai 5.000 USD/TEU e 4.000 USD/TEU rispettivamente; tariffe che sono comunque ancora oltre il doppio dei livelli del 2019, questo a causa delle deviazioni nel Mar Rosso che continuano ad assorbire capacità in tutto il mercato, mantenendo vive dinamiche simili a quelle pandemiche.

In ogni caso, c’è da aspettarsi il classico contraccolpo sulla disponibilità di navi e container, dovuto al rallentamento degli ordini da Occidente – che per un po’ vivrà sull’onda delle scorte – e delle partenze dall’Asia. Considerando che le principali compagnie di Shipping non hanno intenzione di riprendere a transitare per Suez, malgrado la tregua nello stretto di Bab-el-Mandeb, è prevista una rarefazione dei vettori disponibili a circa 6-8 settimane dal periodo di festività cinese (all’incirca verso fine Marzo, inizio Aprile), pari grosso modo alla sua normale ‘onda d’urto’ più il tempo di compiere il periplo africano da Capo di Buona Speranza.

Altri fattori in gioco: Suez, dazi e alleanze

L’anno del Serpente, si diceva, vede la luce in un momento storico complesso. Limitandosi alle sole constatazioni di tipo commerciale, se già i 16 giorni di fermo operativo nei porti cinesi – che annoverano una decina tra i più trafficati ed efficienti del globo, veri pivot delle rotte container dirette in ogni dove – portano con sé una dilazione nelle disponibilità di navi e container nelle settimane successive, il 2025 vi somma altri tre fattori destabilizzanti.

Il primo è dato dalla riapertura, per così dire, ai transiti nel Mar Rosso dopo il cessate il fuoco dei ribelli yemeniti Houthi nei confronti dei mercantili occidentali: sebbene nomi del calibro di MSC e Maersk rimangano restie a reintraprendere la strada del Canale, nel giro di un paio di mesi un’eventuale stabilizzarsi della situazione potrebbe tornare a far preferire quella che è la rotta privilegiata, per costi e tempi, verso il Mediterraneo – dunque l’Europa e parte del Nord America.

Una notizia positiva, ma che nel breve termine potrebbe anche innescare un periodo di forte volatilità del mercato dei noli marittimi, con un aumento improvviso della competitività e, forse, un crollo delle tariffe.

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Allo stesso tempo vanno considerati gli scenari aperti dai dazi del 25% che gli USA hanno imposto nei confronti degli import da Cina, Canada e Messico e che, tra poco, vorrebbero estendere ai prodotti europei – altra fonte di destabilizzazione e di possibile deprezzamento delle rotte. Aspetto non scontato, gli stessi Paesi colpiti dai dazi statunitensi potrebbero reagire imponendo eguali e contrarie misure, portando a smuovere seriamente le catene logistiche verso pesanti e strutturali riavvicinamenti delle produzioni.

Poiché le coincidenze vanno sempre a braccetto, nel primo semestre del 2025 diventano anche operative le nuove alleanze tra le compagnie di Shipping, con l’attivazione effettiva di Gemini (Maersk e Hapag-Lloyd), di Premier Alliance (HMM, ONE e Yang Ming) e della rete di collegamenti indipendente East/West di MSC. Da un certo punto di vista, il minor volume di merci in viaggio per via del capodanno lunare facilita il riassetto di rotte e flotte, ma il momento di ritorno ai livelli consueti coinciderà con il rodaggio delle stesse, con l’incognita di una possibile, ulteriore, volatilità nei servizi e nei tempi. Un periodo stimato in 3-4 mesi di caos, mentre i programmi e le rotazioni dei porti vengono rielaborati, è facile che si avveri; in seguito dovrebbero invece percepirsi gli effetti positivi delle riorganizzazioni, come quelli promessi da Gemini attraverso il modello di chiamata delle navi ‘hub and spoke’ che, nelle intenzioni di Maersk e Hapag-Lloyd, dovrebbe garantire agli spedizionieri una soglia di affidabilità dei programmi pari al 90%.

Impatti sul trasporto aereo

Anche sul trasporto aereo si sentono gli influssi del Capodanno cinese. Le tariffe indicate dal Freightos Air Index per le tratte Cina-Stati Uniti sono di circa 5,60 dollari americani(USD) per kg e, verso l’Europa, di 3,25 USD/kg: si registra quindi una diminuzione dai picchi di dicembre, ma si tratta di tariffe comunque elevate rispetto agli standard stagionali per via della domanda ‘drogata’ dall’e-commerce

Le ‘eccezioni de minimis’, che esentano molte importazioni di piccolo taglio dall’applicazione dei dazi doganali – motivo per cui molte spedizioni vengono spacchettate in una miriade di minuscoli colli – stanno letteralmente intasando le stive dei ben più costosi trasporti aerei civili, che portano così nella pancia beni a basso valore ordinati via e-commerce. Si tratta di una pratica di aggiramento delle tassazioni in ingresso ben nota negli USA come nella UE, dover diversi aeroporti hanno serie difficoltà a gestire i flusso di merci da sdoganare: questo può far ipotizzare che sia uno dei prossimi target di politiche commerciali protezionistiche da parte delle autorità occidentali.

Prospettive per il futuro

Le prospettive per il 2025 sono per il momento tarate su una continua volatilità nei trasporti marittimi e aerei, con nuove alleanze e riallineamenti delle rotte. Gli spedizionieri dovranno adottare tattiche flessibili per gestire la volatilità delle tariffe e garantire la capacità. 

Le relazioni commerciali tra le Nazioni saranno influenzate dalle politiche tariffarie e dalle risposte ritorsive, richiedendo una pianificazione strategica adattabile per mantenere la stabilità in un mercato imprevedibile.

In conclusione, il Capodanno cinese di quest’anno coincide con un momento di svolta per il trasporto marittimo e aereo, con impatti significativi sui volumi e sulle tariffe, e richiede una costante disponibilità all’adattamento da parte degli operatori del settore per affrontare il mercato globale.

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