L’anno appena trascorso ha segnato un calo del fatturato, ma le prospettive per il 2025 sono piĆ¹ positive, grazie alla ripresa del mercato interno.
Lāindustria italiana costruttrice di beni strumentali ha vissuto un anno particolarmente difficile nel 2024. Secondo i dati diffusi da Federmacchine, la federazione delle imprese del settore, tutti i principali indicatori economici hanno registrato un calo, a testimonianza di una crisi che ha attraversato il comparto. Il fatturato ĆØ diminuito del 7,8% rispetto allāanno precedente, raggiungendo i 52,2 miliardi di euro. Il segno meno ĆØ stato determinato sia dal calo delle esportazioni (-3,9%) sia dalla contrazione della domanda interna (-17,4%). In particolare, i mercati europei tradizionali, come Germania e Francia, hanno mostrato segnali di rallentamento, mentre anche la Cina ha registrato una flessione degli acquisti. Nel 2025 si prevede una leggera ripresa, con un aumento del fatturato del 2%, ma i risultati rimarranno comunque inferiori a quelli del 2023, anno record per il settore.
Export in difficoltĆ , ma segnali positivi dagli USA e dalla Spagna
Secondo le ultime stime, il fatturato nel 2024 ha registrato una flessione del 7,8% rispetto allāanno precedente, fermandosi a 52.207 milioni di euro. A pesare su questi dati sono stati i negativi riscontri sia sul mercato interno che su quello estero. In particolare, lāexport ha subito un calo del 3,9%, attestandosi a 36.213 milioni di euro. Analizzando i principali mercati di sbocco del Made in Italy nel settore, emerge che gli Stati Uniti si confermano un partner strategico, con una crescita dellāexport del 3,8%. Anche la Spagna ha registrato un leggero aumento del 2,1%. Al contrario, Germania, Francia e Cina hanno mostrato segni di debolezza, con cali rispettivamente del 4,1%, 1,3% e 4,7%.
Un 2024 difficile ma con prospettive di ripresa
Secondo le ultime stime, le consegne sul mercato interno hanno subito un forte calo, attestandosi a 15.994 milioni di euro, con un decremento del 15,5% rispetto al 2024. La contrazione ĆØ principalmente attribuibile alla drastica riduzione del consumo domestico di macchinari, che non supera i 25.239 milioni di euro, registrando un calo del 17,4%. Il 2025 dovrebbe segnare un ritorno alla crescita, con un fatturato previsto di 53.255 milioni di euro, in aumento del 2% rispetto al dato del 2024. Questo recupero sarĆ sostenuto principalmente dalla ripresa del consumo domestico, che dovrebbe crescere del 4,3%, raggiungendo i 26.327 milioni di euro. Lāexport, invece, risulterĆ sostanzialmente stazionario, attestandosi a 36.456 milioni di euro (+0,7%). Nonostante questo dato, ĆØ importante sottolineare che i costruttori italiani registreranno una crescita delle consegne del 5%, raggiungendo i 16.799 milioni di euro.
Lāindustria dei macchinari italiana tra sfide globali e speranze domestiche
Bruno Bettelli, presidente Federmacchine, ha cosƬ commentato: āDopo gli anni di grande espansione, lāindustria italiana costruttrice di beni strumentali si ĆØ trovata ultimamente a fare i conti con una condizione di contesto profondamente differente. LāinstabilitĆ geopolitica, da un lato, e la debolezza della domanda interna, dallāaltro, hanno inciso profondamente sui nostri risultati. Proprio la condizione generalizzata di complessitĆ Ā ĆØ lāelemento che piĆ¹ ci allarma rispetto al prossimo futuro. Infatti, le imprese italiane del machinery fanno i conti con le difficoltĆ oltreconfine che riguardano paesi vicini e lontani e che, in parte, risentono dei conflitti aperti nelle zone calde del mondo; ma sono costrette anche a ragionare su come rispondere alle criticitĆ del mercato italiano che si dimostra decisamente asfitticoā.
āCon riferimento allāestero ā continua Bettelli -, un comparto come il nostro, che destina ben piĆ¹ della metĆ del suo fatturato ai mercati stranieri, non puĆ² che essere preoccupato dalla situazione della Germania che in Europa ha sempre fatto da traino allāeconomia dellāarea e che ora ĆØ incagliata nelle maglie della crisi dellāauto. Stesso discorso per la Francia e la Polonia. Se poi estendiamo lo sguardo oltre il Vecchio Continente la situazione non migliora di certo: dopo che la Russia ĆØ uscita dai nostri radar, la Cina ha notevolmente ridotto lāattivitĆ con i player di area euro. Unico salvagente restano, al momento, gli USA e il Messico ma lāincognita Trump non puĆ² permetterci di dormire sonni tranquilli. Alla luce di questa situazione, al di lĆ delle iniziative delle singole associazioni su mercati di specifico interesse, ĆØ evidente la necessitĆ che la federazione lavori per supportare lāattivitĆ di internazionalizzazione dellāindustria italiana di comparto. Risponde a questo obiettivo la seconda edizione dei Ingenium, lo studio realizzato da Federmacchine in collaborazione con Confindustria volto ad analizzare le potenzialitĆ di questo comparto sul mercato internazionale e a misurare (speriamo) lāavanzamento della nostra industria rispetto ai risultati presentati nellāedizione numero 1 effettuata nel 2023ā.
āQuanto allāItalia ā ha concluso Bruno Bettelli ā lāauspicio ĆØ che il perfezionamento di Transizione 5.0 inserito come emendamento alla Legge di Bilancio in discussione in Parlamento in questi ultimi giorni dellāanno, possa effettivamente restituire un poā di brio alla domanda domestica. Lāindustria manifatturiera italiana ha necessitĆ di innovare e lāinnovazione passa, anzitutto, attraverso gli investimenti in nuovi macchinari di produzione. Per questo ĆØ fondamentale pensare giĆ al dopo Transizione 4.0-5.0 che di fatto si concludono con la fine del 2025ā.
Fonte: Federmacchine.it
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