Mosca ha 2 miliardi di dollari bloccati da Jp Morgan. E gli Stati Uniti non sanno cosa farne

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Utim’ora news 3 febbraio ore 20

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Pochi mesi dopo l’invasione dell’Ucraina, la Russia ha inviato ingenti pagamenti in Turchia. In breve, sono stati trasferiti oltre 5 miliardi di dollari, con la promessa di somme ancora maggiori.
All’apparenza, il denaro doveva servire a finanziare la costruzione della prima centrale nucleare turca. Un progetto che, nato decenni fa e fortemente sostenuto dai presidenti Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan, è stato costruito e finanziato dal conglomerato nucleare statale russo.

Ma a New York, questi trasferimenti hanno attirato l’attenzione degli investigatori del Dipartimento di Giustizia, incaricati di monitorare Wall Street. Il motivo? Due delle principali banche americane, Jp Morgan Chase e Citigroup, hanno gestito i flussi di denaro.

Il progetto nucleare per aggirare le sanzioni statunitensi

Gli investigatori hanno scoperto che Russia e Turchia avevano utilizzato il progetto nucleare nel 2022 per aggirare le sanzioni statunitensi imposte alla Banca di Russia. Secondo fonti vicine alla vicenda, i tecnocrati di Mosca avrebbero trasferito miliardi di dollari tramite banche americane in un paese «amico», da cui il denaro avrebbe potuto finanziare iniziative statali russe. Jp Morgan e Citigroup non sono sotto inchiesta, ma 2 miliardi di dollari dei fondi russi sono attualmente bloccati presso Jp Morgan, dopo che il governo degli Stati Uniti ha interrotto alcuni trasferimenti bancari.

Il ruolo del Dipartimento di Giustizia

Nel 2024, i procuratori statunitensi avevano preparato un’azione per sequestrare il denaro, accusandolo di evasione delle sanzioni, riciclaggio di denaro e frode bancaria. Tuttavia, l’amministrazione Biden ha bloccato l’azione, temendo che ciò avrebbe potuto inasprire i rapporti con la Turchia, un alleato strategico ma a volte problematico.

Rosatom: gestione dei fondi per la centrale nucleare in Turchia

Una portavoce di Rosatom, l’ente nucleare statale russo, ha affermato che tutti i fondi destinati alla centrale nucleare sono stati utilizzati «per finanziare il progetto e per pagare i contrattisti e altri impegni sociali e finanziari in Turchia. Per quanto riguarda i fondi che sono stati ingiustamente trattenuti per l’influenza di terzi, ci aspettiamo che la questione venga risolta», ha dichiarato.

Il piano della Banca di Russia

Questa vicenda mette in luce i limiti delle sanzioni come strumento di guerra economica e i compromessi che gli Stati Uniti devono affrontare nel difendere il sistema finanziario, bilanciando le delicate relazioni diplomatiche. Secondo il Dipartimento di Giustizia, l’ordine per aggirare le sanzioni sarebbe venuto direttamente dall’alto, da Mosca, e il capo della Banca di Russia avrebbe avuto un ruolo cruciale.

Dopo che le riserve valutarie della Banca di Russia sono state congelate nel febbraio 2022, la stessa Banca di Russia,infatti, insieme ad alcune aziende statali, avrebbe ricevuto istruzioni dal Cremlino per trovare una via per riutilizzare quei fondi. La soluzione trovata è passata attraverso entità non sanzionate, come Gazprombank, la banca del gigante energetico statale russo, che ha concesso un prestito da 9 miliardi di dollari per la costruzione della centrale nucleare, anch’essa non sanzionata. Ciò che non è stato rivelato: la Banca di Russia avrebbe segretamente finanziato il prestito, e il progetto nucleare non era il suo unico scopo.

L’accordo tra Russia e Turchia 

Per la Turchia, l’incentivo era rifornire di dollari il sistema finanziario del paese. La banca centrale turca stava prendendo in prestito dollari dalle banche commerciali per sostenere la lira, senza alzare i tassi d’interesse di fronte a un’inflazione galoppante.

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Mosca cercava di creare una riserva di dollari offshore per finanziare gli interessi russi al di fuori dello sguardo degli Stati Uniti. Secondo il piano di Mosca, la centrale nucleare avrebbe potuto trasferire dollari alle imprese russe attraverso il sistema bancario turco, in particolare tramite la Ziraat Bank, al fine di evitare il controllo delle autorità statunitensi.

A differenza di altri alleati della Nato, la Turchia non ha imposto sanzioni alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina, ma ha invece rafforzato i legami economici con Mosca, approfittando delle difficoltà economiche globali. Ankara ha mantenuto una posizione ambigua durante la guerra, inviando armi letali all’Ucraina, ma anche sfruttando i legami con il Cremlino per mediare lo scambio di prigionieri, come nel caso del reporter del Wall Street Journal, Evan Gershkovich, nel 2024.

L’uso delle centrali nucleari come mezzo per occultare fondi

Le centrali nucleari finanziate con modalità complesse rappresentano un mezzo ideale per occultare fondi destinati ad altri scopi. La Russia sta costruendo o finanziando più di una dozzina di reattori all’estero, con l’intenzione di esercitare influenza tramite l’energia nucleare.

L’intervento del Dipartimento di Giustizia e il congelamento dei fondi

Il piano ha funzionato inizialmente: nell’estate del 2022, Gazprombank ha inviato 3 miliardi di dollari tramite Citi ai depositi della centrale nucleare presso la Ziraat Bank. Più di 2 miliardi sono passati invece per Jp Morgan.
Quando però gli allarmi sono suonati al Dipartimento di Giustizia, i funzionari americani hanno contattato Jp Morgan per bloccare il successivo trasferimento di 2 miliardi di dollari verso la Turchia, congelando i fondi.

Le preoccupazioni diplomatiche degli Stati Uniti riguardo alla Turchia

Nonostante il tentativo di sequestrare il denaro, la Casa Bianca e il Dipartimento di Stato erano preoccupati che una causa legale contro la Turchia potesse danneggiare la cooperazione con il governo di Erdogan in questioni delicate come lo scambio di prigionieri, la lotta al terrorismo e gli sforzi per stabilizzare la Siria e porre fine alla guerra a Gaza.

Una delle ragioni di questa cautela, secondo le fonti, è che il Dipartimento di Giustizia sospetta che uno dei principali collaboratori di Erdogan, Ibrahim Kalin, allora portavoce e consigliere per la sicurezza nazionale, fosse coinvolto nei pagamenti del 2022. Kalin, oggi a capo dell’intelligence turca, insieme all’ex ministro delle finanze Nureddin Nebati, avrebbe giocato un ruolo centrale nelle transazioni.

L’effetto della situazione in Siria sulla politica turca

Nel frattempo, la situazione in Siria, con la caduta di Bashar al-Assad per mano dei ribelli islamisti, ha accresciuto il peso politico di Erdogan in Medio Oriente. Di fronte a queste dinamiche, gli Stati Uniti temevano che la Turchia potesse inviare truppe in territori controllati dai curdi sostenuti dagli Stati Uniti, costringendo la Casa Bianca a chiedere al Dipartimento di Giustizia di fare un passo indietro.

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Ora spetta all’amministrazione Trump decidere se riaprire il caso. Nel primo mandato di Trump, le accuse contro la banca turca Halkbank per violazioni delle sanzioni statunitensi sull’Iran erano state una fonte di tensione con Erdogan. (riproduzione riservata)


(Translated from the original version by Milano Finanza Editorial Staff)

MF+MIFI + The Wall Street Journal



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