Moody, lavoratori in attesa di risposte: pressing sul tribunale per l’autorizzazione al contratto a un nuovo investitore

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La vicenda Moody resta al centro del confronto tra sindacati, lavoratori e amministrazione giudiziaria: dopo il mancato trasferimento del personale al 1° febbraio, le organizzazioni sindacali hanno sollecitato un intervento urgente e chiedono che entro l’udienza del 28 febbraio venga formalizzata l’autorizzazione alla stipula del contratto con il soggetto interessato alla gestione dell’attività. L’obiettivo è garantire la continuità lavorativa e tutelare i dipendenti, ancora in una situazione di incertezza.

Incontro decisivo – Durante il vertice con l’assessore al Lavoro Mario Mascia, le parti hanno ricostruito tutti i passaggi della vicenda, evidenziando la necessità di un intervento immediato. “Abbiamo ottenuto proroghe, coinvolto soggetti interessati e lavorato per trovare una soluzione. Ora serve un passo in avanti: ci aspettiamo che l’amministratore giudiziario chieda l’autorizzazione alla stipula di un contratto con chi vorrà per garantire la continuità occupazionale”, ha dichiarato Mascia. L’amministrazione giudiziaria ha il compito di tutelare il patrimonio aziendale e quello dei lavoratori, ed è interesse di tutti arrivare a una soluzione in tempi brevi.

Manifestazioni di interesse – Nel frattempo è stata ribadita la disponibilità ad accogliere nuove manifestazioni di interesse da parte di altri soggetti. Alcune proposte sono già state formalizzate, come ad esempio quella dell’imprenditore della ristorazione Valter Pinna, ma non si escludono ulteriori offerte. I lavoratori, che dal 15 novembre scorso sono rimasti parte dell’azienda con regolare stipendio ma senza una collocazione definita, sono pronti a mettere a disposizione le proprie competenze, ma la questione centrale resta chi debba farsi carico della loro retribuzione nel prossimo futuro.

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Sindacati in allerta – Il nodo principale resta il futuro degli occupati. Maurizio Fiore, rappresentante sindacale della Filcams Cgil, ha evidenziato l’urgenza di una soluzione: “Abbiamo chiarito alcuni aspetti, ma restano punti critici. La priorità è garantire stabilità lavorativa. Finché non ci sarà una risposta chiara, i dipendenti resteranno a disposizione, come hanno fatto dall’11 settembre”. I sindacati chiedono certezze e un’accelerazione delle procedure per evitare ulteriori difficoltà.

Attesa per il 28 febbraio – L’udienza che si terrà alla fine del mese rappresenta una scadenza chiave per la vertenza, il timore è che senza un intervento tempestivo la situazione si complichi ulteriormente. La pressione sull’amministratore giudiziario è forte: l’autorizzazione alla stipula del contratto è considerata un passaggio indispensabile per garantire la continuità occupazionale e scongiurare ripercussioni sui lavoratori e sulla comunità. Per poterlo fare è necessario che i giudici provvedano al sequestro dell’immobile, attualmente di proprietà della società Qui Group dell’imprenditore Fogliani, e consentano a un nuovo soggetto di stipulare un contratto di locazione con l’amministratore giudiziario: l’operazione è tecnicamente possibile perché potrebbe prevalere la necessità di garantire continuità occupazionale a tutti i dipendenti che erano in carico alla società che deteneva la precedente locazione, la Romeo e Giulietta, di proprietà di Gabriele Volpi e Gianpiero Fiorani. 

Le persone dietro – Dietro la vertenza sindacale ci sono volti e storie di chi ha dedicato una vita al proprio lavoro. Come Anna, che ha perso il marito due mesi prima di ritrovarsi senza un impiego. Per 37 anni ha lavorato al Moody, con dedizione e sacrificio: ora le hanno proposto un trasferimento a Ferrara, ma lasciare Genova non è un’opzione, qui ha i suoi figli e i suoi nipoti, la sua famiglia. E poi c’è Elisabeth, dal Senegal, il sorriso stampato in viso. Da 15 anni lavora al Moody, affrontando le difficoltà che la vita gli ha messo di fronte con una determinazione incrollabile. Da sola mantiene sua figlia, muta, e porta avanti la sua casa ancora da pagare. Storie di resilienza e dignità, in attesa di risposte che possano restituire loro stabilità e tranquillità.

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