“Larve e viti senza capocchia” – Libero Quotidiano

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Panico nelle segreterie e nelle Borse europee: dopo Canada, Messico e Cina toccherà all’Unione europea provare a reggere l’urto dei dazi americani in arrivo “molto presto”, come annunciato dal presidente Donald Trump. Il problema però, spiega Giulio Tremonti a Il Messaggero, è che nei guai si è ficcata la stessa Ue con le proprie mani, da tempo.

“Il 29 gennaio, per reazione, la Commissione ha annunciato al mondo la Kompass Ue, ossia ha detto che l’Europa dopo non averla avuta per vent’anni ha trovato finalmente la bussola. In attesa di conoscere questa bussola, che tuttavia è sviluppata su alcuni pilastri, sempre il 29 del mese scorso sulla Gazzetta ufficiale europea è stata pubblicata la normativa sull’uso dei formulari per gli strumenti musicali e sulle viti senza capocchia. E appena qualche giorno prima – continua -, sono apparse le regole sulla polvere di larve intere di tenebrio molitor, sull’omologazione dello sterzo dei veicoli, sull’armonizzazione delle regole per le lavatrici a uso domestico e per le lavasciuga della biancheria”. E aggiunge che “volendo, si può andare indietro più o meno per un milione e duecentomila pagine simili, quanto sono quelle che sono state pubblicate nel corso degli anni di vita della Gazzetta ufficiale europea”.

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Insomma, spiega con amara ironia l’ex ministro dell’Economia e delle Finanze nei governi Berlusconi, abbiamo già perso da soli, indipendentemente da tutto: “La base per vincere sta anzitutto in una richiesta e poi in una domanda. La richiesta è quella del mea culpa. La soluzione ce la dà Einstein. Ed è questa: non affidare la soluzione dei problemi a chi li ha causati. Il grido corale fatto l’altro giorno da Von der Leyen e Lagarde vuol dire, insieme alla ricerca della bussola, che è mancata dopo la crisi del 2008 anche la bussola monetaria“.

 

 

 

In ogni caso, Trump è convinto che l’economia possa fare a meno degli alleati e applica la legge del più forte: “I dazi possono avere, molto semplificando, una funzione di polizia, una di geopolitica e una di economia. Quella di polizia è dazi per bloccare i flussi della droga e i cartelli criminali delle migrazioni. Ed è quella che si sta cominciando a usare contro alcuni Stati e ciò ricorda quello che la Cina non ha potuto fare ai tempi della guerra dell’oppio nell’800”.

La funzione geopolitica: “E’ quella per affermare la potenza. Quanto alla funzione economica, è troppo presto per valutare quello che sta accadendo. L’elemento di novità è che le economie sono già profondamente integrate. Non era cosi nell’800 e neppure nel ‘900. E quindi i dazi possono anche produrre effetti asimmetrici o effetti boomerang“. Dal lato dell’Europa, prosegue Tremonti, “dazi che graziano il parmigiano ma colpiscono l’auto tedesca incidono ancora di più sull’Italia. L’effetto boomerang può arrivare anche in America, perché una quota larga dell’industria europea è posseduta dall’America”. Insomma l’America rischia di danneggiare se stessa: “E’ qualcosa – osserva l’ex ministro – che va messa in conto. C’è una riflessione politica da fare. Forse è necessario andare indietro al principio della globalizzazione. Nel ’94, mentre la globalizzazione era al suo principio, ho scritto un libro intitolato Il fantasma della povertà. Prevedevo che i capitali sarebbero andati in Asia alla ricerca di manodopera a basso costo, ma l’Occidente avrebbe importato povertà, a partire dalla classe operaia”. Cosa che puntualmente è accaduta. Per questo “furono inventati i subprime, per compensare la perdita dei lavoratori con un po’ di finanza sui mutui. E i subprime generarono la crisi globale. All’origine di una quota del voto per Trump c’è non solo la nostalgia per le vecchie industrie, ma anche la sofferenza per quanto patito a opera dei globalisti”. “Ora – conclude Tremonti – è cominciata la guerra dei dazi. Ricordo un detto dell’800: i confini non attraversati dalle merci sono attraversati dagli eserciti. Un modo per evitarlo è rifare un accordo globale, come quello che fu fatto nel 1944 a Bretton Woods“. 

 

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