TOSCANA ECONOMY – CDO Toscana e la cultura del lavoro

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Gianni Lazzeri è il nuovo presidente regionale di Compagnia delle Opere (CDO) Toscana

Dal 26 novembre 2024 c’è un nuovo presidente alla guida di Compagnia delle Opere Toscana: è Gianni Lazzeri, imprenditore e amministratore delegato di Tre Elle Trasporti, azienda di Calenzano specializzata nella logistica per e-commerce. Già direttore dal 2001 al 2004, Lazzeri si prepara a presentare numerosi progetti e a porli all’attenzione di tutti gli imprenditori associati.

«La decisione di prendermi questa nuova responsabilità, su richiesta del consiglio direttivo, nasce dal mio modo di essere imprenditore all’interno della CDO – esordisce Lazzeri -. Considero la Compagnia non solo un’associazione ma anche e soprattutto un gruppo di amici, con i quali c’è una lunga storia di conoscenza e con i quali ci piace impegnarci per mettere i frutti del nostro lavoro a disposizione di tutti i nostri soci».

Molte le connessioni tra la sede toscana e quella nazionale, dichiara il presidente regionale: «All’interno della Compagnia delle Opere è in atto un lavoro improntato alla riscoperta delle origini. Dalla sede nazionale ci si è rivolti alle sedi locali per far capire quanto il contributo dell’associazione sia ancora attuale e utile per un’azienda che sta oggi sul mercato.

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Questa attività che va alla ricerca delle radici della CDO è iniziata l’anno scorso con il nuovo presidente nazionale Andrea Dellabianca ed è proseguita quest’estate al Meeting di Comunione e Liberazione di Rimini: in questa occasione è stato presentato un video sulla storia della Compagnia delle Opere e sulla genesi della sua identità, con tutti i princípi che anche io condivido e che ho imparato a conoscere nel corso degli anni.

Insieme agli altri membri del direttivo stiamo quindi cercando di fare nostra questa prospettiva, riprendendo in mano tutta la nostra esperienza e con lo scopo di evidenziare e attualizzare i punti originali e utili della CDO, rendendoli così più espliciti e fruibili per i soci».

La cultura del lavoro è uno dei capisaldi della CDO, che Lazzeri traduce con queste parole: «In questi primi mesi della mia presidenza, riorganizzando i nostri gruppi di lavoro e le nostre filiere, mi sono prefissato di tenere sempre in considerazione alcuni pilastri ideali.

Innanzitutto, il faro rappresentato dalla tradizione cattolica, che esalta la bellezza della cultura e del saper fare che nasce dal nostro lavoro. Una riscoperta che possiamo mettere in atto tramite iniziative specifiche e momenti di formazione.

Secondo noi dentro il lavoro non c’è solo la capacità di guadagnarsi lo stipendio o di fare degli utili per un’impresa, ma c’è molto di più: c’è la sfida della propria crescita professionale, ma anche personale e umana.

L’ambiente che si è creato all’interno della CDO permette di fare domande e di mettere a tema i punti essenziali, in modo da poter affrontare le difficoltà e anche di beneficiare di nuove opportunità. Sono tutti scenari che una persona, da sola, può far fatica a cogliere.

Ecco, questa libertà e questa possibilità di lavorare insieme, è davvero una particolarità unica per noi, oltre che un tratto distintivo della nostra associazione. In una società come quella attuale, caratterizzata dall’individualismo e dalla corsa a competere con gli altri, la CDO si distingue per la volontà di andare nella direzione opposta: lavorare insieme per provare a costruire nuove opportunità e soluzioni».

Uno strumento pratico che la CDO utilizza da sempre per le proprie attività è rappresentato dalle filiere: «Una delle filiere più attive tra i soci toscani della CDO è quella dell’edilizia. Le altre sono Opere Sociali, Opere Educative, Sport, Agroalimentare, Informatica, Energia, Turismo e Meccanica.

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Preciso che per noi filiera non vuol dire un raggruppamento settoriale di aziende: nel caso della filiera dell’edilizia può farne parte un’impresa edile o anche un’azienda che ha interesse a lavorare nel mondo dell’edilizia.

Le filiere sono quindi gruppi di lavoro pensati per creare delle iniziative in cui si lavora insieme: grazie a tutti gli stimoli che emergono da contesti un po’ più ampi è possibile anche cambiare qualche caratteristica del proprio modo di essere imprenditori.

Come quando ho partecipato a un corso di formazione sul benessere delle persone in azienda, dove ho potuto attingere elementi utili sulla gestione dell’onboarding, vale a dire l’inserimento delle persone nel nuovo contesto lavorativo».

Un’altra peculiarità della CDO è di avere tra i propri associati i liberi professionisti: «Questa categoria vive in modo assolutamente individuale la propria professione, sperimentando spesso un certo senso di solitudine.

Ecco, la mia idea è che mettersi insieme può essere veramente un arricchimento importante. Per esempio, nel 2013 il presidente della filiera dell’edilizia Stefano Capretti, tuttora nostro socio, ebbe l’idea, tra i primi in Italia, di creare una srl fatta di soci e professionisti.

Si chiama HYPER ed è la prima società tra professionisti in Italia che si è iscritta ad un Ordine degli Ingegneri, annoverando al suo interno anche architetti, geometri, geologi, dottori commercialisti e ottenendo un riscontro molto interessante sul mercato».

Nel corso del 2025, anticipa Lazzeri, verrà lanciato un innovativo forum commerciale: «Si tratta di uno strumento grazie al quale si può analizzare la propria strategia commerciale, per capire come muoversi all’interno di un mercato profondamente cambiato, sia in seguito alla pandemia da Covid 19 sia in base alle trasformazioni derivanti dalla nascita dell’intelligenza artificiale.

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Riteniamo che lavorare insieme su questo tema sarà di grande aiuto per i nostri soci, prevalentemente aziende piccole in cui il singolo imprenditore partecipa o gestisce in proprio l’attività commerciale. Sono convinto che ciò rappresenti il principale valore aggiunto che una PMI possa offrire ai propri clienti».

Sul tema della formazione Lazzeri si esprime così: «Abbiamo una scuola di impresa alla quale vorremmo dare una nuova forma, dotandola di una serie di iniziative che aiutino i soci a guardare al proprio lavoro e ai temi strategici.

Tutto questo non tanto sulla base di una formazione tecnica – già esistente sul mercato – quanto attraverso un approfondimento sui temi più attuali, come l’intelligenza artificiale e la visione aziendale, entrambi oggetto di corsi e attività in partenza a breve».

Il rapporto con le nuove generazioni è tenuto in particolare considerazione: «Oggi è molto difficile per le aziende essere attrattive per i giovani. Il nostro obiettivo è quindi entrare in contatto con i ragazzi per conoscerli meglio ed anche per aiutarli a capire che fare impresa rappresenta oggi una interessante opportunità di lavoro».

Tutti questi temi, nel loro complesso, non fanno altro che confermare una delle missioni principali della CDO, a partire dal livello nazionale: mettere la persona al centro. «Quello che sembra ormai uno slogan comune a tutte le aziende, per noi significa valorizzare il capitale umano presente nelle piccole e medie aziende che sono dentro la nostra organizzazione.

Non dimentichiamo, infatti, che è proprio nelle microimprese che la singola persona è il punto di forza, molto più di quanto può esserlo all’interno di un’azienda di grandi dimensioni. Pensiamo che ogni dipendente possa essere un valore aggiunto dell’azienda e possa sentirsi una parte importante della stessa.

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A questo proposito, abbiamo presentato, in collaborazione con la CISL, un progetto di legge a livello nazionale per promuovere la partecipazione delle persone al capitale aziendale». Un tema verso il quale Lazzeri mostra un particolare interesse è quello delle organizzazioni non profit: «Le aziende più strutturate, in particolare in Toscana, sono proprio quelle che non hanno scopo di lucro e che operano nel fornire servizi rivolti alla comunità locale.

Riteniamo che collegare il profit con il non profit possa aiutare sicuramente quest’ultimo a guardare la propria attività in termini di efficienza operativa. Inoltre, può aiutare moltissimo le aziende a riscoprire il valore della gratuità e la motivazione che può dare il muoversi non per un utile ma per un senso di utilità nei confronti di tutti e per il bene di tutti.

La nostra partecipazione al mondo del non profit ci ha permesso in questi anni di organizzare insieme a molte altre realtà del territorio (Misericordia, Banco Alimentare, Cesvot) il convegno annuale “All’origine della gratuità”, che premia ogni anno con il “Premio della Gratuità” una realtà che si è distinta per l’opera creata.

Lo scorso dicembre, in Palazzo Vecchio, abbiamo consegnato il premio al progetto Villa Lorenzi, che in 36 anni di attività, grazie all’opera instancabile di Zaira Conti, ha salvato 1.300 ragazzi dalla strada, aiutandoli a dare risposte al loro disagio, sia a livello di prevenzione che di recupero e valorizzazione di risorse personali».

Il dialogo costante con i giovani sarà mantenuto anche attraverso la creazione di un Manifesto del buon lavoro: «Lo abbiamo presentato in Senato qualche mese fa e cercheremo di promuoverlo sui territori.  Alla base c’è la convinzione che rispetto al passato i giovani di oggi siano molto più sensibili e attenti allo scopo e al significato del loro lavoro.

Racconto per completezza questo episodio. Gli amici della filiera del turismo, in visita a un’opera di assistenza emiliano-romagnola che accoglie ragazzi con dipendenze da sostanze, sono rimasti colpiti dal rapporto che si è creato tra gli ospiti e gli educatori, un aspetto di fronte al quale le aziende presenti all’evento hanno dimostrato un forte coinvolgimento emotivo.

Quando accade questo, vuol dire che si va al di là dell’arricchimento che può nascere da un semplice corso di formazione, ma si va piuttosto a riscoprire il senso profondo del lavoro. Sono tutti temi ideali, ma la loro bellezza emerge ancora di più quando si riesce a calarli in iniziative specifiche. Ed è quello che proveremo a fare insieme al consiglio direttivo nei prossimi due anni del mio mandato, che sarà denso di sfide affascinanti e significative».

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