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coppia toscana perseguitata dagli ex proprietari. I messaggi choc Il Tirreno #finsubito richiedi mutuo fino 100%


PISTOIA. L’acquisto di quella casa avrebbe dovuto essere la realizzazione di un sogno, per loro e per i loro figli. Invece si era trasformato in un incubo, fin dal primo momento in cui avevano cercato di traslocare e prenderne possesso. A causa delle minacce e dei comportamenti persecutori sempre più pressanti e frequenti che avevano dovuto subire da parte dell’ex proprietario – e anche dalla moglie e dalla figlia di quest’ultimo – che, evidentemente, nonostante la vendita, considerava quell’appartamento come fosse ancora suo.

Dal sogno alle denunce

Dopo le plurime denunce sporte dalle vittime e le indagini portate avanti dai carabinieri della stazione di Pistoia, è con l’accusa di atti persecutori che, accogliendo la richiesta del pm, il giudice delle indagini preliminari ha rinviato a giudizio i tre indagati. Difesi dall’avvocato Alessio Lopez, marito, moglie e figlia (74, 73 e 43 anni) dovranno comparire davanti al tribunale monocratico il 13 maggio del prossimo anno.

La ricostruzione

Come accennato, tutto è nato il 28 ottobre 2020, dall’acquisto dell’appartamento degli imputati da parte della coppia di cinquantenni. Tra l’altro interessata a traslocare il prima possibile per non dover continuare a pagare contemporaneamente sia il mutuo che l’affitto per la vecchia casa. Una speranza fin da subito infranta, in quanto i precedenti proprietari non avevano alcuna intenzione di andarsene, rimandando per mesi la propria partenza, ogni volta adducendo le scuse più diverse. Fatto sta che la coppia aveva dovuto chiedere lo sfratto esecutivo attraverso un avvocato. 

Ed era stato questo che, evidentemente, aveva scatenato la persecuzione. Dopo essere stati costretti ad andarsene dall’intervento della forza pubblica (a quel punto era già il gennaio 2022) erano iniziate le telefonate, le minacce, anche di morte, gli appostamenti sotto casa. Sempre più frequenti ogni volta che i nuovi proprietari li sollecitavano a portare via dal loro appartamento i mobili e gli oggetti personali che vi avevano lasciato, ben oltre i 50 giorni di tempo che l’ufficiale giudiziario aveva concesso loro.

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I messaggi

Tra i messaggi lasciati nella segreteria telefonica delle vittime, anche quello in cui si minacciava apertamente di uccidere il loro cane, sottolineando come non fosse così difficile lanciare una “pasticchina” sul terrazzo visto che non si trovava certo all’ultimo piano del palazzo. E poi la minaccia di accusarli di essere dei genitori violenti per fargli togliere per sempre i figli, o di fare perdere il lavoro a lei nella scuola con una segnalazione al provveditorato agli studi. E, come detto, le minacce di morte dirette a loro: «La prossima volta che ti vedo ti attacco al muro»; «La tu’ moglie fa la fine del topo»; Ti scaravento nel fiume»; «T’ammazzo»…

Una persecuzione che, nonostante le ripetute denunce ai carabinieri, era andata avanti fino al giugno 2023. Adesso, il rinvio a giudizio.

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