“Su un tema così divisivo e serio, come il suicidio assistito, il Partito Democratico in Regione Toscana, per quanto questa non ne abbia la ben che minima competenza, ha perso l’occasione di farsi promotore di una riflessione politica seria, tentando un colpo di mano per assecondare le fronde più radicali”. Lo afferma Paolo Bambagioni, consigliere comunale della Lista civica Eike Schmidt, con un lungo passato nelle fila del Partito democratico, non senza voti in autonomia rispetto ai diktat della dirigenza dem.
“Si riscontra – riflette Bambagioni – una sempre più marcata tendenza verticistica, con le decisioni che arrivano direttamente da Roma e vengono trasmesse dall’uomo della Schlein agli altri, come fossero solo dei sottoposti; questo – rimarca Bambagioni – insieme a uno schiacciamento su posizioni radicali, senza mediazione o dibattito almeno interno, tutelando le varie anime che compongono – o componevano – il PD, come quella cattolica, ben presente ancora in Toscana”.
“Sembra proprio – prosegue il presidente della Commissione Controllo del Comune di Firenze – che il PD, a livello regionale ma anche cittadino, sia sempre più insofferente al dibattito interno e con le minoranze, come vediamo sempre più spesso. Non è un buon modo di gestire le Istituzioni pubbliche, anzi. Questa è la brutta faccia del poco democratico Partito democratico che vuole piegare tutti alla volontà di pochi, come ha fatto con la vicepresidente Saccardi, in occasione delle votazioni al comune di Firenze di poche mesi fa”, ricorda il consigliere di minoranza.
LA NOTA DEL POPOLO DELLA FAMIGLIA
“E’ noto che settimana prossima il Consiglio Regionale della Toscana si esprimerà su una eventuale legge regionale sul suicidio assistito. Ne leggevamo su “La Nazione” web a questo link https://www.lanazione.it/cronaca/fine-vita-legge-toscana-j0tzshg4. Dall’articolo si evince che in Regione non c’è nessuna parte politica intenzionata a dire un secco e chiaro NO al suicidio assistito, e che affermi che gli articoli 579 e 580 del Codice Penale, per una questione di civiltà, vanno bene così come sono, nonostante l’intenzione di smantellarli espressa dalla Consulta.
Considerata l’importanza della posta in gioco, che è la vita dei cittadini toscani e italiani, Il Popolo della Famiglia per la Toscana ha indirizzato un’articolata lettera aperta (il cui testo integrale è allegato alla presente) al Presidente della Regione Eugenio Giani, ai Referenti dei sette gruppi consiliari presenti in Regione e anche al nuovo Presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Amoroso.
Il Referente per Firenze del Popolo della Famiglia, Pier Luigi Tossani, in rappresentanza del Coordinamento Regionale del movimento politico, ha scritto:
“Signori, ci permettiamo di raccomandarvi, quando presto vi troverete faccia a faccia a discutere del progetto di legge sul c.d. “suicidio assistito”, di decidere in favore della vita dei cittadini toscani, specie in considerazione del fatto che comunque la materia non è di competenza regionale, ma nazionale. Vi raccomandiamo di esprimervi per il vero bene delle persone, e non in base a un principio di falsa autodeterminazione che è solo abbandono delle stesse – eventualmente con la motivazione che non ci sono risorse disponibili per le cure.
Piuttosto, spendiamo meglio i soldi dei cittadini contribuenti: invece di fomentare guerre costosissime e insensate, se vogliamo essere effettivamente a fianco delle persone quando si ritrovano con gravi problemi di salute, consentiamo loro di curarsi in modo adeguato. E, quando esse giungono inevitabilmente agli ultimi momenti della loro esistenza terrena, come toccherà a ciascuno di noi, accompagniamole alla morte naturale in modo davvero dignitoso, tenendo loro la mano. (…)Non si deve eliminare un uomo come si fa con un cavallo azzoppato, altrimenti la nostra società diviene un inferno di angoscia, solitudine e disperazione, invece di essere il focolare della dignità dell’uomo e della civiltà dell’amore.
Da parte nostra, mentre seguitiamo a fare il possibile per sensibilizzare il nostro popolo affinché collabori a fermare l’onda mortifera che si innalza nel Paese, vi richiamiamo, ciascuno di voi nel suo proprio ruolo, alla vostra grave responsabilità.
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