Pensioni: cosa cambia col Piano Brambilla e come funziona il Superbonus pensionati

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Pensioni, che cos’è il Piano Brambilla e quali sono i possibili interventi che andrebbero a paventarsi. Tutti i dettagli

Quando giunge il momento di andare in pensione, sono parecchi i calcoli da fare, le ipotesi da valutare, perché è normale voler raccogliere il meglio dal lavoro praticato in tanti anni.

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Il lavoro, indubbiamente, per quanto possa essere una passione, può comportare sacrifici e rinunce in fatto di tempo. Quando ci si ritira, finalmente, dalla carriera lavorativa, ogni pensionato desidera farlo traendone il miglior vantaggio possibile.

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Chiaramente, ci sono diversi aspetti da valutare, e questi sono soprattutto i contributi versati, e l’età per andare in pensione.

Pensioni, che cos’è il Piano Brambilla e cosa propone

In questo contesto si inserisce una proposta avanzata dall’esperto in previdenza sociale, Alberto Brambilla.

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Tale proposta va a introdursi nell’attuale discussione sull’adeguare requisiti pensionistici e aspettativa di vita, tema piuttosto dibattuto anche a livello politico. Il piano proposto da Brambilla vorrebbe apportare delle modifiche all’età pensionabile, conservando invece fissa l’anzianità contributiva.

Secondo Brambilla, l’anzianità contributiva per le pensioni anticipate potrebbe restare fissa a 42 anni e 10 mesi per uomini e 41 e 10 mesi per le donne. L’età pensionabile potrebbe crescere a seconda delle variazioni demografiche, ma i requisiti minimi contributivi non cambierebbero fino al 2026.

Per ciò che concerne l’uscita anticipata, la proposta comprende l’opportunità di uscire prima da lavoro a 64 anni e con 38 anni di contributi. Brambilla suggerisce, inoltre, un Superbonus triennale per coloro che continuano a lavorare oltre 67 anni, quindi fino a 71 anni, esortando dunque a restare ancora nel mondo lavorativo.

Altra proposta è il rivedere le prestazioni pensionistiche, adeguando i coefficienti di trasformazione delle pensioni all’aspettativa di vita. Lo scopo è quello di assicurare maggiore sostenibilità, da un punto di vista economico, al meccanismo previdenziale. Un’altra ipotesi avanzata nel suddetto piano è che chi desiderasse ritirarsi a 67 anni, potrebbe vedersi ridotto l’assegno, come sprone per proseguire la propria carriera più a lungo.

Ad oggi, il sistema pensionistico del nostro Paese prevede che l’età per ritirarsi da lavoro aumenti a seconda dell’aspettativa di vita, ma è un sistema che è stato bloccato fino al 2026. Dal 2027, si precede un aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi, invece di 67. La proposta di Brambilla avrebbe l’obiettivo di trovare un punto di equilibrio tra adeguamenti e tutela dei diritti dei lavoratori.

Piano Brambilla, vantaggi e svantaggi di Quota 102

Ora, la proposta di Quota 102 di Brambilla, che consentirebbe di andare in pensione all’età di 64 anni con almeno 38 anni di contributi, ha pro e contro.

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Piano Brambilla, vantaggi e svantaggi di Quota 102-trading.it

Partiamo dai possibili svantaggi: sarebbe una proposta che comprenderebbe una fetta ristretta di lavoratori, e questo ha portato a diverse critiche da sindacati e politici.

Critici affermano che tale proposta sembri una prosecuzione della riforma Fornero, che ha aumentato l’età in cui andare in pensione e i requisiti per ciò che concerne gli anni di contribuzione da avere, non affrontando in modo adeguato le vere esigenze di flessibilità che il mercato lavorativo presenta.

Esperti ritengono che questa proposta non vada a risolvere i problemi di calcolo contributivo, e che vada ad agevolare solo parte dei lavoratori. Per ciò che riguarda i vantaggi di questa proposta, ci sarebbe maggiore flessibilità nel pianificare la carriera lavorativa, avendo opportunità di andare prima in pensione rispetto all’età prevista.

Non ci sono penalizzazioni per ciò che concerne l’assegno pensionistico per chi vuole andare via prima dal mercato del lavoro. Inoltre, il provvedimento avrebbe costi moderati per lo Stato, dato che la platea di coloro che ne potrebbero usufruire è limitata. La ragione è che molti lavoratori, usciti con Quota 100, sono già fuori dal mondo lavorativo. Vedremo, dunque, cosa accadrà con questa proposta.



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