“Caro presidente Occhiuto, da medico la sanità calabrese mi preoccupa: le chiediamo risposte”

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#finsubito

Conto e carta

difficile da pignorare

 


di Alessia Piperno*

Carissimo Presidente Roberto Occhiuto,

che dire, speriamo almeno che nel nostro caso “non c’è due senza tre” resti solo un modo di dire. Inizio con il ricordarle qualche titolo dei vari articoli che ormai invadono le testate giornalistiche di tutta la Calabria e non solo. Immagino che i suoi pensieri siano stati ben altri nell’ultimo periodo. Non solo la salute, l’intervento chirurgico e la riabilitazione: ha dovuto anche subire le accuse di chi sosteneva che avesse utilizzato soldi pubblici per pagare professionisti operanti nel privato, addirittura provenienti da fuori regione, cose da pazzi!

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Ma lasciamo stare le “malelingue”, torniamo a noi:
1. “Calabria, sanità venduta”;
2. “Ambulanze nascoste perché frutto di una truffa”;
3. “Direttori senza titoli”;
4. “Infermieri aggrediti che urlano la carenza di personale, turni massacranti e salari minimi”;
5. “Acquistati strumenti di diagnostica non idonei”.

Volendo poi fare altre riflessioni, potremmo aggiungere:
1. Reparti che chiudono per mancanza di personale, e lo stesso personale in attesa di stabilizzazione mandato a casa senza alcuna seria e giustificata motivazione.

2. L’ospedale continua a subire ristrutturazioni che hanno il profumo di sabbia negli occhi. A Vibo posizionata ormai da 4 anni la nuova terapia intensiva Covid-19: MAI UTILIZZATA! All’interno presidi di ultima generazione abbandonati al lento agire della muffa.

3. L’ospedale nuovo di Vibo vanta la prima pietra più longeva della storia, oltre 20 anni che assistiamo a questo scempio. A noi era stato detto che il terreno non era idoneo e per questo la stessa pietra saltava di continuo. Ora?? Novità??

4. A breve il reparto di chirurgia, con ortopedia e oculistica; di conseguenza il blocco operatorio dell’ospedale di Vibo verrà spostato a Tropea, mantenendo i reparti di rianimazione e radiologia a Vibo, per non parlare del pronto soccorso di maggiore accesso che, ovviamente, resterà a Vibo. I pazienti ricoverati (e quindi operati o in attesa di intervento) dovranno necessariamente viaggiare tra i due comuni per esami diagnostici e consulenze. Il tutto utilizzando l’unico mezzo a disposizione, l’ambulanza. La stessa, la sola, che si trova a coprire un territorio che si sviluppa su una lunghezza di 30 km e che in primavera-estate quadruplica la sua popolazione.

5. Abbiamo avuto l’importantissimo aiuto dei volontari, e niente, ci hanno tolto anche loro.

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6. In Calabria pare che arrivino fondi importanti ogni anno, ma la situazione, almeno per la mia adorata città, peggiora di giorno in giorno. Da libera cittadina sarà perciò legittimo chiedermi dove finiscano questi soldi. E soprattutto, può essere che me lo chieda solo io? Non so di chi sia la responsabilità, ma quello che è certo è che pare che di Vibo Valentia si siano tutti dimenticati, i vibonesi per primi.

Presidente, queste sono solo le parole di un medico calabrese, una donna nata e cresciuta in questa terra martoriata da molti, che oggi è seriamente preoccupata. Allo sviluppo della mia città hanno contributo negli anni onesti cittadini, che con fatica e sudore (lo stesso che noi giovani, grazie a loro, mai abbiamo visto) ci hanno lasciato presidi ospedalieri di tutto rispetto, e sono gli stessi che oggi spesso non sanno a chi rivolgersi anche solo per una banale febbre. Avevamo molto, loro ci avevano lasciato molto, e oggi gli stiamo consegnando ciò che mai sarebbe dovuto succedere… la strada a senso unico, pare anche a rapida percorrenza, verso una sanità privata.

Perché se provate a venire in questa terra, aprendo gli occhi e guardandovi attorno, è questo ciò che si palesa. E può essere che nessuno faccia niente? Siamo destinati a sparire? Quale disegno si prospetta per noi?

Perché non può essere che nessuno si preoccupi di fare qualcosa di concreto, nessuno che dia seguito alle innumerevoli denunce riportate dalle varie testate giornalistiche. Il suo incarico come Presidente della Regione Calabria (non quello di commissario alla Sanità, per questo ha fatto tutto solo) glielo abbiamo conferito anche noi vibonesi. È il popolo che l’ha eletta ed è lo stesso popolo che da tempo ormai, in maniera sempre più insistente, le chiede risposte concrete. Il silenzio a lungo andare stanca!

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Ora, caro Presidente, faccia di queste parole ciò che vuole, può prenderle come un attacco o leggerle per quel che sono: il grido disperato di chi cerca soluzioni e non false promesse, e le chiede all’unica persona che può rispondere. Io dal canto mio torno a lavorare e, soprattutto, a sperare. Buon lavoro anche a Lei.

*medico Suem 118 Tropea, delegato provinciale Smi Asp VV



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