Alla scoperta del talento di Matilde Cardoso, una giovane promessa del pianoforte

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Matilde Cardoso, giovane pianista nata ad Aveiro nel 2005, ha intrapreso il suo viaggio musicale a soli dieci anni presso il Conservatorio di Musica di Aveiro. Il suo talento l’ha portata a vincere prestigiosi concorsi internazionali e a esibirsi in eventi di rilievo in diversi paesi. Attualmente, Matilde sta perfezionando le sue abilità al Koninklijk Conservatorium Brussels, sotto la guida del professor Piet Kuijken. In questa intervista approfondiamo la sua carriera, le sue ispirazioni e i suoi obiettivi futuri.

a cura di Antonio Capua

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Benvenuta su Che! Intervista, Matilde, grazie per aver accettato di condividere la tua storia con noi. Come ti senti a essere considerata una giovane promessa del pianoforte?
Grazie mille per avermi dato l’opportunità di condividere la mia storia! È un onore essere considerata una promessa del pianoforte. Da un lato mi sento molto felice, perché è il risultato di anni di studio e passione per la musica, dall’altro è anche una grande responsabilità. Mi motiva a continuare a dare il massimo e a crescere ogni giorno, cercando di esprimere al meglio me stessa attraverso la musica. È un percorso stimolante che mi spinge a non fermarmi mai e cercare sempre nuove sfide!

Hai iniziato il tuo percorso musicale nel 2015. Cosa ti ha spinto a scegliere il pianoforte e quali sono stati i primi passi che hai compiuto?
È una storia semplice: I miei genitori pensavano che imparare a suonare uno strumento sarebbe stato buono per la mia educazione, e appena mi hanno chiesto quale strumento mi sarebbe piaciuto io ho subito risposto: “il pianoforte” Non so perché, ma sentivo fosse la risposta più giusta. Ho iniziato i miei studi in una scuola di musica per un anno prima di tentare l’ammissione al conservatorio della mia città. Ricordo di essere stata così nervosa che dopo l’audizione sono uscita dall’aula piangendo. Avevo poca esperienza e non pensavo sarei riuscita, invece alla fine sono stata ammessa, e sono così contenta di avercela fatta.

Hai avuto l’opportunità di lavorare con molti insegnanti rinomati. Quali insegnamenti ritieni abbiano avuto il maggiore impatto sulla tua crescita artistica?
Probabilmente gli insegnamenti che hanno avuto più impatto sulla mia crescita mi sono stati impartiti dal Maestro Rodolfo Rubino. Lavorare con lui è stata un’esperienza che mi ha aperto gli occhi. Mi ha insegnato e mostrato un nuovo lato del suonare, nella connessione col pianoforte e con la musica. È un insegnante incredibile e sono davvero onorata di aver avuto la possibilità di imparare da lui.

Hai partecipato a numerosi concorsi internazionali. Quale tra questi ha rappresentato per te la sfida più grande e perché?
Probabilmente il Festival Internazionale “Rezonante Sonore Online”, che ha rappresentato per me un punto di svolta. Si è svolto durante la pandemia e non ero ancora sicura avrei continuato la mia carriera musicale: non mi reputavo all’altezza e pensavo di dover smettere. Essere riuscita a vincere quel concorso mi ha rassicurata e convinta che fossi sulla strada giusta.

Tra le tue esperienze più significative c’è stata la partecipazione alla “Saison France-Portugal 2022”. Come hai vissuto questa esperienza e cosa hai imparato?
Fu un’esperienza organizzata dal mio conservatorio. Quell’anno sono stata scelta per rappresentare l’Istituzione e andare in Francia. Lì ho eseguito un brano portoghese chiamato “Bailadeiras”. È stata un’esperienza incredibile e arricchente. Ho conosciuto tanti giovani pianisti provenienti sia dalla Francia che dal mio Portogallo, coi quali abbiamo condiviso tanta musica e cultura dei nostri rispettivi Paesi.

Suonare in un gruppo di musica da camera richiede un tipo di sensibilità diverso rispetto alle esibizioni soliste. Come concili questi due aspetti della tua carriera?
Mi piace molto suonare da solista, condividere la musica con il pubblico, e mi sento molto a mio agio e connessa col pianoforte e la musica. Tuttavia suonare insieme ad altri musicisti in una formazione di musica da camera è veramente una benedizione. Un’esperienza completamente diversa in cui si può essere 4,5 o 2 fisicamente sul palco, ma in cui si diventa un tutt’uno. Una volta che si è tutti sulla stessa lunghezza d’onda si possono “lasciar andare” le partiture e goderci la musica insieme. Penso sia essenziale per un musicista sia l’esperienza da solista che quella della musica cameristica. Entrambe sono un passo importante per la carriera e per diventare un musicista migliore.

Ora studi a Bruxelles al Koninklijk Conservatorium. Quali differenze hai riscontrato rispetto alla tua formazione precedente in Portogallo?
È completamente diverso. Ho ricevuto un’ottima formazione in Portogallo, ma qui a Bruxelles il livello è molto più alto. I corsi teorici sono molto esigenti, dobbiamo sempre cercare la perfezione. Ci sono anche dei corsi che non avevo affrontato in Portogallo e che sono insegnati in maniera completamente diversa. Anche il livello degli interpreti è altissimo! In più è un conservatorio internazionale e posso relazionarmi con studenti di tutto il mondo.

Quali sono i tuoi obiettivi a breve e lungo termine nel mondo della musica?
Per ora voglio solo migliorare le mie abilità al pianoforte, suonare il più possibile e cogliere ogni opportunità che ho per crescere come musicista. I miei obiettivi a lungo termine sono un po’ più incerti. Ovviamente ho dei sogni, come essere una pianista professionista e insegnare in conservatori importanti, ma preferisco concentrarmi sul presente.

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Il mondo della musica classica è competitivo. Quali strategie adotti per mantenere alta la tua motivazione e continuare a migliorarti?
Il mondo della musica classica è senza dubbio competitivo. Penso che abbiamo bisogno di passione e disciplina per mantenere la motivazione. Cerco sempre di concentrarmi sulla mia crescita, anche se grande o piccola e mi fisso degli obiettivi. Oltre a questo, cerco sempre di cercare ispirazione ascoltando grandi artisti, frequentando concerti dal vivo o semplicemente ascoltando registrazioni. Inoltre, collaboro con altri musicisti perché è così importante: sia attraverso il lavoro di ensemble che semplicemente condividendo idee con i colleghi, lavorare insieme mi offre nuove prospettive e sfide che mi aiutano a crescere come musicista.

Infine, cosa consiglieresti ai giovani musicisti che vogliono intraprendere una carriera nel mondo della musica classica?
Perseguire una carriera nella musica classica è un viaggio di dedizione, resilienza e amore. Il mio primo consiglio è semplice ma potente: ricordate perché avete iniziato. Tenete la gioia che la musica vi porta.  Ci saranno momenti in cui dubiti di te stesso, a causa del rifiuto, delle critiche e di tanti altri ostacoli che verranno sul tuo cammino. In quei momenti, non rinunciare o perdere la fiducia in te stesso, è parte del viaggio.

Grazie per il tuo tempo Matilde! Continua a seguirci su Che! Intervista.

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