Qualcosadisinistra.info – Autonomia, Calderoli ci riprova «Pronta la legge bis sui Lep»

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Spacca-Italia Sarà una delega al governo. Le opposizioni: «Ammette che va riscritta, ma finirà nel nulla». Zaratti (Avs): «Il lavoro del comitato Cassese non può essere utilizzato, il ministro si rassegni». Per il leghista «i negoziati con le regioni vanno avanti». Scettica Forza Italia

 Roberto Calderoli – Ansa

Un «corposo» disegno di legge delega di oltre 30 articoli per riscrivere le norme sui livelli essenziali delle prestazioni bocciate a novembre dalla Corte costituzionale. L’ha annunciato ieri al question time alla Camera il ministro leghista Roberto Calderoli, specificando che il nuovo ddl, in arrivo «a breve», si fonderà sul lavoro del comitato Clep guidato da Sabino Cassese, lavoro che era stato salvato dalla scure della Consulta proprio da Calderoli con un emendamento all’ultimo milleproroghe.

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Il nuovo ddl mira riscrivere l’articolo 3 della legge CAlderoli, in tema di definizione dei Lep. «Lo schema del ddl, oltre a prevedere principi e criteri direttivi generali per l’individuazione, l’aggiornamento e il monitoraggio dei Lep, recherà anche indicazioni specifiche al governo in funzione delle peculiarità dei singoli settori, come richiesto dalla Corte costituzionale, e garantirà comunque un adeguato coinvolgimento del Parlamento nell’esercizio della delega».

L’esclusione di fatto delle Camere dalla procedura di definizione dei Lep è stato uno dei punti su cui la Corte è stata più rigida nel bocciare la legge sull’autonomia. Ora Calderoli ci riprova con un disegno di legge delega, il Parlamento di fatto indicherà una cornice ma sarà il governo a scrivere i singoli decreti attuativi.

Di più: Calderoli ha ribadito quanto detto il 29 gennaio in Senato, e cioè che i negoziati con le quattro regioni (tutte a guida centrodestra) che hanno chiesto il trasferimento di funzioni non Lep andrà avanti. E che si potranno aprire nuovi tavoli anche con altre regioni. «Ho già provveduto a richiedere alle quattro regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria, ndr) di indicare se le richieste siano giustificate alla luce del principio di sussidiarietà. Ciò consentirà di svolgere un’istruttoria approfondita. I negoziati già avviati proseguono per singole funzioni attinenti alle materie non Lep, nel pieno rispetto delle indicazioni della Corte».

La settimana scorsa in Senato i no alla mozione di Avs con tro l’autonomia erano stati solo 85, assai meno dei numeri che il centrodestra ha sulla carta. Il tentativo di ripartenza di Calderoli, con il nuovo ddl, crea più di una perplessità dentro Forza Italia, che aveva chiesto di fermare i negoziati con le regioni e di scrivere una nuova riforma.

Tra le opposizioni circola l’idea che l’annuncio di Calderoli sia un’accelerazione «solo apparente, un tentativo di salvare la faccia. «Se si presenta un ddl di 30 articoli significa che la legge viene riscritta, dal ministro c’è stata un’ammissione di colpa», dice Ubaldo Pagano del Pd. «Ora c’è da augurarsi che il ministro non stia preparando un altro attentato alla Costituzione con questo nuovo ddl».

Filiberto Zaratti, di Avs, avverte: «Calderoli si rassegni a mandare in soffitta il comitato Cassese che non può più avere nessun ruolo. La Corte ha messo in chiaro che le regole sui Lep non le può scrivere il governo». È intollerabile che questa destra si ponga sempre fuori dalle regole».

In effetti il nuovo presidente della Consulta Giovanni Amoroso, poche settimane fa ha chiarito che i Lep «dovranno essere deliberati dalle Camere» e ha ricordato che questo passaggio deve avvenire a monte dei negoziati anche sulle materie non Lep «se c’è incidenza sui diritti sociali e civili».

Nel Pd si fa strada l’idea che la «Calderoli bis» non avrà vita facile. E che non potrà andare in aula prima dell’autunno per il primo esame del Parlamento. «Abbiamo un calendario fittissimo, prima viene la separazione delle carriere dei magistrati e poi ci sono i decreti», spiega un senatore dem. La possibilità che finisca su un binario morto, come il premierato, viene considerata molto realistica. E c’è chi si lancia in una previsione: «Vedrete, in questa legislatura non se ne farà più niente. Il progetto di spaccare l’Italia è fallito»

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